Assemblea generale L' Italia contro la riforma Onu che l'esclude

Clinton brinda con gli 007 a Langley Assemblea generale L'Italia contro la riforma Onu che l'esclude NEW YORK. Prende il via al Palazzo di Vetro la 52a Assemblea Generale dell'Onu che avrà all'ordine del giorno la riforma del Consiglio di Sicurezza per adeguarlo alle esigenze del mondo del dopo-guerra-fredda. Sul tavolo della discussione sono parecchie proposte, fra cui quella americana che caldeggia l'ingresso di Germania e Giappone tra i «grandi» (attualmente Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina) che siedono in permanenza nel Consiglio. Per fare accettare la novità al Terzo Mondo si pensa di distribuire altri tre seggi permanenti ad Africa, Asia e America Latina. Per oggi è annunciata una conferenza stampa dell'ambasciatore italiano all'Onu Fulci, anticipata ieri a Roma dal ministro Dini che ha espresso il «no» italiano alla proposta americana. «Siamo contrariati - ha detto Dini - oltre che dal rinnovato, esplicito appoggio manifestato all'aspirazione di Germania e Giappone ad un seggio permanente, dalla disponibilità di Washington ad ipotizzare ulteriori seggi permanenti da assegnare singolarmente, oppure sulla base di una rotazione con una formula che apre le porte a soluzioni difformi per diverse aree geografiche». Si sono mossi anche gli italoamericani: al Palazzo di Vetro i rappresentanti della Conference of Presidents of Major Italian American Organizations, della Coalition of Italo-American Associations e della National Ethnic Coalition of Organizations hanno definito la proposta americana «uno schiaffo in faccia all'Italia» e accusato il Dipartimento di Stato di essere «ossessionato» da Germania e Giappone. Le tre organizzazioni, che rappresentano oltre 22 milioni di italo-americani, hanno definito «poco lungimirante e discriminatorio» escludere l'Italia dal progetto di rinnovo del Consiglio di Sicurezza, anche condiderando che Roma è il quinto contribuente al bilancio ordinario dell'Onu e che ha inviato i suoi Caschi blu in rischiose e costose missioni di pace, cosa che Bonn e Tokyo non hanno fatto. Anche due ex ambasciatori americani in Italia, Peter Secchia e Maxwell Rabb, si sono schierati contro la proposta di riforma Usa. La protesta proseguirà in una raccolta di firme da consegnare al presidente Clinton il 13 ottobre, nel giorno del Columbus Day. [Agi-AdnKronos]

Persone citate: Clinton, Dini, Fulci, Maxwell Rabb, Peter Secchia