Si pente il poliziotto di Tabucchi

Lisbona, ha confessato in tribunale: l'ho ucciso e poi l'ho decapitato. Rischia 25 anni di carcere Si pente il poliziotto di Tobucchi Lisbona, ha confessato in tribunale: l'ho ucciso e poi l'ho decapitato. Rischia 25 anni di carcere Uccise un drogato, ispirò un romanzo LISBONA. Fernando Santos, il poliziotto portoghese, che con un crimine efferato contro un tossicodipendente ha ispirato Antonio Tabucchi per il romanzo «La testa perduta di Damasceno Monteiro», ha confessato ieri. Dopo mesi di resistenza, ha detto davanti al tribunale criminale di Lisbona di aver ucciso intenzionalmente a colpi di pistola nel 1996 il giovane drogato implicato in un piccolo furto tagliandogli poi la testa e nascondendolo in un bosco. Rischia 25 anni di carcere, ma la fama è assicurata. Tabucchi, che ha vissuto 30 anni a Lisbona e che è giunto alla notorietà con «Sostiene Pereira», sta trattando la concessione dei diritti cinematografici di «Monteiro». Il caso ha destato enorme impressione in Portogallo. Santos, che è sergente della Guardia nazionale repubblicana, ha fatto l'ingresso in tribunale protetto dalle guardie sotto una pioggia di fischi e di grida, «assassino, figlio di p.», da parte del pubblico. Dopo aver sostenuto per mesi che l'uccisione, avvenuta il 7 maggio 1996, era stata causata da un colpo partito in modo accidentale dalla sua arma di servizio, ha oggi riconosciuto di aver sparato intenzionalmente alla testa di Carlos Rosa, 25 anni, perché non voleva fornire informazioni su un piccolo furto avvenuto nel quartiere degradato di Portela de Sacavem. Dopo averlo ucciso, con l'aiuto di altri cinque poliziotti gli ha ta¬ gliato la testa provvedendo poi a sotterrare i resti in un boschetto vicino. Il 18 maggio successivo, dietro denuncia della famiglia Rosa per la scomparsa del figlio, dopo essere stato arrestato dalla polizia, gli investigatori scoprivano il cadavere nel bosco, e due giorni dopo anche la testa con le prove dei colpi fatali. «La testa perduta di Damasceno Monteiro» è l'ultimo romanzo di Antonio Tabucchi. E' stato pubblicato in marzo da Feltrinelli ed è uscito contemporaneamente in Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Il libro è dedicato ad Antonio Cassese, presidente del tribunale internazionale dell'Aia e a Manolo il gitano, uno dei personaggi del romanzo. Ancora una volta a far da sfondo alla storia è il Portogallo, ma al posto della Lisbona sotto la dittatura di Salazar del fortunato «Sostiene Pereira» c'e la Oporto degli anni della democrazia dove in un parco abbandonato il vecchio gitano Manolo scopre il cadavere senza testa di un uomo. Sulla sua morte indaga il giornalista Firmino che dovrà fare i conti con il mondo dei trafficanti di droga nel quale sono coinvolti anche poliziotti che hanno torturato e ucciso. Difficile sarà per lui dimostrarlo e far trionfare la giustizia. Altro personaggio chiave del libro è l'avvocato Fernando de Mello, detto Loton per la sua somiglianza con Charles Laughton. [g. a. o.] Lo scrittore prese spunto dalla vicenda per il libro «La testa perduta di Damasceno Monteiro» La copertina del romanzo di Tabucchi e lo scrittore a Lisbona