Maroni annuncia 63 i partiti padani

Presentate le liste per il 26 ottobre: tra i simboli più curiosi, falce e martello e Che Guevara Maroni annuncia: 63 i partiti padani Presentate le liste per il 26 ottobre: tra i simboli più curiosi, falce e martello e Che Guevara Si candida anche Dalla Chiesa, «ma per fermare il voto» MELANO. La più divertente, a sentire il premier padano Roberto Maroni, sarebbe la Usta «Muro per la Padania». Con il suo bravo simbolo, il muro appunto, doverosamente sistemato all'altezza del Rubicone. Fin qui sarebbe goliardia, una replica da «Quelli della Notte», Maurizio Ferrini docet. Ma quando alle tre del pomeriggio, a Venezia, Campo San Cassian, nel Palazzo Chigi di Padania, Roberto Maroni inizia la sua conferenza stampa, toni e parole sono severi. Va a cominciare, in questa cerimonia che le agenzie di stampa definiscono «affollata», l'avventura delle elezioni padane, fissate per il 26 ottobre, da Umberto Bossi fortissimamente volute, da Maroni diligentemente illustrate: 63 simboli e liste accettati, 31 respinti, 4 incerti e tra questi c'è quello di Marco Palmella, 47 collegi elettorali, 20 mila seggi più 950 mobili, «per raggiungere anche le frazioni sperdute». Prima seduta dei 200 eletti il 1° novembre, nella nuova sede del parlamento padano a Chignolo Po, provincia di Pavia. «Da questo momento comincia la caccia al candidato», annuncia Maroni. Presentate le Uste, entro il 6 ottobre si conosceranno i nomi. Campagna elettorale dall' 11 ottobre, voto il 26, risultati e proclamazione degli eletti due giorni dopo. Maroni parla come se queste fossero elezioni vere, come se questo governo padano avesse deciso di provocare un altro strappo. Maroni lo ripete: visto che Roma nulla concede, visto che mai si farà un referendum suU'autodeterminazione del Nord, le elezioni ce le facciamo da soli: «Deve essere il popolo, che è sovrano, a decidere. Neppure il Presidente della Repubblica può decidere se l'Italia deve rimanere unita nei secoli. Non vedo altra via se non quella istituzionale, ma se Roma si ostina a dire sempre no, possibilità di retromarcia non ne vedo». Dipendesse da Maroni possibilità di trattativa ce ne sarebbero. Una, ad esempio, è quella suggerita da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, con l'adesione dei presidenti di Piemonte e Veneto, tutti e tre del Polo: il sì al referendum sull'autodeterminazione. Oppure, «se Prodi avesse il coraggio di Tony Blair», un referendum alla scozzese. «A certe condizioni potremmo annullare le nostre elezioni», dice Maroni con l'aria di chi, tanto, non le crede possibili. E allora via alla sarabanda di liste, con qualche sorpresa che non passerà come goliardata. Ci sono i «Comunisti padani» di Modena, «Sinistra e Padania» di Bologna con il faccione di Che Guevara come simbolo, quattro Uste Verdi, gli animalisti, il «Partì Demucratec», il «Grup d'assion piemunteisa», 1'«Unione femminile padana» con la corona di Teodolinda, la destra di Gnutti, la sinistra di Formentini, il centro cattoUco di Leoni. La sorpresa, a parte la lista PanneUa ancora in forse {«non essendo residente da più di cin- que anni non si può candidare, ma se prende la residenza in Padania può votare»), è una Usta presentata da Nando DaUa Chiesa, già rivale di Marco Formentini alle elezioni milanesi del '93, ora deputato dell'UUvo e animatore di «Italia democratica». Le elezioni del 26 ottobre sono sempUcemente una consultazione interna aUa lega Nord e non si possono vietare, come sostengono Giorgio Napolitano, Luciano Violante e altri? Bene, per dimostrare che così non è e dunque andrebbero vietate, Nando Dalla Chiesa ha presentato il suo simbolo: un cuore tricolore, la parola Padania e la scritta «Cittadini del Nord per un'Itaha democratica». Maroni ha meditato prima di accettarla: «Perchè c'è la parola Italia spiega - ma a noi, nel Parlamen¬ to di Roma,- hanno accettato il nome Padania. Nessun problema, quindi». Anche perché fa gioco, legittima il voto padano. Maroni non ha trascurato le tensioni di domenica tra leghisti e poUzia. «Non si può dare uno sbocco repressivo alla protesta del Nord. Mettessero in galera noi ci sarebbero altri Bossi, ma sarebbero più cattivi e non tratterebbero più». Dalle Uste elet¬ torali, dice, sono state canceUate queUe di burloni, potenziali teste calde, o di «gruppi in odore di contatti con servizi e altri ambienti strani». Elezioni, dunque, mentre Bossi ha ripreso a comiziare nelle sue terre: «Questo Papa mi sta simpatico - ha ammonito nel Lodigiano - ma da patriota padano a patriota polacco lo assicuro: Padania verrà!». La Chiesa, con il sinda- cato, resta «l'ultima breteUa del sistema». Come sabato scorso a Milano e Venezia, «sabato prossimo a Bologna sarà il Papa a rilanciare l'amore per le istituzioni e il tricolore. Ma quell'amore non c'è più!». Nemmeno aspetta le sue elezioni: per Bossi, «quei quattro coghonazzi de Roma», hanno già perso... Giovanni Cerruti Maroni: già pronti oltre ventimila gazebo e 950 seggi mobili «per le frazioni sperdute» In corsa la destra di Gnutti, la sinistra di Formentini, il centro cattolico di Leoni Ancora in forse . la partecipazione di Pannella: non è padano da almeno cinque anni... JLMì. .A > ««SS .Sfossa: :■:■!> Roberto Maroni presenta le liste che parteciperanno alle prossime «elezioni padane» A destra: alcuni simboli E Zi