« Il suo volto ora è un incubo »
In Basilicata la sopravvissuta racconta: «Aveva un coltellaccio. Continuo ancora a sognarlo» « Il suo volto ora è un incubo » // racconto della bimba che l'ha scoperto PALÀGIANELLO (Taranto). Per bloccare gli ingranaggi di un delitto perfetto può bastare un granellino di sabbia. E il granello, in questa storia misteriosa del misterioso Ben Mohamed Ezzedine Sebai, è una bimba di 8 anni, con gli occhi scuri, il sorriso largo e la voce che dice: «Sì, l'ho riconosciuto, era lui. Quando sono entrata in casa di Lucia, lui aveva indosso solo i boxer e m'ha detto: "vattìnn". Mi ha cacciata». Non fosse arrivato a Palagianello con un borsone bianco e un coltello a serramanico per uccidere una donna anziana e malata, il tunisino Sebai non avrebbe incrociato il suo sguardo dolcissimo e non starebbe ora, nel carcere di Taranto, a negare l'accusa di averne ammazzate altre quattro, sgozzandole. Non fosse capitato qui, a Palagianello, settemila anime e un sole che infuoca l'asfalto, Criminalpol e carabinieri non avrebbero quasi niente in pugno sui delitti delle vecchiette in Puglia. E' stato il caso, quel granellino di sabbia che può far inceppare un delitto. Lucia Nico, 75 anni, abitava in appartamento a pianoterra, protetto da una porticina e da una tenda bianca. Ogni pomeriggio arrivava la piccola per ritirare il sacchetto dei rifiuti. L'aiutava così. «Mamma mi diceva di andare da lei per dare una mano. Era malata. E Lucia mi dava qualcosa. Mille, duemila lire a settimana». Anche lunedì scorso. La porta non era chiusa a chiave, d'estate Lucia non la chiudeva mai. Quindi bastava tirar giù la ma¬ niglia. «Erano le tre meno venti. Come sempre sono entrata in casa senza bussare - racconta la bimba ho fatto qualche passo e ho visto in camera da letto un uomo mezzo nudo. Non aveva la maglia, i pantaloni e le scarpe. Aveva indosso solo dei boxer bordeaux a fiorellini. Vicino alla porta del bagno c'era una borsa bianca con su la marca di una birra, e accanto i sandali. Non si riusciva a respirare. Quello puzzava, si sentiva puzza di sudore». Sebai l'ha guardata prima di dirle, in dialetto pugliese, «vattìnn», vattene. «Non era arrabbiato, non ha urlato». Così la piccola è uscita, ha socchiuso la porta tornando a casa per chiedere aiuto. «Ho detto alla zia che c'era un ladro in casa di Lucia. Lei non mi credeva. L'ho detto di nuovo. Poi la zia è andata a vedere». Spingendo la porta dell'appartamento, la zia è entrata e il tunisino, che aveva probabilmente tolto gli abiti sporchi di sangue per indossare quelli puliti che aveva in borsa, le ha chiuso la porta in faccia. Con la bimba, la zia è la seconda testimone. La terza è la madre che, dal balcone, ha visto uscire il tunisino con il borsone, senza correre, e imboccare la stradina che l'ha portato alla stazione. Qui i carabinieri lo hanno fermato. Sebai però non è fuggito subito. Per alcuni minuti, dall'appartamento, scostando la tenda, ha spiato in strada. «Ci guardava, ci ha guardato per dieci minuti». Aspettava il momento per scappare. Questa piccola supertestimone non vuole più vedere il volto di Sebai. «Non l'ho vohito vedere neanche in caserma». Volevano che lei, attraverso una finestrella, lo guardasse per riconoscerlo. «No, non volevo vederlo. Poi c'era una foto sul tavolo. Era lui». Sicura? «Certo, è lui». Il giorno successivo al delitto, dopo avere dormito nel letto con mamma e papà perché aveva paura, ò tornata a scuola, terza elementare. «Mi piace molto. Mi piace la matematica, ma anche l'italiano. Mi piace tutto della scuola». I compagni le chiedevano: «Cos'è successo? Raccontaci». «Ma io non volevo, ho parlato solo con le maestre». Da giorni la tv ritrasmette le immagini del tunisino. Lei non guarda, e non vuole parlarne più. «Ho paura. Ora posso andare?». Mette lo zainetto in spalla e va via con un amichetto. Tonio Attino
Persone citate: Lucia Nico, Mohamed Ezzedine, Tonio Attino
Luoghi citati: Palagianello, Puglia, Taranto
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