La pensione fa '90 di R. Int.

La pensione fa 90 La pensione fa 90 Età più anni di contributi Nuovo metodo per il calcolo ROMA. Dopo la riunione a sorpresa tra Prodi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil (a casa di Ciampi?), la riforma dello stato sociale ha preso nuovo slancio. Lunedì ci saranno nuovi incontri tecnici; giovedì il governo vedrà a Palazzo Chigi le parti sociali. I conti sullo Stato sociale - ha annunciato il ministro del Lavoro, Treu saranno presentati ufficialmente proprio giovedì prossimo e «solo allora si vedrà se c'è uno scostamento effettivo della spesa rispetto alle previsioni». Sulle pensioni il governo punta ad ottenere il passaggio per tutti dal sistema di calcolo retributivo al contributivo, ma Cgil, Cisl e Uil non sono d'accordo. Intanto prende piede l'ipotesi battezzata «quota 90» per tutti: ovvero, per poter andare in pensione, la somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi versati dovrebbe raggiungere la cifra di 90. Ad esempio: se una persona ha 58 anni e 32 anni di contributi, si potrà andare. Stesso discorso per chi ha 60 anni e 30 anni di contributi. Per oggi il segretario generale di Cgil, Cofferati, ha sottolineato il ruolo distinto tra governo e sindacati e polemizzando con Bertinotti ha aggiunto: le posizioni di Rifondazione comunista sullo Stato sociale sono quelle di un partito che ha delle esigenze elettorali da difendere, ma il sindacato non ha nulla a che spartire con le posizioni dei partiti. E da Hong Kong, dov'è arrivato per partecipare all'assemblea del Fini, 0 ministro Ciampi afferma a proposito di Stato sociale: «Il problema, come voi sapete, è quello appunto non di tagliare le pensioni, ma di far sì che nel futuro, nei prossimi decenni, non vi sia un danno per le future generazioni». [r. int.]

Persone citate: Bertinotti, Ciampi, Cofferati, Prodi, Treu

Luoghi citati: Hong Kong, Roma