D'Alema folgorato dalla «rossa» di Raffaella Silipo
D'Alema folgorato dalla «rossa» Maranello, il leader pds visita gli stabilimenti Ferrari e s'improwisa pilota D'Alema folgorato dalla «rossa» ROSSA. Veloce. Emiliana. No, non è più la sinistra italiana, che stempera il colore nell'argenteo Ulivo e in compenso estende il suo dominio ben oltre Bologna. Ma è sempre la Ferrari, gioiello automobilistico lanciato verso il mondiale di FI. Un simbolo del made in Italy cui il leader pidiessino Massimo D'Alema ha reso ieri omaggio, visitando gli stabilimenti di Maranello accompagnato dal presidente dell'azienda Luca Corderò di Montezemolo e improvvisandosi pilota sulla pista di Fiorano. E' la prima volta che dalla sinistra arriva una tale concessione al lusso capitalista. L'iconografia comunista tradizionale non lasciava certo spazio ai motori rombanti: «Odio i fusti scarrozzati/dalle spider incantati - cantava il Francesco Guerini degli esordi - che non fanno che parlare/di automobili e di moda». E Togliatti all'ebbrezza della velocità preferiva un'austera passeggiata sui monti. «Ma Togliatti è l'uomo di Neanderthal per D'Alema - sogghigna Giuliano Ferrara, cresciuto sulle ginocchia dello storico leader -. Quello che interessa alla sinistra oggi è lanciare messaggi semplici all'italiano medio». La scuola veltroniana tutta calcio, cinema e figurine, in cui, suggerisce Ferrara, ci sta pure il Cavallino. Non a caso qualche giorno prima di D'Alema, a Maranello era approdato Ronaldo. Eppure a unire «rossa» e «rossi», nella pianura modenese, c'è qualcosa di più di una gradazione cromatica. E certe contraddizioni si rivelano a ben guardare profonde identità: l'Emilia è terra di aristocrazia operaia, da sempre insegue il lavoro ben fatto, la capacità di inventare e costruire con le proprie mani, la perfezione di modelli e congegni. Concetti che la Ferrari ha portato al suo aspetto agonisticamente ed esteticamente più rappresentativo. Gioca in casa, dunque, D'Alema, nel suo tour al reparto produzione e alla sezione sportiva della Formula Uno. Con operai e dirigenti si danno subito del «tu»: loro lo applaudono a lungo, lui si dice «colpito per il lavoro manuale dello stabilimento: non è certo la tipica catena di montaggio» per poi incantarsi di fronte al volante computer di Schumacher. Ne è passato di tempo, da quando Giorgio Bocca restava sconcertato, a Carpi, vedendo la fila di Ferrari. «Cos'è il sociali¬ smo?», chiedeva agli operai. Loro ridevano: «Il socialismo è il capitalismo gestito da noi». E' la via emiliana al comunismo, pragmatica e orgogliosa, che si adegua al mercato e con un salto non illogico conduce alla passione per i bolidi e la velocità. Così applaudono senza remore, i vecchi militanti, Massimo D'Alema che impugna il volante della 355 FI berlinetta rossa con il rivoluzionario cambio da Formula Uno, dopo il giro di prova con il pilota Dario Benuzzi. 11 leader pds ci prende gusto, fa due giri e poi vuole provare anche la 350 Maranello: «E' davvero bello guidare queste auto, certo io come pilota non sono un granché», si schermisce poi. Il popolar-alleato Franco Marini sorride vedendolo in tv, ma lascia trapelare un filino di invidia: «Ha una guida molto prudente, quindi va bene... E' importante una guida prudente». Evidentemente la ex de non è ancora pronta al salto agonistico, sebben sulle auto del Cavallino abbia fatto un giro anche Papa Wojtyla. E sebbene la Chiesa, in Emilia, condivida lo stesso pragmatismo delle sezioni di partito. Don Sergio Mantovani, cappellano dei piloti, a Modena è un'istituzione. E Don Elio Belloi, parroco di Maranello, suona le campane per la vittoria di Schumacher: «Sono successi che vanno oltre il semplice fatto sportivo - spiega -. Per gli abitanti di Maranello vogliono dire pane quotidiano, onesto lavoro e ricchezza per tutti». D'altronde lo dicono anche i tedeschi di Hockenheim: «La Ferrari di Schumacher è riuscita a conquistare il Paese, laddove han fallito i comunisti». E mentre Ferrara promette: «Ex comunista per ex comunista, vorrà dire che la campagna elettorale al Mugello la farò in spider», Berlusconi avrebbe sogghignato, con gli amici, davanti alle belle immagini del Tg5: «Sempre meglio D'Alema in Ferrari che Di Pietro in Mercedes». Raffaella Silipo Il segretario del pds Massimo D'Alema ieri a Maranello, mentre prova una Ferrari
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