«Sì ho corrotto quel magistrato» di Paolo Colonnello

Brescia: nel mirino il procuratore aggiunto della pretura di Milano, iscritto nel registro degli indagati Brescia: nel mirino il procuratore aggiunto della pretura di Milano, iscritto nel registro degli indagati «Sì, ho corrotto quel magistrato» Scandalo sanità, Poggi Longostrevi conferma accuse MILANO. E' una storia da prendere con le molle questa del magistrato della pretura di Milano, il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, che il professor Poggi Longostrevi, il titolare del centro di Medicina Nucleare accusato di aver falsificato esami diagnostici intascando miliardi di rimborsi pubblici, sostiene di aver pagato affinché venisse insabbiata un'inchiesta sul suo conto. Primo per la scarsa attendibilità dimostrata finora dal «Re Mida» delle cliniche private milanesi, secondo per le persone chiamate in causa, che in realtà furono le prime a farlo finire nei guai. Terzo, perché spostare l'inchiesta a Brescia potrebbe essere nell'interesse del professore, al quale i magistrati di Milano hanno sequestrato cliniche e bottino. Detto ciò, ieri Poggi Longostrevi è stato interrogato per più di tre ore dal pm di Brescia, Paola De Martiis, in qualità d'indagato di concorso in corruzione. L'avvocato Giuseppe Aglialoro, legale del professore, ha preferito rimanere sul vago: «Posso solo dire che il mio cliente ha risposto a tutte le domande con assoluta serenità. Non vi sono state contraddizioni, né dichiarazioni spontanee che non avevano ragione d'essere». Ma tentando di tradurre il linguaggio criptico del legale, si può dire che Poggi ieri avrebbe riconfermato le sue accuse, già dettate a verbale nel giugno scorso davanti ai magistrati di Milano che per questo spedirono gli atti a Brescia: Poggi avrebbe parlato del versamento (non si sa se promesso o effettuato per davvero) di alcune centinaia di milioni a un giudice della pretura. Per la precisione della procura circondariale, ovvero Nicola Cerrato. Il cui nome sarebbe stato iscritto da tempo sul registro degli indagati, visto che l'inchiesta, in estate, ha proceduto nel massimo riserbo con l'interrogatorio di vari testimoni. L'interessato, come si legge nell'intervista che pubblichiamo, è caduto dalle nuvole: «Nessuno mi ha ancora convocato». Come dirigente del suo ufficio, Cerrato ha quindi spiegato i prodromi dell'inchiesta che ha portato in prigione Longostrevi. Un'inchiesta partita due anni fa in seguito a una denuncia che segnalava come in corso Vercelli, elegante strada commerciale a un passo dal centro, un edificio destinato ad uso alberghiero stava per essere trasformato in una delle 14 cliniche del professore miliardario. Un vigile urbano, inviato sul posto dal pm Massenz, mentre stava riscontrando le palesi violazioni, venne avvicinato da Poggi Longostrevi, che gli offrì una mazzetta per cambiare la relazione. Il vigile (un milione e 800 mila lire di stipendio mensile) prese il telefono e chiamò il magistrato denunciando il tentativo di corruzione. Il fascicolo venne a questo punto passato alla procura del tribunale, ai pm Prete e Raimondi, il resto è storia. Iscritto nel registro degli indagati, pedinato, intercettato, senza saperlo Longostrevi rivelò agli inquirenti lo stupefacente mondo di corruzione di cui era a capo: decine di milioni versati annualmente a centinaia di medici compiacenti per poter ottenere ricette false e prescrizioni di esami inesistenti, da farsi rimborsare dalle Ussl. Secondo alcuni, nel corso di una intercettazione, Poggi Longostrevi accennò anche alla corruzione di un magistrato. Interrogato a fine giugno nel carcere di Opera, Poggi avrebbe confermato e rivelato la circostanza, facendo il nome di Cerrato. Il professore avrebbe parlato anche di una cena nella quale sarebbero stati presi accordi per il pagamento della tangente (alcune centinaia di milioni) ma non si sa se con il diretto interessato o un diverso interlocutore. Vi avrebbe partecipato pure il cognato Alberto Zonca, medico e braccio destro di Longostrevi nelle tangenti sulla sanità. Paolo Colonnello Il professore Poggi Longostrevi è stato interrogato ieri per tre ore dai magistrati di Brescia

Luoghi citati: Brescia, Milano