Verona la Lega assedia Scalfaro

«Niente riguardi per il premier» Tensione con la polizia in assetto antisommossa. Maroni: «Cercano lo scontro» Verona, la Lega assedia Scalf aro D'Menta avverte Bossi: «Basta pagliacciate» VERONA. Lega e forze dell'ordine a un passo dallo scontro fisico, con i due schieramenti contrapposti, a pochi metri, uno di fronte all'altro. Attimi di forte tensione, qualche spintone, scaramucce, inseguimenti e corse per le vie del centro. La visita del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro a Verona, uno dei feudi del Carroccio di Umberto Bossi, ha segnato un altro passo dell'escalation della sfida alle istituzioni da parte della Lega. La quale ha dato forse così una prima risposta alle manifestazioni anti-secessione di Milano e Venezia. In una Verona blindata per la contemporanea visita del capo dello Stato e delle due manifestazioni (c'era anche quella di An), Scalfaro ha rinnovato il suo invito a «camminare insieme», con «fratellanza e solidarietà», senza «inimicizie e contrasti» verso le grandi sfide che il Paese ha di fronte: Europa, riforme e occupazione. Ma mentre Scalfaro parlava, a poco più di 200 metri di distanza, la Lega ha portato la sua sfida a livelli mai raggiunti, durante gli itinerari istituzionali del presidente nel Nord Italia. La manifestazione del Carroccio doveva tenersi in piazza Cittadella, secondo le decisioni del questore della città. Invece, i leghisti hanno lasciato la piazza e si sono diretti verso la cerimonia alla quale partecipava Scalfaro. Hanno però trovato la polizia pronta, schierata, in assetto da guerriglia urbana: caschi, manganelli e scudi. La tensione è stata, per alcuni momenti, molto alta. I due schieramenti si sono sfiorati, poi la Lega ha desistito. Duro il commento del Carroccio, per bocca di Roberto Maroni, ex ministro dell'Interno nel governo Berlusconi: «Ho una strana sensazione, come se ci fosse già l'intenzione di far succedere qualcosa. Ho visto che la polizia era in equipaggiamento anti-sommossa, quasi una provocazione». Intanto, Massimo D'Alema avverte Bossi: «Basta con le pagliacciate». Rizzo, Sangiorgio e Tiberga ALLE PAG. 2, 3 E 4

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