«Padania fuorilegge»

«Padania fuorilegge» «Padania fuorilegge» Zeffirelli: su Bossi ho cambiato idea FIRENZE. «Insisto. Se anche in un solo caso, so anche nel più sperduto paese dulia Valtellina o della Valbrembana, il Polo contribuisce a eleggere sindaco un candidato della Lega, senza che questi abbia giurato di rimanere fedele all'unità nazionale, io lascio Forza Italia. Detto e fatto». Si accalora Franco Zeffirelli, 74 anni, regista e senatore Azzurro. «Ora che i voti di Bossi non pesano più sull'ago della bilancia - incalza - ora che l'indignazione del Paese contro le provocazioni del Carroccio sale, propongo al Senato della Repubblica di obbligare i leghisti a cancellare dalla dicitura con cui il loro gruppo è iscritto in Parlamento ogni riferimento all'indipendenza della Padania». Senatore, vuole far dichiarare «fuorilegge» la Padania? «E' l'attuale maggioranza che ha generato questa visione folle del secessionismo. Camera e Senato hanno accettato che la Lega si presentasse come partito che persegue la secessione. L'Ulivo ha restituito il piacere: Bossi ha sorretto il governo del ribaltone, la sinistra si è inchinata all'obiettivo del Carroccio. Adesso, ci vuole una legge per cancellare questa vergogna». Scusi, ma nel luglio '93 lei non era andato di persona a Pontida per dire che «la Lega è la vera novità dell'Italia»? «Ho detto molto di più...». Sì, aveva pure aggiunto: «E' ora che Bossi conquisti anche l'Emilia e la Toscana». E, allora, sul senatur non aveva dubbi: <(Mi piace - aveva detto - mi attrae questa meravigliosa violenza con la quale lui smaschera i comunisti». Ha cambiato idea? «Non dimentico ciò che ho detto». Ma si pente... «Io rivendico il diritto di cambiare idea. Come una parte degli italiani, degli intellettuali e dei politici ho manifestato un grande interesse per quello che rivendicava la Lega all'inizio degli Anni '90. Mica mi nascondo. Lo hanno fatto Bocca, Montanelli, Berlusconi... Mi interessava questo risveglio popolare, popolaresco; questo movimento che veniva dalle viscere di un po¬ polo lavoratore e moderato. Non propugnavano rivoluzioni sanguinose...». E così aveva deciso di andare a stringere le mani ai «guerrieri» di Pontida. «Io voglio vedere, verificare di persona. Anche per questo sono andato ai funerali di Madre Teresa. Tra la folla. A Pontida ero rimasto molto impressionato. Sia dal fermento popolare intorno a Bossi, sia dal modo di fare di questo tribuno, un tribunaccio da Masaniello...». Fiducia tradita? «Ci ha traditi tutti. Bisogna stroncare il suo movimento con tutti i mezzi legali possibili. Quel personaggio mi indigna. E non rinnego nulla di quello che avevo detto... Anche perché non sono il solo a cambiare opinione. Pensi a Berlusconi: ha affidato a Eossi le sue sorti politiche ed è stato pugnalato alle spalle da quel maramaldo». Perciò, nel proporre la legge anti-Padania, Franco Zeffirelli non si sente un voltagabbana... «Guardi: può capitare di innamorarsi di una donna, credere che sia quella della nostra vita e poi scoprire che è una grande mascalzona, che è la donna sbagliata. Questo non è cambiare idea; è constatare amaramente che ci siamo sbagliati... E pensare che mi avevano messo in guardia!». Chi? «I miei elettori di Catania. Ogni volta che parlavo dell'alleanza col Carroccio e con Bossi andavano giù duri. Facevano fatica ad accettare i miei ragionamenti. Mi hanno eletto egualmente, ma senza accettare di inghiottire la pillola leghista. Come avevano ragione! Erano molto più intelligenti e lungimiranti di me...». [m. tor.] Il senatore di Forza Italia Franco Zeffirelli

Luoghi citati: Catania, Emilia, Firenze, Italia, Pontida, Toscana