Martedì l'interrogatorio di previti di Susanna Marzolla

Martedì Pinterrogatorio di Previti La deposizione spontanea è stata concordata fra i suoi legali e Borrelli, che però non ci sarà Martedì Pinterrogatorio di Previti Milano, vertice a sorpresa fra il pool e ipm di Palermo MILANO. L'avvocato Francesco Paola, uno dei difensori di Cesare Previti, si è presentato ieri mattina nell'ufficio di Francesco Saverio Borrelli con il migliore dei suoi sorrisi e la maggior gentilezza di modi possibile. Doveva concordare l'interrogatorio per il suo assistito e non era sicuro di trovare «buona accoglienza» dopo le scintille dei giorni scorsi. Ha trovato, comunque, un procuratore della Repubblica che lo ha ascoltato «con la sua consueta cortesia» (parole dello stesso avvocato Paola) e ha ottenuto la fissazione della data: martedì prossimo, alle due del pomeriggio. L'interrogatorio di Previti avverrà sotto la formula della «presentazione spontanea»: è il parlamentare di Forza Italia che decide in prima persona di farsi ascoltare; da parte della procura milanese non arriverà nessuna convocazione. Quale sia la formula, e al di là della cortesie l'ormali, Previti si troverà di fronte due sostituti procuratori, Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, che poco concederanno a eventuali «voli pindarici» della difesa. Due sole saranno le domande-chiave ripetute di volta in volta con in mano le carte arrivate dalla Svizzera: «Da chi ha ricevuto questo denaro?», per ogni versamento in entrata; «A chi è andato questo denaro?», per ogni versamento in uscita. Saranno le risposte a queste due domande che determineranno il futuro atteggiamento della procura milanese. «Valuteremo la situazione e, se non sarà cambiata, rivolgeremo al giudice per le indagini preliminari la nuova richiesta (di arresto per Previti, ndr)»: così si è espresso ancora ieri Borrelli. E per «cambio della situazione» il pool milanese intende una cosa sola: una spiegazione chiara e plausibile su quei movimenti bancari. Cortesia formale, ma sostanziale durezza. Da parte della procura ma anche da parte di Previti e dei suoi avvocati. Oltre all'esposto presentato contro il pool alla procura di Brescia, oltre ai toni, tutt'altro che concilianti, contenuti nelle carte trasmesse da Previti sia alla Camera che all'ufficio del gip milanese vi è un'altra carta che la difesa giocherà sicuramente: quella di chiedere il tra- sferimento dell'inchiesta da Milano. A Roma, per quanto riguarda la vicenda Imi-Rovelli; a Perugia per tutto quanto riguarda la presunta corruzione di magistrati romani. La prossima mossa della difesa Previti, descritta dal settimanale «Milano Finanza» (che ricorda anche come i giudici svizzeri, alcuni mesi fa, ipotizzarono un presunto finanziamento a Forza Italia con i soldi di Rovelli; ipotesi mai fatta però dai magistrati italiani) era nei fatti già anticipata da dichiarazioni dello stesso Previti, laddove insiste sul fatto che i magistrati milanesi non avrebbero mai dimostrato un nesso tra le vicende e un presunto falso in bilancio della Fininvest; e questo sarebbe l'«unico nesso» in grado di far restare l'inchiesta a Milano. Una mossa - quella della competenza territoriale - che potrebbe inoltre allungare i tempi del nuovo esame alla Camera con ricorsi in Cassazione da parte della difesa Previti. Insomma i sorrisi tra avvocati e procura sono ben lungi dal passare da forma a sostanza. E lo dimostra anche l'ultima uscita di Silvio Berlusconi in materia. A Napoli, al congresso di Forza Italia, ha affermato che, «da qui a Natale mi aspettano 52 comparizioni» al Palazzo di giustizia di Milano. E' vero infatti che sono ripresi i processi (tangenti alla Finanza, Ali Iberian) e sono state fissate le udienze preliminari di parecchie inchieste, compresa (il 27 novembre! quella per il falso in bilancio del Milan. Ma Berlusconi non si è limitato ai numeri. Ha ribadito il suo concetto delle «procure amiche della sinistra» e dei «processi staliniani per tagliare la testa agli avversari politici». «Passo dopo passo - ha detto - si è montato mi castello di accuse contro di me» e ha lamentato di non sapere più nulla della denuncia presentata contro il pool per «attentato a mi organo costituzionale» (cioè se stesso quand'era presidente del consiglio): «Il silenzio è calato su di essa - ha dichiarato - per l'inerzia colpevole dei media e della confraternita dei magistrati». Toni e parole che contrastano non poco con quanto aveva affermato poco prima (dalla Sicilia) il presidente della Camera, Luciano Violante: «Noto che stiamo uscendo dal periodo della rissa attorno ai problemi della giustizia. Noto un atteggiamento più cauto, meno esasperato». Ma lo stesso Violante aveva aggiunto: «Poi c'è qualcuno che esagera, purtroppo». Susanna Marzolla ||Pff|§? L'ex ministro Cesare Previti