«Un anno fa sembrava un sogno» di Ugo Bertone

«Un anno fa sembrava un sogno» «Un anno fa sembrava un sogno» Ventura; non temiamo la crisi sulle pensioni INTERVISTA IL GURU DEL LISTINO lf> ir Eno, non finisce qui. Il terremoto è appena cominciato...». Scintillano gli occhi di Attilio Ventura, ex presidente di Piazza Affari negli anni del difficile passaggio dalla vecchia Borsa al nuovo, oggi, assieme all'ex ministro Piero Barucci, alla guida di una delle poche Sim indipendenti di Piazza Affari («Perché ho deciso così? Un peccato d'orgoglio...», si schermisce). Ormai, il tabellone di Piazza Affari non c'è più ma non ci sono dubbi, a giudicar dal suo sguardo: il listino va su, i tassi scendono giù. La lira fa scintille e sul «Financial Times» il titolo è: «Il Btp italiano cavalca l'onda della convergenza». Se l'aspettava un avvio così? «E chi l'avrebbe mai immaginato, due anni fa o anche solo dodici mesi fa che l'Italia avrebbe raggiunto certi risultati? Avevamo un differenziale altissimo nei confronti dei Bund tedeschi, sul fronte dell'inflazione abbiamo fatto passi da gigante». Provi a spiegare il rialzo del mercato. Stavolta non dovrebbe essere difficile... ((Assolutamente no. Primo, il ribasso dei tassi. Fazio si è spinto avanti e ha tracciato la strada della riduzione della forbice con i tassi tedeschi. Secondo, la ripresa dei mercati internazionali dopo la stasi di agosto. Diciamo che, con l'eccezione di Tokyo e i problemi delle Borse asiatiche, che ci toccano di solo striscio, i mercati corrono tutti». E l'Italia più di tutti... «L'unica incognita è il Welfare. Ma chi ci crede a una crisi sullo Stato sociale? Certo, è possibile, ma io non ci credo. E allora prevalgono di gran lunga i motivi favorevoli. I conti economici delle aziende, tra l'altro, sono migliori delle previsioni. Eppoi c'è dell'altro». Cioè? «Primo, guardiamo alla situazione delle aziende. Alcuni industriali stanno cominciando a macinare risultati, sfruttando la ripresa. I titoli coinvolti nelle privatizzazioni, Telecom prima di tutti, sono in pieno fermento. E le banche sono in piena fibrillazione. C'è l'imbarazzo della scelta: galassia MediobancaComit-Generali, Ambroveneto-Cariplo, Banco Napoh-Bnl, le iniziative di Banca Roma e Banca Agricola Mantovana. Di roba ce n'è tanta per davvero». Allora, il rialzo non finisce qui? «Non credo proprio. Vede, io faccio questo ragionamento: lei oggi ha dei titoli pubblici che le rendono l'8-9%. Un giorno, però, i suoi titoli vanno a scadenza. E lei che fa?». Vado in banca e li rinnovo... «Bravo. E gli dicono: senti, adesso questi titoli ti renderanno il 5%. Ma esagero: a giudicare dall'andamento dei fondamentali dei titoli di Stato io non mi stupirei che presto anche i titoli a breve raggiungessero i valori tedeschi. In corpo c'è un ribasso del 2-3%. Il problema comunque non cambia». Già, chi era abituato al 9% o più, si sente proporre titoli al 3-4%. E che fa? «E' una responsabilità che ricade sugli intermediari. In passato le banche potevano dire così:' posteggia i titoli sul breve per tre mesi. Poi vedremo». E adesso? «Ora devono indirizzare la gente sui fondi. Prima i più sicuri, poi qualcosa di più sofisticato. Certo, non si fa passare in poche settimane un risparmiatore dal Bot all'investimento in Malesia. Ma la direzione è per prodotti sempre più raffinati e personalizzati». Ma che si può suggerire oggi al pubblico dei risparmiatori? «Primo, questo è il momento di cambiare formula di investimento. Secondo, si affidi ai professionisti. Il passaggio dai Bot ad altre formule più complesse richiede un qualche sostegno». A proposito di passaggi. Lei, Ventura, ha cominciato quando in Borsa si operava con un taccuino. Ora ci sono i computer... «E' cambiato tutto, dai nostri tempi. Ora mi diverto in una maniera diversa. Un tempo, vede, tutti avevano una faccia: gli operatori, gli speculatori, anche il parco buoi che rappresentava investitori ben riconoscibili». E adesso? «Il mercato non ha più un volto. Gente che opera a migliaia di chilo¬ metri, strutture diffuse in centinaia di Paesi con migliaia di analisti. E' un altro mondo. Io lo affronto da indipendente. Perché? Questione di carattere, gente come me c'è in tutti i grandi mercati. Provo l'orgoglio, però, di aver pilotato Piazza Affari dal passato al futuro». Quanto pesano gli stranieri a Milano? ((Almeno il 50-60%». E ce la farà Piazza Affari a sopravvivere in mezzo a questo ciclone? ((Abbiamo creato un bel castello, con i suoi merli a posto. Adesso stiamo tirando giù il ponte levatoio. Forse ce la facciamo». Intanto, è il messaggio: guadagniamo. E chi l'avrebbe detto, solo un anno fa? Ugo Bertone Attilio Ventura ex presidente della Borsa Valori

Persone citate: Attilio Ventura, Piero Barucci, Ventura

Luoghi citati: Italia, Malesia, Milano, Tokyo