D'Alema in campo contro la crisi

D'Alenici in campo contro la crisi D'Alenici in campo contro la crisi Welfare, vertice a sorpresa coi sindacati LA MEDIAZIONE DEL SEGRETARIO MREGGIO EMILIA ACCHE' vertice. Un incontro di cortesia, piuttosto. D'Alema, un paio di giorni fa, ci ha gentilmente invitato a scambiare alcune idee e noi abbiamo accettato...». Frena Sergio D'Antoni, il segretario della Cisl. Ma in politica i gesti di «cortesia» possono avere un grande significato. Soprattutto nei momenti più delicati e quando, ad accentuare l'impatto di un incontro, c'è l'effetto sorpresa. Un effetto che ieri Massimo D'Alema ha saputo sfruttare da maestro lanciando quella che è già stata definita «l'offensiva di Reggio Emilia». L'obiettivo del blitz a sorpresa? Il pds non intende lasciare a Bertinotti il monopolio di temi importanti e popolari, l'occupazione soprattutto. A sinistra il pds intende contendere il terreno a Rifondazione, senza farsi risucchiare nella scomoda posizione di partito solo del rigore. E quale miglior segnale che un vertice con i massimi rappresentanti del sindacato, riuniti qui nel cuore della macchina-partito pidiessina? Mancano pochi minuti alle quattro del pomeriggio, infatti, quando all'aeroporto di Reggio, sede del festival dell'Unità, si diffonde la notizia-bomba: Massimo D'Alema sta arrivando per incontrarsi con i tre segretari confederali in un albergo del centro. Lui, il leader pidiessino, è già sbarcato da un aerotaxi all'aeroporto di Parma. Solo Pietro Larizza, segretario della Uil, arriva prima di lui all'appuntamento. «Non parleremo di Stato sociale», anticipano in coro lui e Sergio D'Antoni che tiene a sottolineare che «ci mancherebbe che noi ci occupassimo dei problemi della maggioranza. Ognuno ha i suoi problemi. Il nostro è di fare un buon accordo con il governo». L'ultimo a presentarsi all'hotel Astoria, alle 17 e trenta, è Sergio Cofferati che ribadisce la posizione: «Prima chiudiamo il negoziato con il governo. Poi toccherà allo stesso governo di tutelarsi garantendosi il consenso della maggioranza in Parlamento». Dopo 45 minuti l'incontro è già finito. Massimo D'Alema, sorridente, si ferma volentieri davanti a telecamere e taccuini. E questo è un bel segnale... Davvero non avete parlato di Welfare? «No, non ne abbiamo parlato», replica il segretario del pds. E nemmeno di Bertinotti? «No, nemmeno di Bertinotti. Non voglio polemizzare con Bertinotti e questo non è stato per me l'argomento della giornata. Ho incontrato i sindacati per esprimere la mia solidarietà dopo gli attacchi della Lega e per discutere con loro di che cosa si può fare per il lavoro». E qui, sullo sfondo dell'incontro, ricompare l'ombra della concorrenza di Rifondazione sul tema dell'occupazione. E dell'o¬ rario di lavoro, in particolare. «Sugli orari di lavoro - si scalda il segretario del pds - l'unico partito ad aver presentato una proposta di legge è il pds. Ed è anche previsto un fondo apposito per questo». Ma Bertinotti potrebbe scavalcarvi a sinistra... «Non credo. Non abbiamo questo timore. Abbiamo la nostra politica, siamo il maggiore partito, per scavalcarci bisogna arrampicarsi parecchio in ogni direzione». Quel che è sicuro, insomma, è che D'Alema non intende permettere che, agli occhi dell'opinione pubblica, maturi la sensazione che solo Rifondazione abbia, al primo posto dell'agenda politica, la questione occupazione. Anzi. «Sono preoccupato come Bertinotti - incalza - della necessità di un forte impegno sull'occupazione. Siamo un grande partito popolare di sinistra, io sono un deputato del Sud. So qual è il dramma della disoccupazione giovanile al Sud. Mi fa piacere che anche Bertinotti sia per l'occupazione. Ma lo siamo anche noi e non per rispondere a Rifondazione ma ad una domanda civile». Una domanda, sembra essere il messaggio del leader pidiessino, che non trova risposta alzando bandiere ideologiche ma che merita risposte concrete e articolate. «Oggi spiega ancora D'Alema - abbiamo discusso con i sindacati di infrastrutture e di sicurezza, soprattutto nel Mezzogiorno, e di incentivi fiscali per il Meridione, la vera grande emergenza del Paese». Certo, non si risolvono nodi epocali in tre quarti d'ora di colloquio, ma l'importante è lanciare un sugnale: a Rifondazione non si può dare il monopolio della questione sociale assumendosi, al contrario, il ruolo del pallilo del rigore e basta. Ugo Bertone E cosi, altro segnale dell'offensiva di Reggio Emilia, D'Alema manria a dire che, nulla trattativa sullo Stato sociale, non dovrà esistere un trattamento speciale per Rifondazione. «E' compito del governo precisa il leader del pds - fare un accordo con le parti sociali. Poi sarà il governo a dover convincere la maggioranza tutta, compresi anche noi». Nessun trattamento «speciale», insomma, per l'alleato inquieto... «No, non ci sarà nessun tavolo di trattative speciale con Bertinotti», tiene a precisare D'Alema che aggiunge che sul tema dello Stato sociale «in questa fase le forze politiche non devono interferire. Io comunque ho fiducia sia nel governo che nel sindacato sul fatto che riusciranno a realizzare uno Stato sociale più giusto. Poi i contenuti li vedremo». E su questa nota il segretario D'Alema saluta. Lo attende la Bicamerale. Sul palcoscenico i tre leader sindacali hanno di nuovo campo libero. L'offensiva di Reggio Emilia è riuscita. Chissà che frutti potrà dare nei prossimi, decisivi, giorni della campagna di settembre.

Luoghi citati: Emilia, Parma, Reggio, Reggio Emilia