I cacciatori gettano la doppietta

UN'AVVENTURA INCERTA UN'AVVENTURA INCERTA Domani riapre la stagione, in leggero calo anche il mercato nazionale delle armi I cacciatori gettano la doppietta Dimezzato in otto anni il numero di appassionati AROMA PERTURA della caccia «bollente». Dopo la «guerra della peppola e del fringuello», l'Eurispes nel suo nuovo rapporto sulla caccia, che arriva alla vigilia del via libera ufficiale (21 settembre) della stagione venatoria, documenta la costante «emorragia» di cacciatori cui si accoppia un mercato delle armi abbastanza stabile, con tendenza al calo solo nei primi mesi di quest'anno. Tra l'89 e il '94 le doppiette nazionali sono calate del 40% (massimo decremento) e di un altro 6,5% tra il 1994 ed il 1995. In cifre questo significa che nel 1989 a sparare erano circa un milione e mezzo di italiani e nel 1995 si erano ridotti a 900.000. Ma questo - come sottolinea l'Eurispes - non è solo un fenomeno italiano, gli Anni 90 fanno infatti registrare la diminuzione della popolazione dei cacciatori in tutta Europa, una popolazione che vede l'Italia ai primi tre posti dopo Francia e Spagna. Sul fronte delle armi a partire dal 1994 la produzione di quelle da caccia si è attestata intorno ai 600.000 pezzi l'anno, ma i primi mesi del 1997 non danno bene a sperare. E' stata infatti registrata una contrazione del 18% delle armi lunghe e di quasi il 50% di quelle corte. I fucili che attualmente riscuotono minor gradimento sono quelli a due canne sovrapposte, cioè la tipologia che comprende i modelli più pregiati. L'industria delle anni sportive e da caccia occupa 7400 addetti (10.000 nel 1988). Ma quest'anno ci sarà anche una novità sul fronte caccia: a 5 anni dalla legge 157 gli ambiti territoriali di caccia, istituti chiave per la gestione programmata dell'attività venatoria, trovano attuazione in quasi tutta Italia (più indietro Sicilia e Sardegna). L'Eurispes cerca di analizzare anche la figura del cacciatore e di chi invece è ideologicamente contrario alla caccia. «L'atteggiamento del cacciatore - spiega nei confronti della natura è pratico-manipolatorio, vive, gestisce la natura e la fauna cioè come qualcosa su cui operare». Per la mentalità ambientalista vale l'esatto contrario, l'ordine risiede nella natura e tutto deve essere rivolto alla sua salvaguardia per evitare che venga «sporcata» dal contatto con l'uomo. Nella geografia della caccia poi la densità maggiore di «doppiette» si trova in Umbria con 54 cacciatori ogni ) 000 abitanti seguita dalla Toscana con 40 e dalla Sardegna con 30. mentre l'ultimo posto spetta alla Puglia con solo 8 cacciatori. Se invece si considera la percentuale di popolazione venatoria rispetto a quella nazionale il record è della Toscana con circa il 15%, seguita da Lombardia (circa 12%) e Lazio (8,8%). LA SPESA. Quanto costa andare a caccia? Circa 5 milioni l'anno. I conti in tasca al cacciatore «made in Italy» li ha fatti l'Eurispes nel suo rapporto sulla caccia presentato ieri, dove passa al setaccio tutte le spese da sostenere, dall'acquisto di un cane, delle armi fino ai costi di trasferte e tasse. La voce più consistente nel «budget» di spesa annua del cacciatore sono le spese variabili, più di 3 milioni e mezzo, che comprendono l'alimentazione del cane circa 2 milioni e mezzo, cui si devono aggiungere le spese di veterinario (159 mila lire), trasferimenti e pernottamenti (circa 900 mila lire) e l'acquisto delle cartucce (114 mila lire). Le tasse assorbono 540 mila lire e i costi fissi 445 mila. Questi ultimi comprendono gli investimenti iniziali che deve fare ogni buon cacciatore (fucile, abbigliamento, cane). Calcolati sul primo anno assommano a 4 milioni e per lo più vanno nell'acquisto del fucile, più di un milione e 700 mila; seguito dall'abbigliamento, più di un milione e 100 mila lire, e dal cane circa un milione. LA PAGELLA LIPU. Tre buoni voti e 9 insufficienze. La Lipu dà la «pagella» alla stagione venatoria che si apre domenica prossima. Le tre sufficienze la caccia se le aggiudica per la tendenza la calo dei cacciatori arrivati a poco più di 900.000 (ma il numero ideale per la Lipu sarebbe 400.000); l'aumento delle aree protette; i divieti in crescita che mettono «off limits» la caccia con la civetta, la caccia in mare e la caccia in primavera. Le nove insufficienze invece riguardano la possibilità dei cacciatori di entrare liberamente nei terreni agricoli; l'uso, ancora consentito, dei richiami vivi; l'uccellagione; l'inserimento di specie rare nelle specie ancora cacciabili (fagiano di monte e pernice bianca nelle Alpi); l'inquinamento da piombo da munizioni (5 milioni di tonnellate di palimi riversati sul terreno) e da plastica (350 milioni di bossoli in plastica abbandonati nell'ambiente), nel solo delta del Po si riversano ogni anno 1000 tonnellate di piombo; insufficienza dei controlli; scarsa educazione e sensibilità dei cacciatori; mancata individuazione delle aree importanti pet i migratori in transito tra Europa e Africa (la Lipu ne ha individuate 187). [r. cri.] piemonte «MM 1 •) &USceiATORl valled'aosta lJs4 13) PER REGIONE SHWlWkUIA 199.779 12 J PERIOOO ABITANTI veneto 66.733 1*1 anno 1995 liguria safari 191 emilia romagna 66.767 17) toscana 141.76* I] 40 ) umbria 4S.9661 56) marche 42.09* 29 | lazio 8*.303 16) campania - rjjCii*! 9) sicilia : *2.4*r:;;t 10) sardegna 49.16*1 30) totale 961.006 16) nord-centro ***«<lHIL 1*1) mezzogjorno : ::: 250.880 ffl 121) Per abbigliamento fucili, cani e tasse si spendono cinque milioni l'anno Sono aumentate le aree protette E l'Umbria la regione che spara di più