Ammazzato dopo la lite per l'auto

Milano, il figlio voleva il denaro che la donna impiegava per curare un tumore j Taranto, coi peso Taranto, coi peso Ammazzato dopo la lite per l'auto TARANTO. Colpito alla nuca dal peso di una bilancia lanciato da un fruttivendolo col quale aveva litigato, un giovane di 24 anni è morto ieri mattina. «Togliti di lì, graffi la carrozzeria», aveva detto al commerciante che era seduto sul bordo del cofano della sua «Fiat Cinquecento». Così si erano accapigliati: prima parole grosse, poi sono venuti alle mani. Steso da un pugno, Oronzo Pignatelli, il fruttivendolo, 36 anni, si è rialzato, ha preso dal suo motocarro un peso di ferro, due chili, e l'ha lanciato. Emanuele Buccoliero, che gli aveva voltato le spalle, è stato colpito alla nuca. E' morto prima che l'ambulanza arrivasse in ospedale. E' accaduto intorno alle 10,30 a Taranto. Pignatelli è fuggito subito dopo il litigio. Raggiunto a casa dai poliziotti, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario. Sposato, ha tre figli. Buccoliero, la vittima, avrebbe cominciato a lavorare tra qualche giorno nello stabilimento siderurgico Uva. Viveva con i genitori e la sorella in un appartamento di corso Piemonte, proprio dove ieri è stato ammazzato. Il giovane, affacciato al balcone, si è accorto che il fruttivendolo era seduto sulla sua auto rossa, nuovissima. E così scende in strada per invitarlo ad andar via. «Spostati, mi graffi la carrozzeria». L'ambulante, che era arrivato come ogni giorno col suo motocarro carico di mercanzia, sembra accettare l'invito. Ma quando Buccoliero dopo un po' ritorna, lo trova ancora seduto sulla «Cinquecento». E perde la pazienza: «Ho detto che non devi più avvicinarti alla macchina». Dalle parole si passa alle mani. Dopo avergli sventolato minacciosamente sotto il naso, secondo il racconto di alcuni testimoni, il cric preso dall'auto, il giovane, che ha un fisico prestante, stende il fruttivendolo con un pugno. Poi gli volta sprezzantemente le spalle proprio quando questi, rialzandosi, prende un peso di due chili dalla bilancia e Io lancia con violenza. Pignatelli spiegherà che non voleva colpire Buccoliero e che il peso è prima rimbalzato sulla carrozzeria dell'auto. E' certo che il giovane viene centrato alla nuca e crolla. I passanti lo soccorrono insieme al proprietario di un panificio, colui che per primo interviene per aiutarlo. Stanno per trasportarlo in ospedale, ma un medico li ferma: meglio non spostarlo, dice, e aspettare l'ambulanza. Buccoliero è immobile, quando arriva l'autolettiga, è in fin di vita. Muore prima del ricovero in ospedale. Lesione cervicale, è scritto nel referto. Risalito sul motocarro dopo aver raccolto il peso, il fruttivendolo ha intanto raggiunto la sua abitazione. Ma tutti lo hanno visto e, nonostante la reticenza dei passanti che pure hanno assistito alla lite, i poliziotti lo arrestano dopo appena un quarto d'ora. Tonio Attino

Persone citate: Buccoliero, Emanuele Buccoliero, Oronzo Pignatelli, Pignatelli, Tonio Attino

Luoghi citati: Taranto