Cia, la festa triste del mezzo secolo

Un passato di successi ma anche di clamorosi fallimenti e polemiche, e un futuro incerto Un passato di successi ma anche di clamorosi fallimenti e polemiche, e un futuro incerto Ciò, la festa triste del mezzo secolo Clinton brinda con gli 007 a Langley WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cosa farà da grande «la Cia che ci spia»? Domani l'Agenzia compie cinquant'anni e l'anniversario coincide con una lunga crisi di mezza età. Sono passati otto anni dalla caduta del Mino di Boriili ), ma la Cia è ancora alla ricerca di un ruolo, di una missione chiara, nel mondo incorto del dopo-Guerra fredda. Ieri il presidente Clinton si ò recato al quartier generale di Langley, in Virginia, per far auguri di lunga vita e offrire incoraggiamento alle spie chiamate a raduno per l'occasione. «Se la metà del mondo vive oggi sotto governi scelti liberamente», ha dotto Clinton tra l'altro, «lo si deve agli uomini e alle donne dei servizi di intelligence Usa». E ancora: «Gli americani non conosceranno mai la storia completa del vostro coraggio. Voi avete servito dove altri non potevano. Avete fatto quello che altri non potevano fare». E ha ricordato lo parole di Eisenhower: «Il successo non può ossero pubblicizzato, il fallimento non può essere spiegato». I discorsi e i brindisi erano rivolti al futuro, ma in realtà si è celebrato molto il passato, quando si giocava sporco ma la partita era decisamente più chiara. Oggi, dopo la sconfitta dell'impero sovietico, la Cia non ha più bisogno di agenti clandestini muniti di armi segrete da man- dare in giro per il mondo per portare a termine missioni «impossibili» contro l'Impero del Male. E sotto la guida del giovane neodirettore George Tenet, cerca di adattarsi alle sfide dei «nuovi nemici». Lo novità a Langley sono un centro anti-terrorismo, un centro anti-narcotici, un centro anti-proliferazione nucleare. Queste tre strutture, sicuramente destinate a crescere nei prossimi anni, riflettono il nuovo orientamento dell'Agenzia, la direzione in cui Tenet vuole muoversi. In futuro gli uomini della Cia saranno sempre più impegnati a sabotare azioni terroristiche (soprattutto se mirate contro soldati o cittadini americani), a intercettare grosse partite di droga e a infiltrare il pericoloso traffico di armi nucleari. E' una fase nuova, e l'efficacia della Cia nel contrastare queste nuove minacce è ancora tutta da dimostrare. Ma è comunque un'attività molto diversa dal passato, in cui gli agenti più preziosi sono a Langley, dietro a un computer, e non in giro a orga¬ nizzare qualche «misterioso» assassinio. «Sono operazioni più facili e probabilmente più utili di quelle che facevamo una volta - confessa un esponente della Cia -, blocchiamo una barca con un carico pericoloso, smantelliamo una cellula di terroristi, cose di questo genere». Ma sono solo i primi passi. L'immagine della Cia è ancora legata al passato, ai suoi primi cinquant'anni. L'Agenzia nacque nel 1947 dalle ceneri dell'Oss, l'organizzazione di spionaggio americana messa in piedi da Wild Bill Donovan durante la Seconda guerra mondiale. E ancora oggi si parla di miei pruni tempi fino alla fine degli Anni Cinquanta - come dell'età d'oro della Cia. A dirigerla era Alan Dulles, che ne fece il braccio armato della politica estera americana guidata da suo fratello, John Foster Dulles. L'età dell'oro fu in realtà l'età del sangue, un decennio in cui la Cia organizzò assassinii politici e rovesciò regimi considerati ostili agli interessi americani (Iran, Guatemala). Ma l'immagine dei servizi segreti americani cominciò ad appannarsi solo negli Anni Sessanta, cominciando con il fiasco della Baia dei porci - la trama rocambolesca ordita a Washington per rovesciare Fidel Castro. Negli Anni Settanta l'immagine dell'agenzia era a pezzi. Fu messa sotto accusa anche dal Congresso americano. Si chiedeva più trasparenza, più chiarezza. Cominciò un periodo di declino, che durò fino all'avvento di Ronald Reagan, quando Bill Casey iniettò nuovo entusiasmo nel mondo dello spionaggio americano. Ma l'imbarazzante fallimento dell'operazione Iran-Contras mise fine anche a quella breve stagione di esuberanza. La Cia venne attaccata per le sue attività clandestine, ma anche per le sue scarse capacità di intelligence. Fu incapace di prevedere la Guerra del 1973 in Medio Oriente e lo choc petrolifero che ne seguì. Nel 1974 l'India riuscì a dotarsi di una capacità nucleare sotto il suo naso. E nel 1979 fu colta di sorpresa quando il regime dello Scià fu spazzato via dai mullah. Il più grande abbaglio, però, lo prese alla fine degli Anni Ottanta, quando i suoi agenti migliori erano talmente occupati a giocare a guardie e ladri con i loro rivali del Kgb che non si resero conto che l'impero sovietico gli stava crollando attorno. Oggi molti di quegli agenti - le spie della Guerra fredda - hanno i capelli grigi, la pancetta e vivono nei quartieri eleganti attorno alla capitale, immersi nel verde e nei ricordi. Poco distante, a Langley, i loro successori cercano di ridefinire la professione scrutando il video del loro personal. Andrea di Robiiant Nacque nel '47 sulle ceneri dell'Oss, l'agenzia di spionaggio della II guerra Per gli agenti un lavoro meno avventuroso dopo la caduta del comunismo Due immagini del quartier generale della Cia a Langley, in Virginia

Luoghi citati: Guatemala, India, Iran, Medio Oriente, Virginia, Washington