«Vi svelo vizi e segreti di due penne illustri»

«Vi svelo vizi e segreti di due penne illustri» «Vi svelo vizi e segreti di due penne illustri» Natale a Rivoli con le bambine e l'estate passavamo un mese anche nella casa di Rivoli». E suo padre veniva a Roma? «Pochissimo, quasi mai. Sarà venuto una volta ogni tre anni. Pensava che non si dovesse frequentare il Palazzo». Ma aveva amicizie tra i politici? «Nenni è stato suo amico. Veniva a casa. Anche Saragat. Sennò venivano soprattutto dei musicisti amici di mia madre». Che rapporti aveva suo padre con Valletta? ((Alti e bassi, a seconda dei giorni». E con l'avvocato Agnelli? «Buoni rapporti, ed era stato anche molto vicino a suo nonno, il senatore». E' vero che suo padre vestiva in modo stravagante? «Portava di giorno un maglione rosso scuro e di sera un maglione bianco. Si cambiava tre volte al giorno. I suoi vestiti erano soprattutto grigi molto chiari». E come si comportava con gli altri giornalisti? «Dava soddisfazione se erano bravi. Se non erano bravi li licenziava su due piedi. Queste cose allora erano ancora possibili». E chi erano i suoi preferiti? «Emanuelli, Piovene, Vittorio Gorresio, Della Corte, Paolo Monelli, Enzo Biagi, Montanelli». Cosa voleva dire essere figlia di De Benedetti? «Ma, era mio padre. Per esempio, ricordo che scriveva un pezzo molto breve, "L'opinione". Si chiudeva nel suo studio e lo scriveva. Poi me lo leggeva dicendo che io ero "l'italiano ignorante medio". Quando aveva finito, dovevo ripetere cosa aveva detto». Lei legge i pezzi di suo marito prima che siano pubblicati? «No, però spesso lo sento quando li detta al telefono. Lui mi legge soprattutto i suoi libri, mentre li scrive». E le sue domeniche oggi come le trascorre? «(Abbiamo una casa di campagna vicino a Velletri dove andiamo per il weekend. Io coltivo fiori perché amo molto il giardino. Eugenio passeggia con i cani e nel pomeriggio di solito sta nel suo studio. Verso sera sentiamo musica, a volte viene qualche amico». E le figlie? «Enrica lavora con me, nell'agenzia fotografica, ed è una fotografa. Tra parentesi, io sono stata la prima donna fotoreporter italiana. Mentre Donata lavora a Canale 5 come giornalista». Scalfari è un padre severo? «No, è stato un padre straordinario. Ha sempre avuto ansia per noi tre. Se non ci vede di buon'umore si preoccupa. E' un uomo generosissimo. Si diverte a fare regali, ad avere pensieri. E' condannato ad avere due figlie, una moglie, una gatta femmina e una donna di servizio. A volte diceva: "Ma nemmeno un gatto maschio?"». E suo padre a chi era affezionato? «Con il suo brutto carattere, ha adorato mia madre; a me ha voluto bene. Mio padre è stato un grande uomo, ma non so cosa avrebbe fatto senza ima madre vicino». Come furono gli ultimi anni della vita di suo padre? «Si arrabbiava leggendo i giornali, che gli piacevano sempre meno. Faceva passeggiate, letture e gli amici andavano a trovarlo. Negli ultimi due armi aveva difficoltà a camminare. Un giorno ero, a Natale, a Torino. Lui era già ammalato. Noi di solito di sera bevevamo insieme un whisky. Gli dissi: papà è ora del whisky. E lui mi disse: "Che schifo!". Capii che c'era qualcosa che non andava. Alle 2, quando arrivavano i giornali, mi disse: "Apri La Stampa, guarda se dicono che sono morto e se sono stato io che ho creato lo Specchio dei tempi". Io dissi: "Papà di cosa stai parlando?". Ma quella notte fui chiamata al suo capezzale e me lo ricordo sul letto, teneva la mano di mamma e le disse: "Maria, grazie di avermi sopportato sessantanni". Io in fondo al letto, lo guardavo e lui mi disse: "Ciao Simonetta, ti voglio bene"; fece due sospiri e morì. Mi ha dato una lezione straordinaria». E' vero che era un uomo che amava divertirsi? «Sì, gli piaceva molto stare con persone intelligenti e anche far loro scherzi. E amava leggere, sul comodino aveva sempre due libri: "Le passeggiate" di Rousseau e il "Don Chisciotte". Erano le sue Bibbie». Viaggiava? «No, pochissimo. D'estate andava a Ischia in vacanza». Fumava? «Moltissimo, le sigarette Eva». Si sentiva molto ebreo? «No. Noi siamo assolutamente atei». Che rapporto ha lei con Torino? «Per un certo periodo non mi piaceva più. Ma da qualche anno la trovo una città splendida». E suo padre che rapporto aveva? «La amava molto, ma il suo grande, vero amore era Rivoli». Lei va ogni tanto a Rivoli a passeggiare nei boschi? «Ci vado la settimana prossima». Cosa le ha insegnato suo padre? ((Anzitutto che la libertà non ha prezzo. Mai lasciarsi corrompere, per nessuna ragione. E poi mi ha insegnato come si muore».

Luoghi citati: Ischia, Rivoli, Roma, Torino, Velletri