«Sì auto e moto ci inseguivano»

La tragedia del tunnel dell'Alma nel verbale dell'interrogatorio di Rees-Jones «Sì, auto e moto ci inseguivano» La tragedia del tunnel dell'Alma nel verbale dell'interrogatorio di Rees-Jones La guardia del corpo di Diana PARIGI. Secondo una corrispondenza da Parigi del quotidiano britannico «The Guardian», gli inquirenti avrebbero accertato una collisione tra la Mercedes e una Fiat Uno 60 metri prima dell'ingresso del tunnel dell'Alma in cui sono morti Lady Diana, Dodi al-Fayed e l'autista Henri Paul; si ipotizza di una strisciata tra le due auto, seguita da un inseguimento conclusosi con l'incidente mortale. I responsabili dell'inchiesta non hanno confermato né smentito: in effetti stanno cercando di rintracciare la Fiat Uno, di cui sarebbero stati trovati i vetri di un fanalino di coda a pochi metri dal tunnel, insieme con frammenti dei fari della Mercedes; ma sullo svolgimento dei fatti hanno raccolto versioni contraddittorie. Ancora il «Guardian» riporta l'interrogatorio, condotto venerdì presso l'ospedale Pitie Salpetrière di Parigi, della guardia del corpo di Diana e Dodi, Trevor Rees-Jones (qui sotto in estratto). A Strasburgo, a meno di un mese dalla morte della principessa di Galles, l'assemblea parlamentare del Consigbo d'Europa ha indetto per oggi un dibattito urgente su privacy e libertà di stampa e sulla controversia nata dopo l'inseguimento dell'auto di Diana da parte dei paparazzi. Il leader dei conservatori britannici nell'assemblea ha proposto che venga adottata una convenzione europea sulla protezione della privacy. Intanto hanno raggiunto quota due milioni di copie le vendite in Francia del disco «Candle in the wind», dedicato da Elton John a Diana, messo in commercio solo dieci giorni fa. [Ansa] Q PARIGI UELLO che pubblichiamo e un estratto del verbale del primo interrogatorio del giudice Hervé Stéphan a Trevor Rees-Jones, la ventinovenne guardia del corpo della principessa Diana e di Dodi alFayed, sopravvissuta al tragico incidente del 31 agosto. Condotto tramite un interprete venerdì presso l'ospedale Pitie Salpetrière di Parigi, l'interrogatorio getta luce sugli ultimi istanti prima dell'urto fatale. Si ricorda della partenza da Rue Cambon? «Ricordo di essere entrato in macchina e nient'altro». Riguardo all'incidente, si ricorda com'è andata? «No». Si ricorda di che cosa è successo subito prima dell'incidente? «Quando sono arrivato al Ritz, c'erano molti fotografi e molti cameramen che intralciavano il passaggio. La principessa Diana e Dodi ne erano assai contrariati. Andai a parlare con quella gente. Chiesi loro che si facessero indietro. Dodi cambiò i suoi piani. Lui, la principessa, io e Henri Paul (l'autista) passammo dall'uscita sul retro. Ma lì c'erano ancora più fotografi». Le è rimasta memoria del viaggio? «Ricordo che eravamo inseguiti. E' tutto». Dove stavate andando? «Andavamo all'appartamento». Sugli Champs-Elysées? «Sì». E si ricorda che percorso avete fatto? E chi vi seguiva? «C'erano due motociclette e un'automobile. Ma non mi chieda del percorso. Mi pare di ricordare una macchina bianca con il portellone». Ha idea di come fu chiamato Henri Paul, e da chi? «Lo chiamò Dodi, per chiedergli di portarci via dall'hotel uscendo dal retro». Perché? «Non lo so, è stato Dodi a cambiare i piani, non io». E allora qual era il piano originario? «L'idea era di partire dall'ingresso principale con due macchine, tenendo i fotografi a distanza quanto più era possibile. Pensavo che fosse meglio avere due macchine anziché una». Lei conosce Place de la Concorde? «Vicino al Ritz?». No, quella vicino al Ritz è Place Venderne. Qual era il mezzo che vi inseguiva più da vicino, l'auto o una delle moto? «Non me lo ricordo». La loro posizione è cambiata durante il percorso? «Non so». Comunque una macchina vi seguiva quando avete lasciato il Ritz? «Sì». Furono scattatte delle fotografie? «Non lo so». Questa macchina era dietro di voi? «Attraversò la strada quando partimmo e poi ci seguì». Si ricorda di altre auto che vi avevano seguito quel giorno? «C'erano un fuoristrada, due motociclette e una macchina a tre porte. Mi pare fosse di colore scuro». Qual era l'atteggiamento della principessa e di Dodi nei confronti dei fotografi? «Non ne erano per niente contenti. Ci stavano troppo addosso. Ci seguivano già nel tragitto da Le Bourget (l'aeroporto) a Parigi». E poi ve li siete ritrovati al Ritz? «Sì». Come stava Henri Paul quella sera, rispetto a come lo aveva visto in precedenza? «Sembrava che stesse bene». In definitiva, per quanto riguarda l'incidente in sé, non ne ha alcuna memoria? «No». Alex Duval Smith Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa» «Andai a dir loro di non starci addosso Sulle nostre tracce per tutto il giorno anche una jeep» «Dodi cambiò i piani all'ultimo momento L'autista? Era sobrio» Qui sopra Lady Diana e nella foto a sinistra Trevor Rees-Jones