Un nuovo siluro per Clinton

Un nuovo siluro per Clinton Un nuovo siluro per Clinton Inchiesta sui fondi sollecitati dalla Casa Bianca WASHINGTON. Salto di qualità per lo scandalo delle telefonate fatte tra il 1995 e il 1996 da Bill Clinton e Al Gore a finanziatori del partito democratico utilizzando strutture pubbliche: i due leader americani sono sotto esame formale da parte del ministero di giustizia che potrebbe decidere di nominare un procuratore indipendente che indaghi sui presunti illeciti. La messa in stato d'accusa potrebbe essere assai remota, ma il danno d'immagine per i due rischia di essere notevole. La Casa Bianca ha confermato ieri pomeriggio che da venerdì scorso è ufficialmente sotto esame la posizione del presidente. Il ministro Janet Reno ha trenta giorni di tempo per decidere se le prove contro Clinton sono tali da rendere necessario l'avvio di una vera e propria indagine preliminare, al termine della quale potrebbe essere nominato un procuratore indipen¬ dente. Lanny Davis, uno dei legali di Clinton, ha detto che la Casa Bianca «continuerà a cooperare con il dipartimento della giustizia, facendo sì che riceva tutte le informazioni di cui ha bisogno. Siamo certi che nessuna legge è stata violata». Fino a ieri lo scandalo sui presunti metodi illeciti di finanziamento del partito democratico era andato avanti nel sostanziale disinteresse della pubblica opinone americana e con lunghe audizioni alla commissione del Senato che investiga sui possibili illeciti. Ma già da venerdì sera Al Gore aveva mostrato crescente preoccupazione per la possibile indagine e aveva ingaggiato due avvocati, Jim Neal e George Frampton. I due legali sono amici di vecchia data dei Gore e, ironia della sorte, fecero parte della squadra di magistrati che indagarono sullo scandalo Watergate che fece dimettere il presidente Richard Nixon. Rappresenteranno Gore presso il ministero della giustizia. Il ministro Reno, bersagliata dalle critiche del Congresso a maggioranza repubblicana per le sue indecisioni nell'aprire un'inchiesta sui due leader democratici, aveva nei giorni scorsi rimpastato e rinforzato la squadra che indaga sul finanziamento illecito ai partiti. Con l'inizio dell'esame preliminare sulla posizione di Clinton, i prossimi trenta giorni saranno decisivi: i legali della Casa Bianca faranno l'impossibile per dimostrare che non ci fu alcun illecito, e evitare la «seconda fase». Per Gore la decisione sull'avvio dell'indagine preliminare avverrà all'inizio di ottobre. L'impennata dello scandalo potrebbe danneggiare Clinton, anche se finora il presidente Usa ha mostrato di reggere bene ai vari scandali nei sondaggi d'opinione. Chelsea, affiancata dai genitori, ride felice nel suo primo giorno da matricola La notizia l'ha colto in California, dove era peraltro impegnato in attività di raccolta fondi per il Partito, dopo aver accompagnato la figlia Chelsea che ha cominciato la sua avventura universitaria. Bill e Hillary Clinton, nel college di Standford; hanno fatto tutto ciò che è previsto dalla mitologia della famiglia. Con il «passi» riservato ai genitori appuntato sul petto (su quello del Presidente c'era scritto semplicemente «Bill Clinton») hanno aiutato la ragazza a portare il suo bagaglio; l'hanno accompagnata nella sua stanza, intrattenendosi a chiacchierare con le sue compagne e i loro genitori; hanno partecipato al rmfresco e poi come tutti gli altri hanno ascoltato quello che avevano da dire gli «oratori designati». [Ansa] Giuseppe Zaccaria mere nuovi poteri grazie ad un «lifting» costituzionale. Perché questo accada senza scosse bisogna però che la Serbia elegga un presidente fidato, il tranquillo esecutore di più alti disegni. Il Montenegro continua a creare problemi, l'apparato non può permettere che il posto di Milosevic venga preso da personaggi incontrollabili. E se uno dei candidati, Vuk Draskovic, lo è solo in apparenza il fondatore e capo del partito radicale, cioè Vojslav Seselj, rappresenta l'autentica mina vagante. Rispetto ai giorni in cui guidava la protesta di Belgrado, Vuk Draskovic ha perso molti capelli ed un paio d'alleati. L'ex «Cristo Il ministro della Giustizia ha 30 giorni per decidere se nominare un inquirente

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