Varsavia il valzer dei governi

9 Varsavia, il valzer dei governi Ago della bilancia, l'Unione per la Libertà diventata il terzo partito 77 vincitore Solidarnosc a caccia di alleati VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Solidarnosc riemerge improvvisamente dalle ceneri, trascinata da un manipolo di illustri sconosciuti capitanati da un ingegnere quarantaquattrenne, bello come un Apollo ma che due anni fa non era nessuno. Lo scrollone è stato possente. L'Azione Elettorale Solidarnosc (Aws) conquista 199 o 200 seggi e diventa il primo partito polacco. In un Paese inquieto e instabile un tale terremoto avrebbe potuto creare turbolenze emotive e politiche anche molto serie. Qui invece non sembra succedere niente. L'affluenza alle urne è stata notevolmente più alta (59 per cento) del 1993 (51 per cento) ma nessun problema di ordine pubblico si segnala. Neanche attorno ai quartier generali dei partiti vincenti c'è gente che festeggia. Tutto all'inglese, grande self control, senso di responsabilità. Il paradosso è che anche gli sconfitti, gli ex comunisti dell'Unione dei democratici di sinistra (Sld) incamerano un incremento di oltre il 6 per cento passando dal 20,2 per cento al 26,8 per cento. Come dice Adam Michnik, ex leader di Solidarnosc e ora direttore di Gazeta Wiborcza, il quotidiano più autorevole della capitale, «l'Unione dei democratici di sinistra si conferma come una forte e stabile componente della scena politica polacca». Molto o poco? A guardare le facce mogie dei leader che appaiono in tv a commentare i risultati, si direbbe che optino per il poco. E che siano un tantino sorpresi da questo risultato. Evidentemente pensavano di assorbire loro tutto il crollo - da tutti atteso ma rivelatosi molto più catastrofico del previsto - dell'alleato nella coalizione uscente, il partito contadino Psl di Waldemar Pawlak. Invece i voti contadini usciti dal Psl sembrano andati in parte consistente anche su Solidarnosc. E gli ex comunisti si trovano ora nella necessità - se sperano di rimanere al potere - di rivolgersi all'Unione per la libertà (Uw) di Leszek Balcerowicz, altro vincitore, che incamera il 13,6 per cento e diventa il terzo partito polacco. I guai degli ex comunisti si accrescono per la probabile esclusione dal Sejm dell'Unione del Lavoro (Up). E' vero che l'Up era all'opposizione «da sinistra», ma avrebbe fatto comodo adesso, come spalla d'appoggio, anche se critica. Una specie di piccola «rifondazione comunista» polacca, anche se l'Up non ha la minima simpatia per i comunisti. Invece l'Up sembra - al momento in cui scrivo - restare al di sotto del 5 per cento, il minimo per entrare nel Sejm. Così le speranze del premier uscente Wlodzimierz Cimoszie- wicz restano avvinghiate all'Uw. Altro paradosso: la distanza programmatica tra gli ex comunisti e gli uomini di Balcerowicz è probabilmente minore che non quella tra questi ultimi e i loro vecchi compagni di Solidarnosc. Ma qui le parti sono invertite, come del resto molte altre cose in Polonia. Mentre gli ex comunisti si sono ormai convertiti al mercato, anima e corpo, e appaiono pragmatici e del tutto a-ideologici, gli intellettuali ex di Solidarnosc della Uw hanno la memoria lunga e non perdonano agli ex comunisti il loro passa¬ to. E' per questo che molti ritengono di gran lunga più verosimile un'alleanza basata su Solidarnosc e Uw. Ma anche su questo versante i problemi non sono pochi. I programmi dei due partiti sono desolantemente diversi. E, per giunta, l'Unione per la libertà ha unito i suoi voti a quelli degli ex comunisti nell'approvare la nuova Costituzione e la legge sull'aborto. Cose che - come ricorda malignamente Adam Michnik - Marian Krzaklewski aveva qualificato di «compravendita sottobanco e boi- scevismo di ritorno». E lo stesso Krzaklewski ieri ha già messo i suoi puntini sulle i. Ho vinto e quindi mi spetta il primo ministro. Non che Krzaklewski si candidi alla carica: al contrario. Ha fatto capire di avere più di un candidato nella sua faretra. Ma dovrà essere di Solidarnosc, punto e basta. La qual cosa è un chiaro avvertimento a Balcerowicz e compagni: se volete trattare con noi sappiate che queste son le condizioni. Nel dibattito televisivo tra i rappresentanti dei cinque partiti entrati in Parlamento Solidarnosc è apparsa più prudente e meno ultimativa. Ma è evidente che la partita è complicata e in essa la Chiesa svolgerà un ruolo rilevante. La stampa laica in generale sembra ignorare intenzionalmente la questione. Ci ha pensato ieri il cardinale Glemp, auspicando ellitticamente che il nuovo Parlamento risolva la questione del concordato cioè dei rapporti tra State e Chiesa, lasciata aperta dal precedente. Per quanto la prudenza domini, è evidente che settori importanti della Chiesa polacca vivono que- sta vittoria di Solidarnosc come una propria rivincita in senso anticomunista. E' logico che si conti sui 200 seggi di Solidarnosc per rovesciare adesso decisioni che la Chiesa polacca ha molto mal sopportato negli anni scorsi. Ma si tratterà comunque - in tema di libertà civili - di maggioranze difficili da ottenere anche nel nuovo Parlamento. La Polonia guarda a Occidente anche nel senso di una sempre più netta separazione tra Stato e Chiesa. Giulietto Chiesa Ripartizione (allo stato attuale) dei seggi nel SEYM, la camera dei deputati Minoranza tedesca 2 seggi Rop 3 seggi Aws (Solidarnosc) 199 seggi Uw (Unione per la Libertà) 72 seggi Psl (Contadini) 17 seggi Sld (Ex comunisti) 158 seggi Possibili alleanze per il governo: Solidarnosc con Unione della Libertà o Ex comunisti con Unione della Libertà II presidente Kwasniewski e nella foto qui sotto Mieczyslav Rakowski l'ultimo premier della Polonia comunista

Luoghi citati: Polonia, Varsavia