Gli U2 mandano in tilt l'Emilia

Gli U2 mandano in tilt l'Emilia Gli U2 mandano in tilt l'Emilia Concerto record: in 150 mila per Bono e soci notte prima tra i ragazzi italiani fine Anni 90, passeggiare nel grande bivacco di giovani arrotolati nei sacchi a pelo, accovacciati sui propri sogni. Sono arrivati 24 ore prima, hanno dato tempo al tempo, hanno aspettato e aspettato, come si fa con le storie d'amore in cui è bello prolungare l'attesa. Si sono risve¬ gliati in ventimila, hanno sbocconcellato in settantamila le piadine del Festival dell'Unità, che, promotore dell'evento, ne è diventato di fatto la struttura di servizio, mettendo a disposizione 30 mila posti macchina, una ventina di ospedali da campo, e perfino un elicottero per le emergenze. Hanno atteso ancora tutto il giorno, sdraiati sull'erba, allungati sugli asciugamani, ascoltando distratti i supporter che suonavano da un altro grande palco attiguo, quello di MTV. Lì c'erano 4 gruppi italiani, quattro «posse» come si chiamano i complessi emersi dai centri sociali, fenomeno della sinistra emarginata. Poi, in centocinquantamila, come dire la popolazione di Reggio raddoppiata, alle 21,30 in punto sono saltati in piedi, cantato in coro ondeggiando, sospinti da un milione di watt che hanno fatto ballare anche gli stomaci. Hanno accompagnato il loro «mitico» Bono: «Cerco di salvare la mia ani¬ ma, guardo nei posti dove non crescono i fiori, cerco di riempire quel buco a forma di Dio». Le strofe di «Molo», che in italiano viene tradotto, più o meno, figlioditroia. Centocinquantamila ragazzi: gli U2, mito rinato del rock, la band che aveva scalato le hit parade, poi si era sciolta («Ognuno per la sua strada, ab-

Luoghi citati: Emilia, Reggio