Zeri: Rivoli come il Beaubourg

Zeri: Rivoli come il Beaubourg Zeri: Rivoli come il Beaubourg Presentata la grande mostra «Arte Americana 1975-1995», dal 20 ottobre al Castello «Ma il gusto dei politici è fermo ai vasetti di fiori» -=] ROMA I L Castello di Rivoli potrebI be stare alla pari con il I Beaubourg. E', insieme al ^■1 Pecci di Prato, l'unico Museo di arte contemporanea che abbiamo perché il gusto dei nostri politici non va oltre i vasetti di fiori, i gatti che giocano col gomitolo o i ritratti di cardinali con in mano il bicchierino di rosolio. Non hanno capito l'importanza della rivoluzione artistica del nostro secolo». Lo ha detto - tra gli applausi del pubblico - Federico Zeri intervenuto ieri alla presentazione di Arte Americana 1975-1995, l'importante mostra che si aprirà il 20 ottobre al Castello di Rivoli. Da «outsider» affascinato dalla «capacità introspettiva e dalla carica esplosiva dell'arte contemporanea», il nostro grande critico vede giusto. H castello, che Zeri scoprì fatiscente negli Anni Sessanta pranzando in una trattoria di Rivoli con Giulio Bollati, ora che il rigoroso restauro dell'architetto Andrea Bruno è completato, potrà realizzare in pieno la sua vocazione di centro polivalente a livello internazionale. Alle sale del corpo principale si è infatti aggiunta la Manica lunga, nucleo monumentale lungo 140 metri e largo sette destinato ad ospitare la Pinacoteca di Carlo Emanuele e sfuggito al progetto di demolizione dello Juvarra: dopo quasi quattro secoli ha riacquistato la sua funzione originaria. Nei mille metri quadrati che portano a quattromila la superficie totale da oggi trovano posto, oltre agli spazi espositivi, biblioteca, videoteca, sale d'accoglienza, caffetteria e bookshop. E' insomma un fiore all'occhiello realizzato, grazie alla collaborazione «e alla gestione originale di pubbli- co e privato che vede in prima fila grandi sponsor quali Cassa di Risparmio, Fiat e Telecom», come ha ricordato il direttore dell'Ufficio per i Beni Culturali della Regione Piemonte, Alberto Vanelli. Per salutare un evento così importante, «Arte Americana 19751995» s'annuncia come l'iniziativa prestigiosa che conferma il ruolo internazionale conquistato dal Castello di Rivoli nei suoi quasi quindici anni di attività- La mostra, realizzata con il sostegno di Philip Morris Company, inaugura la collaborazione con il celebre Whitney Museum of American Art di New York, ospitando una scelta della sua collezione. Si tratta di una sessantina di opere che con le loro Identità multiple propongono un panorama vario stilisticamente e frammentato ma riconducibile a una interrogazione del rapporto problematico e contraddittorio sia tra diverse culture che tra vecchio e nuovo mondo. Da Sol LeWitt e Agnes Martin a Lynda Benglis, Leon Golub, Alien Ruppersberg, Cindy Sherman e Ashley Bickerton, l'esposizione propone lo sviluppo di forme d'arte che s'allontanano dall'astrazione della Minimal Art per accogliere i temi di razzismo e femminismo, conflitti sociali ed ecologia. «Vi si può leggere - ha spiegato Ida Gianelli, direttrice del Museo - un confronto critico con il linguaggio dei sistemi di comunicazione di massa, assai più forte di quello artistico, e anche un'interrogazione che modifica il rapporto tra America ed Europa nel senso più del dialogo che della leadership». • Ma la presentazione della mostra nella splendida cornice dell'American Academy a Porta San Pancrazio è stata anche l'occasione per fare il punto dell'attività del Castello. «Bilancio positivo - ha detto con soddisfazione il presidente Cesare Annibaldi. Vanelli, orgoglioso di questo «esempio di buona amministrazione», ha mostrato di voler sostenere il progetto caro alla direttrice del Museo: il potenziamento del patrimonio permanente at¬ traverso un collezionismo pubblico che si affianchi a quello privato. Ora il Museo di Rivoli, con le nuove strutture e l'attivissimo Dipartimento Educazione è pronto a funzionare a pieno ritmo. I ventimila studenti che lo hanno visitato nel 1996, quest'anno sono quasi raddoppiati. Ma i visitatori, e molti sono gli stranieri, sarebbero molti di più se i collegamenti con Rivoli fossero mtensificati. Mentre Ida Gianelli cercherà di potenziare biblioteca e videoteca, come auspica Zeri, chissà che in vista della realizzazione del Samc (Sistema Arte Moderna Contemporanea) non si provveda a una linea ferroviaria veloce che dia, almeno a Tbrino, mi Castello Beaubourg. Paola Decina Lombardi Federico Zeri