«Montell, futuro globale» di U. B.

Ma il gruppo anglo-olandese assicura: resterà la presenza italiana «Moliteli/ futuro globale» Ma il gruppo anglo-olandese assicura: resterà la presenza italiana La Shellpensa a investimenti esteri MILANO. E' un grave handicap non avere un'azienda italiana leader nel mondo della chimica? «No, mi creda, non fa alcuna differenza ad avere un polo chimico nazionale che punta ad intemazionalizzarsi piuttosto che un gruppo multinazionale che investe e crede in un Paese». Risponde così Zaverio Rovea, direttore della chimica Shell Italia, a pochi giorni dall'acquisizione del 50% di Montell. «Un'operazione spiega - che non era affatto decisa quattro anni fa, al momento della joint-venture con Montedison. Prima volevamo valutare, dall'interno, le potenzialità dell'accordo)'. E queste potenzialità non sono state giudicate malvagie, dato che Shell ha staccato un assegno da due miliardi di dollari per aggiudicarsi quel che restava dell'impero chimico Montedison. E adesso? «Non abbiamo - è la risposta - alcuna intenzione di ridurre la componente italiana di Montell, diminuire la ricerca o trasferire gli impianti. Non dimentichiamo che il polipropilene è il frutto della ricerca italiana e che l'alta concentrazione di impianti Montell in Italia è una garanzia della penetrazione su questo mercato, per noi molto importante». Giusto, ma il programma degli investimenti Shell nella chimica, di qui al 2001, prevede molti interventi in Montell, ma quasi tutti fuori Italia, a partire dagli impianti di sferilene in Francia (vecchio fiore all'occhiello di Raul Gardini). «La partita della chimica - replicano gli uomini Shell - si gioca su tre terreni: la capacità di far fronte alla ciclicità del mercato cròmico, la globalizzazione della domanda, la capacità di esser leader in qualche lavorazione. Per Montell, il futuro passa per la globalizzazione. Gli investimenti all'estero sono necessari per dare un futuro a Montell». Così parla Rovea, 34 anni in Shell, spettatore e testimone di tutte le guerre chimiche italiane, visto che Shell è stata, nell'ordine, socia, concorrente, e di nuovo socia di Montecatini prima e di Montedison poi mentre sul palcoscenico scorreva un'infinita battaglia di potere. Intanto, la Shell cresceva, con prudenza, su un mercato molto interessante per i prodotti della petrolchimica. Non a caso il gruppo si accinge ad investire 150 miliardi per rafforzare la Sipet di Frosinone, già oggi il più importante impianto europeo di pet (bottiglie di plastica). Oggi, poi, non c'è più spazio per le beghe nazionali. Basti vedere come Shell, decisa a diventare protagonista assoluta della petrolcliimica (lasciando ad altri il primato nella chimica fine e delle molecole) si accinga a investire 7 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni e a darsi una struttura globale dove ogni manager nazionale farà riferimento a un responsabile mondiale di prodotto. [u. b.]

Persone citate: Raul Gardini, Rovea

Luoghi citati: Francia, Frosinone, Italia, Milano, Montecatini