L'INDUSTRIA E IL GOVERNO

L'INDUSTRIA E IL GOVERNO L'INDUSTRIA E IL GOVERNO CROTONE DAL NOSTRO INVIATO Al lavoro. Ancora al lavoro. L'Italia non può permettersi il lusso di distrarsi. «Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia» avverte Cesare Romiti, presidente della Fiat. Romiti teme il rilassamento che potrebbe seguire all'adesione alla moneta unica europea che ora «appare molto più vicina». Insomma, una volta centrato l'obiettivo che ha assorbito tanti sforzi, potrebbe esserci «un pericoloso calo di tensione che rischia di ritardare ulteriormente il superamento definitivo di tutti quegli ostacoli che penalizzano la nostra competitività». Anche con l'ingresso in Europa, dice Romiti, «il problema dello sviluppo sarà tutt'altro che risolto». Il presidente della Fiat parla a Crotone, la città di Luigi Siciliani, il consigliere della Confindustria per le politiche industriali, che ha promosso per il terzo anno consecutivo un seminario per parlare sia del miglioramento della competitività delle imprese sia delle iniziative a favore del Mezzogiorno. E mai come in questa occasione le due questioni si presentano intrecciate. Osserva Romiti: «Presupposto essenziale per il successo di qualsiasi strategia di rilancio del Mezzogiorno è che si sciolga un nodo di fondo: ed è il nodo dello sviluppo di tutto il Paese». Uno sviluppo che presenta però troppe incertezze. Lo scenario del convegno lo testimonia in maniera perfino crudele: il palco è allestito sulla spiaggia che circonda il villaggio Casarossa; la costa è deturpata, ma il mare è bellissimo ed è letteralmente presidiato. Ci sono i motoscafi della guardia di finanza in perlustrazione. Poi ci sono la polizia, i carabinieri e perfino la capitaneria di porto che sorvegliano ogni angolo del villaggio, per garantire la sicurezza: al seminario intervengono il ROMA. Pensioni e liquidazioni d'oro addio per «toghe» ed «ermellini». Questa volta tocca ai magistrati finire sul banco degli imputati nel tribunale un po' speciale del Welfare, «rei» di percepire alla fine della carriera, stipendi di oltre 300 milioni l'anno e pensioni che si aggirano sui 113 milioni di lire. Giudici, pubblici ministeri, gip, consiglieri di stato, avvocati generali, magistrati di Cassazione, sono finiti nel mirino dei sindacati anche per i trattamenti pensionistici molto favorevoli di cui godono. Privilegiati certo agli occhi dei travet ministeriali che alla fine spunteranno una pensione di 26 milioni, o degli insegnanti che al massimo porteranno a casa 28 milioni o dei militari con 35 rnilioni. E se stipendi e pensioni sono d'oro, le liquidazioni sfiorano spesso LA STAMPA'

Persone citate: Cesare Romiti, Luigi Siciliani, Romiti

Luoghi citati: Crotone, Europa, Italia