Sequestri «Cambiate la legge»

Sindaci e parenti Sindaci e parenti Sequestri «Cambiate la legge» e a r o r a a CAGLIARI. La morte, dui-ante la prigionia, dell'imprenditrice agricola Vanna Licheri, sequestrata il 14 maggio '95, e la drammatica vicenda di Silvia Melis, nelle mani dei fuorilegge dal 19 febbraio, stanno J riproponendo con forza la necessità di una modifica della legge antiseI questri, quella che impone il blocco dei beni, prevede l'incriminazione degli emissari e impedisce il pagamento del riscatto. E' di ieri la mobilitazione dei parenti in Sardegna, per convincere l'opinione pubblica, le istituzioni locali e anche la Chiesa a far pressioni per modificare l'attuale normativa sui sequestri di persona, la cui applicazione, a volte, non produce l'effetto sperato. E sempre ieri una ventina di sindaci del Nuorese e del Sassarese hanno sollecitato la modifica della legge antisequestri, manifestando davanti alla prefettura di Nuoro. Tito Melis, padre di Silvia, parla di «pesanti interferenze da pane delle forze dell'ordine» e di due differenti modalità di applicazione della legge, con particolare riferimento al sequestro di Farouk Kassam. Circostanza questa confermata dal padre del bimbo ismailita, Fateli Kassam. Sottolinea Giuseppe Vinci, 32 anni, il commerciante di Macoiner rapito il 9 dicembre '94 e rilasciato il 15 ottobre '95 dietro pagamento di un riscatto di quattro miliardi e 550 milioni: «Non si può negareche la giustizia agisca con norme estremamente confuse e a volte contradditorie per cui è difficile orientarsi». Per i coniugi Vinci «oltre a tutto ; questo, ci sembra di lottare contro i | mulini a vento, poiché, a parte le j promesse, niente si è concretameli- \ te fatto, contro una legge che ha dimostrato la sua inefficacia. Sono armi che si combatte perchè il Parlamento riesamini una legge iniqua e insoddisfacente. Chi sostiene che la stessa legge avrebbe ridotto il numero dei sequestri, dimentica che e aumentato il tempo di detenzione degli ostaggi e tanti non sono mai rientrati». Ancora più categorico l'imprenditore Giovanni Murgia, 48 anni, di Dolianova (Cagliari), sequestrato nell'ottobre '90 e rilasciato dopo quasi tre mesi e il pagamento di 000 milioni . Murgia, collaborando con le forze dell'ordine è riuscito a fare individuare tutti i componenti della banda, compresi i mandanti, ma i processi sono ancora in corso. «Dall'applicazione della nuova legge sul sequestro dei beni, dal '91 a oggi dice Murgia - la normativa ha colpito in Sardegna !2 ostaggi: tre (Scaliti, Furlanetto e Vinci) hanno pagato il riscatto: tre iRuiu, Sireana e Licheri) non sono più tornati: due (Marras e Bifulco) si sono liberati: uno (Mazzarella) è stalo abbandonato nella macchina senza benzina». Su due altri due sequestri, quello del piccolo Kassam e quello di Checchi, Murgia si interroga: «Siamo certi che nessuno abbia pagato?. E poi Silvia Melis è ancora prigioniera. Che senso ha questa legge che finisce con penalizzare le vittime dei rapimenti?». Ma Piero Luigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, risponde deciso ai parenti che protestano; «La legge sui sequestri di persona, che prevede anche il sequestro dei beni dei familiari, va difesa e mantenuta: si nota un calo del fenomene dopo l'entrata in vigore». [Agi]

Luoghi citati: Cagliari, Dolianova, Nuoro, Sardegna