«Gli strumenti per battere Cosa Nostra»

Convegno a Palermo «Gli strumenti per battere Cosa Nostra» Convegno a Palermo PALERMO. Chi deve pentirsi, e come e quando. Se n'è parlato ieri in municipio a Palermo in un incontro con ospite d'onore il presidente della Camera Luciano Violante, che ha risposto a una serie di interrogativi che gli sono stati posti da Gad Lerner e Paolo Flores d'Arcais, direttore di Micromega. «Guai se lo Stato dovesse esigere il pentimento. Collaborare è una cosa, pentirsi un'altra», ha detto Violante. Lerner ha rilevato di non aver dubbi che la legislazione premiale sia iniqua: «Ci sono persone che hanno commesso numerosi omicidi e che vengono liberate e altre che restano in carcere avendo commesso reati meno gravi». Ha poi avvertito che occorre fare attenzione «a non mutilare la lotta alla mafia». Ma il tema dell'incontro non era limitato al pentitismo mafioso o dei brigatisti, ma centrato anche sui riflessi nel mondo politico. Di questo si è occupato Flores d'Arcais: «Quello di ammettere le proprie colpe quando sono colpe è un fatto importante, e la classe politica italiana di colpe ne ha tantissime; occorre anche riconoscere i propri errori quando sono errori, ma nessuno vuol farlo». E Flores d'Arcais ha avuto espressioni roventi su Craxi, Andreotti, Previti, Berlusconi, Pomicino, Martelli, «che sono anche nei salotti che contano e che io non frequento». Da parte sua, il sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato che «il pentimento coinvolge in maniera diversa le persone». Fra i presenti il procuratore Caselli, il prefetto Damiano, il vice procuratore antimafia Grasso. la. r.]

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