Berlusconi prende le distaine da Previti

Montecitorio, sì al rinvio degli atti a Milano. Il Cavaliere: no alle stragi politiche fatte da procure amiche Montecitorio, sì al rinvio degli atti a Milano. Il Cavaliere: no alle stragi politiche fatte da procure amiche Berlusconi prende le distaine da Previli «Ma c'è chi vuole tagliare la testa agli avversari» ROMA. Nell'aula di Montecitorio dove la decisione di rinviare alla Procura di Milano gli atti che riguardano Cesare Previti passa con 290 voti di scarto (solo Rifondazione, Rete e Lega si oppongono) la seduta va avanti stancamente. Alcuni leader latitano. Non c'è D'Alema, manca Berlusconi, ma sono presenti Fini, Casini, Bertinotti, Cossutta. E brilla per la sua assenza Cesare Previti, il quale nel frattempo si dice disponibile a farsi ascoltare dai giudici del pool milanese. Del resto, l'appuntamento alla Camera non è importante: la decisione, come dicono sia Fini che lo stesso Previti, «è scontata». Tant'è vero che la seduta è alquanto noiosetta. Sembra quasi che in aula non arrivino i «boatos» che si rincorrono per i corridoi di Montecitorio. Il «tam tam», l'immancabile «tam tam» che funzionava così bene ai tempi di Tangentopoli, racconta che nel mirino dei giudici c'è Silvio Berlusconi, che Previti è solo un tramite per arrivare al Cavaliere. Le «voci» che circolano dicono tutte la stessa cosa: dopo l'arrivo della carte della procura milanese, D'Alema ha cambiato idea sul Cavaliere, il pds non lo difenderà da un'eventuale nuova offensiva giudiziaria, aveva ragione Fabio Mussi, a questo punto, per come si sono messe le cose, quando il gip del capoluogo lombardo manderà la richiesta di autorizzazione all'arresto il gruppo della sinistra democratica voterà a favore... Ma in aula non trapela niente di tutto ciò. Eppure il sentore che qualcosa stia per accadere è palpabile nelle file di Forza Italia. Seduto su una poltrona, nel Transatlantico di Montecitorio, Giulio Savelli profetizza: «Sono sicuro che la Quercia voterà tutta a favore dell'arresto di Previti. Quelli del pds non possono andare nelle piazze e sentirsi dire che difendono i corrotti. E anche la Lega dirà "si" all'arresto». Lucio Colletti va oltre e azzarda: «Non mi stupirei se anche una parte di Forza Italia cambiasse posizione su Previti quando si verranno a sapere le cose». Imbarazzo, preoccupazioni, dubbi su quello che può ancora riservare il futuro: sono questi gli stati d'animo dei forzitalisti. E qualcosa di tutto ciò si legge " f?' anche nelle parole pronunciate la sera prima da Berlusconi nell'assemblea dei parlamentari di Fi. «Io non cono- sco bene i fatti - spiega il Cavaliere riferendosi alla vicenda in cui è coinvolto Previti se anche c'è stata questa transazione - e io non posso mettere la mano sul fuoco in un senso o nell'altro - era comunque legata all'attività di avvocato d'affari svolta da Previti. Una vicenda che risale a un periodo in cui non era ancora parlamentare. Io, ripeto, non conosco i fatti e dò un certo giudizio sulla base di quel che so. Sono anche pronto, per mia abitudine, a mettere la mano sul fuoco sulle cose che so, ma, appunto, posso farlo solo su ciò che effettivamente conosco». E il giorno dopo, qualcuno interpreta queste frasi come una presa di distanza del Cavaliere da Previti. «Lo stesso Berlusconi - dice Elio Veltri è andato cauto». E Armando Cossutta osserva: «Mi pare che Berlusconi abbia scaricato Previti». Ma il Cavaliere in quel suo discorso dice anche altre cose. «Qualcuno - dice - vuole aprire una stagione dei veleni. Pure la vicenda di Previti è un chiaro messaggio politico, non a caso parte dal "pool". Ma noi non possiamo riformare la Costituzione con chi, avvalendosi di procure amiche, vuole fare una strage politica. Se si vuole tagliare così la testa agli avversari non si può poi chieder loro di collaborare nella Bicamerale. Ho visto anche queste accuse di mafia totalmente gratuite, e il fatto che a riportarle sia l'Unità è grave e brutto». Già, Berlusconi sembra avere il sentore che si possa profilare un'offensiva più vasta, che potrebbe coinvolgerlo direttamente. Per questo usa un doppio registro. Da una parte smorza i toni, sperando che le vicende giudiziarie restino circoscritte. E quindi ci tiene a spiegare di non conoscere bene la vicenda che riguarda Previti, e manda il forzitalista Michele Saponara in aula a dire «non c'è nessuna censura al pool di Milano». Dall'altra parte, il Cavaliere sembra prepararsi anche all'eventualità di dover affrontare una durissima battaglia in prima persona. «Tutti i giorni ce n'è una: siamo in trincea», dice Marcello Dell'Utri. E stando al «tam tam» di ieri a Montecitorio su quella trincea sta per abbattersi una nuova offensiva. Maria Teresa Meli «Qualcuno vuole aprire una stagione dei veleni» Marcello Dell'Utri: «Tutti i giorni siamo in trincea» Cossutta: mi pare di capire che il capo di Forza Italia abbia scaricato Cesarone

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