Previti oggi la Camera vota il rinvio

Mussi: se lo chiede il gip, il pds approva l'arresto Tutti d'accordo, tranne Rifondazione. Si asterrà la Lega: «Faccende italiane, non interferiamo» Previti, oggi la Camera vota il rinvio Mussi: se lo chiede il gip, il pds approva l'arresto ROMA. Voto scontato dell'assemblea di Montecitorio, oggi, sulla proposta della giunta per le autorizzazioni di rinviare le carte del caso Previti alla Procura di Milano. Le posizioni sono chiarissime, spiega il vicepresidente della giunta Filippo Berselli, An. Tutti i gruppi sono d'accordo, tranne Rifondazione che, con il suo «no», vuol dare un segnale politico, come ha detto il capogruppo di Prc Oliviero Diliberto, alla fine di un'assemblea dei deputati comunisti. La Lega è orientata a defilarsi, confermando l'atteggiamento astensionista tenuto in giunta. «Sono faccende italiane sulle quali non possiamo interferire più di tanto», ironizza il capogruppo Domenico Cornino. L'intera faccenda dovrebbe essere rapidissima: dopo una breve comunicazione del presidente della Camera Violante, se nessuno chiederà di parlare si dovrebbe passare subito al voto. Meno liscio il contorno di polemiche, già proiettato sull'eventuale prossimo voto dei parlamentari, se il Gip Rossato confermerà la stessa richiesta di autorizzazione all'arresto del deputato di Fi già inoltrata dai Pm milanesi. Cosa che non avverrà comunque prima di 30-40 giorni, e forse anche più tardi, visto che Cesare Previti si preparerebbe a ricusare il Gip Rossato. «Se il Gip conferma la richiesta avanzata dal Pool nei confronti di Previti, il pds voterà compatto, al 100%», annuncia quasi scherzoso nel Transatlantico il capogruppo della Sinistra democratica Fabio Mussi. E subito precisa: «Non c'è un ordine di scuderia, ma ho avuto modo di sondare gli umori e posso dire che l'opinione che ho espresso a titolo personale l'altra sera alla Festa dell'Unità è totalmente condivisa. D'altra parte le carte sono così gravi..». Al 100 per cento? Eppure proprio l'altro ieri il braccio destro di D'Alema, Marco Mainiti, aveva messo le mani avanti avvisando che, di fronte a una nuova richiesta di autorizzazione, «il Parlamento ci dovrà pensare cento volte, perché la richiesta di arresto di un parlamentare coinvolge delicate questioni di rappresentanza democratica». Fabio Mus- si è un livornese, incline allo spirito. Con la sua battuta risponde a Berlusconi che lo aveva accusato di voler solo mietere applausi. Ma sicuramente ha sondato davvero gli umori dei deputati del suo gruppo. «Il nostro patrimonio è il partito» racconta più tardi nel Transatlantico. E malizioso aggiunge: «Reagendo in quel modo sul caso Previt.i, Berlusconi e Fi hanno perso un'occasione di fregare Borrelli». Insomma, le posizioni nel pds non sono così univoche, e poi, a ciascuno il suo ruolo. Così Walter Veltroni, alla Festa di Reggio Emilia, si limita a discorsi molto generali: auspica una «linea di civilità» nei rapporti fra politica e giustizia e richiama politici e magistrati a una «sobrietà di comportamenti». Chi prende molto sul serio la sortita di Mussi è Tiziana Maiolo: «11 pds torna giustizialista, forse perché a Perugia pare che Bonifaci stia parlando», butta lì insinuando un collegamento fra le parole del capogruppo pidiessino e un presunto coinvolgimento giudiziario del Pds. Per la deputata azzurra è un motivo in più per esortare Berlusconi a «uscire dalla sindrome di Stoccolma e abbandonare l'imbroglio della Bicamerale»: «Il Polo e il suo leader si ostinano a pensare di poter riformare la giustizia insieme ai giustizialisti sotto scacco del partito dei pm», insiste. Mentre Tiziana Parenti e Marco Taradash chiedono al leader di Fi di «reagire all'attacco minaccioso e sfrontato» sferrato dall'Unità, che ieri ha pubblicato un secondo articolo con le conferme del procuratore antimafia Vigna alla «pista politica» sulle bombe del '93 che ipotizzerebbe una «contiguità» fra mafia e «ambienti che avrebbero dato vita a Forza Italia». «Bischerate, cose che non stanno né in cielo né in terra», è la risposta di Mussi alle insinuazioni di Maiolo. «Non c'è stata nessuna svolta giustizialista del Pds. Abbiamo semplicemente letto le carte», spiega il capogruppo pidiessino che tira in ballo Fini, «il quale l'altra sera si è detto contano all'arresto ma ha motivato il suo orientamento sull'esame delle carte dell'accusa e della difesa», [m. g. b.] i L'eventuale richiesta di autorizzazione non arriverà a Montecitorio prima di un mese Il parlamentare di Forza Italia si preparerebbe infatti a ricusare il giudice Rossato

Luoghi citati: Maiolo, Perugia, Reggio Emilia, Roma, Stoccolma