La squadra Mediaset

tu squadro Mediaset tu squadro Mediaset Confalonieri: geniale Fede: andrò a Firenze MONTECARLO. «Ferrara ha già vinto. Con la sua scelta ha spiazzato tutti...». Parla così Roberto Nini Briglia, pochi minuti dopo l'annuncio della sua nomina a successore di Ferrara alla guida di «Panorama». E, dopo aver indossato lo smoking d'obbligo per la serata di gala di Publitalia, aggiunge: «Ora s'amiuncia una campagna elettorale rilevantissima, davvero rilevantissima». Tiene banco anche il giorno dopo, ai piani alti di Mediaset, la scelta dell'ex direttore di «Panorama». «Ferrara è stato geniale, come sempre» giubila il presidente Fedele Confalonieri C'è da esser gelosi, per tanto entusiasmo, soprattutto in un mondo popolato da prime donne come la tv. Per esempio: direttore Fede, lei non aveva fatto un pensierino sul Mugello? «Ma io magari ci vado - sorride lui -, magari con il corrierino del Mugello, così questa sfida me la godo da vicino». Già, chissà come le tv Mediaset seguiranno la sfida tra l'«elefantino» e l'ex pm più noto d'Italia. Paolo Liguori, poco più in là, la vede così: «Credo che Fede voglia mandare una troupe stabile sul posto, per la campagna elettorale. Noi abbiamo obiettivi editoriali diversi, anche se sono il primo a sostenere che questo duello è popolare, capace di attrarre il grande pubblico. Non dimenticate poi l'aspetto editoriale: io credo che Ferrara sposterà il "Foglio", nuova formula, al Mugello durante la campagna elettorale. Così per almeno un mese focalizza l'attenzione del suo pubblico e si crea un nucleo fedele di 20-30 mila lettori». «Sta a vedere - dice Fede gesticolando - che Giuliano vince e diventa senatore». Poi, più serio: «Io prevedo che alla fine vincerà Di Pietro. Ma se l'ex pm prenderà un dieci punti percentuali in meno rispetto ad Arlacchi sarà un bello smacco. E sarà un senatore tra i tanti. E non credo che la cosa dispiaccia poi troppo a D'Alema... Peccato per Salamone». Salamone, il pm di Brescia? «Sì, proprio lui. In una sorta di prima consultazione era emerso lui come possibile antagonista di Di Pietro. E sarebbe stata davvero una bella occasione. Però lui non ha voluto, è stato onesto perché ci sono su di lui partite pendenti. Ma è un peccato». Chissà se tanta euforia e buon umore sono giustificati. Tutto sommato, commenta qualcuno, la sfida di Ferrara potrebbe rivelarsi un autogol. Basta che Di Pietro stravinca... «No - replica Liguori - Di Pietro ha già perduto. Lui ha bisogno di un voto plebiscitario, un'investitura popolare per la sua pretesa santità. E invece l'arrivo di Curzi dimostra che una parte del popolo di sinistra non lo considera un santo. E con la discesa in campo di Giuliano si fa avanti una parte del Paese per cui lui non è affatto un santo. Anzi». Così i vertici Fininvest si preparano al grande duello sulle pendici del Mugello. Un dibattito tra i due avrebbe una grande «audience». Peccato che Di Pietro abbia già detto di no. «E' ovvio - commenta Fede - che volete che abbia da dire. Che c'azzecca». L'ultima battuta, scherzosa ma tagliente, è di Liguori. «Ma forse Ferrara non è sceso in campo contro Di Pietro. Quel che lo ha convinto è una foto di una Mercedes. Sopra c'è Di Pietro, Marialina Marcucci, sua grande elettrice in Toscana, e Leonardo Mondadori, amico della Marcucci. Chissà, forse Giuliano si è deciso allora...». [u.b.]

Luoghi citati: Brescia, Ferrara, Firenze Montecarlo, Italia, Toscana