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Truffa sonito/ sei arresti a Milano L'Indonesia avvelenata da incendi dolosi, il fumo arriva fino in Malesia La vendetta delle foreste IL 27 agosto del 1883 il cielo dell'Indonesia si oscurò. Un buio minaccioso per settimane gravò sulle isole di Giava e Sumatra. Era esploso il vulcano Krakatoa, eruttando polveri e gas velenosi. Ci furono 36 mila morti. In questi giorni, nella stessa regione, una nuvola nera di ceneri ha fatto calare un crepuscolo apocalittico che costringe le auto a girare con i fari accesi anche in pieno giorno. Ma questa volta la colpa è dell'uomo. Gli incendi appiccati apposta per liberare più rapidamente il terreno dalle foreste tropicali sono scappati di mano e il ritardo della stagione delle piogge ha fatto il resto. Ora 20 milioni di indonesiani rischiano di finire intossicati per l'inquinamento atmosferico. A Sumatra 50 mila persone sono state evacuate. In Malaysia è stato di emergenza. A Giacarta si tenta disperatamente di provocare piogge artificiali, non si sa se con danze propiziatorie o più scientificamente con sali di ioduro di argento. Gli incendi delle foreste tropi¬ cali sono una delle piaghe ambientali di fine secolo. E' così che si cerca di creare nuovi campi da coltivare per far fronte alla popolazione in crescita. Ma è una strategia poco lungimirante: la terra bruciata perde il suo humus di funghi e di batteri, la fertilità si esaurisce in pochi anni per far posto al deserto. Ogni anno nel mondo va distrutta una superficie di foresta tropicale pari a due terzi dell'Italia. Nel 1950 il manto verde copriva il 30 per cento dei continenti; nel '75 si era scesi al 12; nel Duemila si stima che ne rimarrà il 5 per cento. Vista dai satelliti, di notte la Terra appare punteggiata da enormi incendi in Amazzonia, Africa Equatoriale e Indonesia. Noi Paesi ricchi non siamo innocenti. In Sud America gli incendi servono a far posto ad allevamenti per produrre carne da esportare in Europa. E' carne che sa di affumicato. E adesso, in Indonesia, la natura si vendica. Piero Bianucci SERVIZIO A PAG. 9