la battaglia del Palazzo di Vetro di Andrea Di Robilant

Ma il Presidente all'Assemblea Onu non perora esplicitamente la proposta Usa la battaglia del Palazzo di Vetro Ma il Presidente all'Assemblea Onu non perora esplicitamente la proposta Usa Clinton: riforma entro l'anno WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle Nazioni Unite, Bill Clinton preme sull'acceleratore. Il Presidente americano ha esortato ieri l'Assemblea generale ad approvare «entro l'anno» l'allargamento del Consiglio di sicurezza, per tener conto dei nuovi equilibri mondiali dopo la fine della Guerra fredda. Com'è noto, gli Stati Uniti puntano a far entrare Germania e Giappone nel gruppo ristretto dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Ma Clinton si è tenuto sulle generali e non ha chiesto in maniera esplicita l'appoggio dell'Assemblea al progetto americano. Il governo italiano, che si oppone tenacemente a quel piano, ha scelto di leggere l'omissione di Clinton come un segno positivo, di disponibilità al compromesso. «Non ha menzionato la proposta americana - ha notato il ministro degli Esteri Lamberto Dini -. Invece ha fatto riferimento alle varie proposte presentate, nello spirito della ricerca di un consenso». In realtà, fonti dell'amministrazione Clinton confermano che il discorso del Presidente segna l'apertura formale di una massiccia offensiva diplomatica per far approvare in tempi rapidi la proposta americana. La quale prevede un seggio permamente anche per tre Paesi in rappresentanza di Asia, Africa e America Latina (ieri il Brasile ha rivendicato il seggio latinoamericano). Clinton vuole l'allargamento del Consiglio di sicurezza nell'ambito di una più ampia riforma tesa a snellire l'Onu e a dotarla degli strumenti necessari per lottare anche contro terroristi e narco-trafficanti, «i predoni del XXI secolo». In cambio, si è impegnato a risolvere l'annosa questione degli arretrati americani alle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti devono un totale di 1,5 miliardi di dollari. Ma il Senato a maggioranza repubblicana pone forti condizioni per sbloccare almeno una parte dei fondi. Così forti che il segretario generale dell'Onu Kofi Annan le ha già definite inaccettabili. Ora la Casa Bianca sta lavorando su un compromesso (vuole comunque ridurre il contributo americano al bilancio Onu dal 25 al 20 per cento). E le solenni assicurazioni date ieri dal Presidente sono state accolte al Palazzo di vetro come un segno incoraggiante. L'impegno di Clinton a pagare il debito americano segue di pochi giorni il clamoroso annuncio di Ted Turner, il fondatore della Cnn, che intende donare un miliardo di dollari - un terzo della sua fortuna - alle Nazioni Unite. Clinton ha definito Turner un visionario. «E spero che altri seguiranno il suo esempio ha aggiunto -. Il suo gesto ci fa capire il ruolo che può svolgere il settore privato». Annan, che presentò il suo piano di riforma all'inizio dell'estate, spera che un accordo con gli Stati Uniti sblocchi la situazione e porti a disegnare le nuove Nazioni Unite entro la fine dell'anno. «Che questa Assemblea passi alla storia come l'Assemblea della riforma - ha scandito il segretario dal podio -. Io vi chiedo di agire. E spero che tra due mesi, quando questa sessione si concluderà, avremo raggiunto un consenso». Al di là delle polemiche sugli arretrati, il discorso di Clinton - dicono molti osservatori - sembra indicare una nuova disponibilità da parte di questa amministrazione ad operare attraverso l'Onu sulla scena internazionale. Per la prima volta, tra l'altro, il Presidente si è schierato con de¬ cisione a favore della creazione «entro la fine del secolo» di un Tribunale internazionale permanente per giudicare crimini contro l'umanità. E il governo italiano, fra i promotori più attivi di questa iniziativa, ha reagito con soddisfazione. Clinton ha anche annunciato che il Trattato internazionale contro i test nucleari, firmato un anno fa dagli Stati Uniti ma non ancora ratificato dal Congresso, sarà finalmente inviato al Senato: «Contribuirà ad impedire lo sviluppo di ordigni più avanzati e pericolosi da parte delle potenze nucleari, e limiterà la capacità di altri Paesi di dotarsi di simili armi». Ma non è detto che Clinton abbia la maggioranza del Senato repubblicano dalla sua parte: una parte cospicua rimane convinta che gli Stati Uniti non devono rinunciare al diritto di sperimentare nuove bombe nucleari. Andrea di Robilant Lamberto Dini In alto a destra il presidente Clinton con il segretario dell'Onu Kofi Annan