Una nuova miccia nella polveriera Gerusalemme di Aldo Baquis

Faisal Husseini «Israele ricorre alla forza, saremo costretti a imitarlo» MEDIO ORIENTE Netanyahu: non posso cacciarli. Lea Rabin lo accusa di nuovo per l'assassinio del marito Una nuova miccia nella polveriera Gerusalemme Decine di coloni armati occupano una casa nel quartiere arabo TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Con una tecnica ormai sperimentata, decine di coloni armati sono penetrati domenica notte nel popoloso rione palestinese di Ras el-Amud (alle pendici del Monte degli Ulivi di Gerusalemme) per prendere possesso di una casa acquistata per loro dall'uomo d'affari statunitense Irving Moskowitz, un acceso sostenitore del premier Benyamin Netanyahu e del sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert. Il blitz - di cui Netanyahu e il ministro della Difesa Yitzhak Mordechai affermano di essere stati tenuti all'oscuro - è scattato poche ore dopo che una speciale commissione del ministero degli Interni aveva respinto i ricorsi contro la costruzione a Ras el-Amud (su un appezzamento di terra che appartiene a Moskowitz) di 70 nuovi appartamenti per ebrei. In una fase successiva il loro numero complessivo dovrebbe salire a 130. L'iniziativa dei coloni e l'acquiescenza mostrata nei loro confronti dal governo hanno provocato una dura reazione dell'Autorità nazionale palestinese che è tornata ad avvertire ieri che attività del genere rischiano di provocare turbolenze nei Territori. «Prima cercavamo un'intesa con Israele basandoci sulla forza della ragione», ha detto Faisal Husseini, il più alto esponente palestinese a Gerusalemme Est. «Adesso però Netanyahu ricorre alla ragione della forza, obbligandoci ad imitarlo». Aspre critiche a Netanyahu sono state espresse anche dall'emissario europeo Miguel Angel Moratinos (secondo cui «è una provocazione» l'ingresso dei coloni a Ras el-Amud) e da Lea Rabin che gli ha rinfacciato di aver preso parte due anni fa alla sobillazione che portò all'uccisione del marito. La signora Rabin ha pregato Netanyahu di astenersi dal deporre oggi, come intendeva, una corona di fiori nel punto dove il premier fu abbattuto da un estremista ebreo. Ieri Netanyahu ha definito l'iniziativa dei coloni «contraria agli interessi di Gerusalemme e di Israele». Il premier ha però notato che la legge non gli consente di evacuare i coloni. Al massimo potrà congelare «per motivi di sicurezza pubblica» la costruzione dei nuovi appartamenti ancora in fase di progettazione. Malgrado le violente proteste della popolazione araba, una «testa di ponte» di coloni è destinata a restare in zona. Dal tavolo del governo la protegge il generale della riserva Ariel Sharon, persuaso come è che le attività di quel pugno di coloni abbiano rilevanza strategica per Israele. Carte di Gerusalemme alla mano, Sharon teme che l'Anp riesca un giorno a controllare un ampio corridoio terrestre che si estenda da Abu Dis (a Sud-Est di Gerusalemme), attraverso Ras el-Amud, fino al Monte degli Ulivi dove - gli risulta - i palestinesi vorrebbero un giorno erigere i loro uffici governativi. Sarebbe la divisione di Gerusalemme. Per impe- dirla è fra l'altro necessario creare un'ostinata presenza ebraica a Ras el-Amud, da dove si controlla fra l'altro la strategica superstrada Gerusalemme-Gerico. Le notizie che giungevano ieri da Gerusalemme hanno probabilmente accresciuto lo scetticismo del segretario di Stato Usa Madeleine Albright - ieri in visita lampo a Beirut per colloqui politici con Elias Hrwai e con Rafik Hariri - che nemme¬ no una settimana fa aveva consigliato ad Israele di «astenersi da iniziative a sorpresa che possono essere interpretate come provocazioni dai palestinesi». Anche i servizi segreti palestinesi sono sul chi vive dopo aver arrestato di recente quattro cittadini giordani - emissari di Abu Nidal - che si accingevano a quanto pare ad attentare alla vita di Arafat. Aldo Baquis Faisal Husseini «Israele ricorre alla forza, saremo costretti a imitarlo» Tre coloni ebrei pregano nella casa che hanno occupato a Gerusalemme Est