Prodi vertice segreto con i sindacati

Prodi, vertice segreto con i sindacati Prodi, vertice segreto con i sindacati Nasce un giallo sull'incontro con Bertinotti ROMA. Appena sbarcato ieri a Ciampino, Romano Prodi ha voluto incontrare Fausto Bertinotti (ma nessuna conferma ufficiale c'è stata) e, subito dopo, i capi sindacali, Cofferati, D'Antoni e Larizza, come aveva fatto il giorno prima Massimo D'Alema. Al «vertice», durato tre ore e che sarebbe dovuto rimanere segreto, hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni e il sottosegretario Enrico Micheli. Il quale ultimo ieri aveva discusso per due ore con Fausto Bertinotti sulle soluzioni per avere anche il consenso di Rifondazione alla riforma dello Stato sociale. La fretta di Prodi di riprendere in mano le fila della trattativa in corso dopo la sua visita in Uzbekistan è il segno che si avvicina il momento della resa dei conti finale e che non c'è neanche un'ora da perdere. Già lunedì o martedì prossimo dovrebbero essere convocate ufficialmente a Palazzo Chigi le parti sociali per esaminare la legge Finanziaria rhe il governo deve presentare in Parlamento entro la fine del mese. Questo, mentre Rifondazione comunista continua a tenere sospesa sulla testa del governo la minaccia della crisi, anche se ieri ha cambiato improvvisamente tono. «Ora bisogna pi -e a combattere la disoccupazione, no-i alla crisi» ha detto Fausto Bertinotti dopo dieci giorni di cannoneggiamento su Palazzo Chigi con minacce di crisi modulate in tutti i modi. «Adesso bisogna guardare ai fatti e ai contenuti» concorda Armando Cossutta, presidente del partito. Svolta? Ripensamento? Possibilità di accordo intravista dopo l'incontro con Micheli? E' possibile che Rifondazione comunista abbia capito che non le conviene far la figura (assai impopolare, stando ai sondaggi) di quella che cerca un pretesto qualsiasi per buttare giù un governo che funziona. E allora passa dagli strilli ai mezzi toni, riservandosi di dare la spallata vera quando avrà in mano il testo ufficiale della Finanziaria. Cioè, tra una decina di giorni. Questo è quanto ha garantito lo stesso Fausto Bertinotti in una intervista a Repubblica ieri. Ma vai a capire se dice sul serio oppure bluffa per zittire la sua opposizio- ne interna. Ieri Marco Ferrando denunciava «le proposte di Bertinotti per un possibile accordo con il governo» come «un preoccupante arretramento». Secondo i pessimisti, l'obbiettivo del segretario di Rifondazione rimane quello di provocare la crisi per costringere l'Ulivo ad allearsi con pezzi di Polo se vuole fare sopravvivere il governo sino al raggiungimento dell'obbiettivo europeo. Mentre Rifondazione se ne sta fuori a fare libere scorrerie all'opposizione. Secondo gli ottimisti (e tra questi c'è Franco Marini, segretario del partito popolare) Bertinotti vuole incassare il più possibile ma non si sogna di passare all'opposizione, perché finirebbe fuori gioco per sempre. Tra l'altro, Bertinotti sa che il 50 per cento del suo partito non vuole far cadere il governo e se crescono i suoi consensi è anche perché è diventato una forza di governo. Le voci sul possibile ingresso di ministri di Ri¬ fondazione al governo (definite «ridicole» da Bertinotti) nascono da questo tipo di analisi. Sia come sia, nella maggioranza dell'Ulivo son tutti in guardia e diffidano. «Le tempeste sono sempre in agguato. Sono le bonacce che sono pericolose» diceva ieri, sospettoso, il ministro delle Finanze, Visco. Il problema che si pone a Prodi è come disinnescare il rischio di crisi, reale o potenziale che sia, visto che per il Paese sarebbe un disastro. La strada che il presidente del Consiglio sta seguendo, a quanto pare, è quella di accelerare un ampio e esauriente accordo con i sindacati. Contenente gli elementi che possono soddisfare anche Rifondazione. O, quanto meno, che renderebbero assai imbarazzante per Bertinotti dire di «no». Nel clima positivo che va maturando (o al quale si vuole credere), l'incontro di Berlusconi col presidente del Consiglio (questo pomeriggio) diventa, per ora, un fatto politicamente ininfluente. Comunque il capo del Polo tende la mano alla maggioranza in nome delle riforme e assicura di essere un «ottimista perso» sulla realizzazione di possibili convergenze tra maggioranza e opposizione. Alberto Rapisarda Si stringe la trattativa sulla riforma dello Stato sociale Rifondazione sarebbe diventata più morbida Berlusconi dal premier Il; Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Ciampino, Rifondazione, Roma, Uzbekistan