Troppi compagni capitalisti nel pcc della lotta di classe di F. M.

Troppi compagni nel pcc della lotta Troppi compagni nel pcc della lotta pitalisti di classe LA MARCIA DEI MILIARDARI ROSSI PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Uno dei dilemmi dottrinari davanti ai quali si trova il partito comunista in occasione del suo XV congresso, apertosi venerdì, è che cosa fare dei tanti miliardari nelle sue file. Appena preso il potere nel '49, sterminò i ricchi che non erano riusciti a fuggire, centinaia di migliaia, tenendo poi per decenni i loro discendenti come casta inferiore, senza neanche diritto all'istruzione. E fino alla morte di Mao la Cina fu una uniforme società senza classi basata sulla lotta di classe. Con le riforme si è creato rapidamente un vasto strato di danarosi imprenditori, molti dei quali, di nuovo centinaia di migliaia, iscritti al partito. Tanti hanno preso la tessera come un'assicurazione: svolgendo attività fino a ieri condannata, meglio coprirsi le spalle, stare in politica e sentire in anticipo l'aria che tira. Molti altri, tra cui figli di alti dirigenti, erano già iscritti, e disponendo delle giuste connessioni con mandarini rossi e burocrazia celeste, si sono dati con gran successo agli affari, seguendo le indicazioni di Deng Xiaoping: «Arricchirsi è glorioso». Adesso un trust di cervelli della scuola centrale di partito e funzionari della propaganda sono stati messi sotto pressione per formulare una teoria che risolva il dilemma nei rapporti col partito di compagni divenuti ricchi imprenditori e ricchi imprenditori divenuti compagni. L'urgenza è data dal fatto che, col programma di smantellamento dell'industria di Stato annunciato dal presidente Jiang Zemin al congresso venerdì scorso, lo strato di compagni imprenditori è destinato ad allargarsi. Non si hanno cifre precise, ma pare che nella sola provincia di Canton - 80 milioni di abitanti - almeno 50 mila imprenditori grandi e medi siano iscritti al partito. Nel '95 era stata diramata una disposizione restrittiva sul tesse- ramento di uomini d'affari, perché il partito non può diluire la sua composizione proletaria accettando capitalisti. Ma molte organizzazioni di base non la osservano e per grossi imprenditori si aprono le porte. Secondo lo statuto del '92, possono iscriversi al partito «operai, contadini, militari, intellettuali o altri rivoluzionari», determinati a essere «combattenti d'avanguardia della classe lavoratrice imbevuta di coscienza di classe comunista», votati a «servire il popolo e dedicare la loro vita alla realizzazione del comunismo». Da tempo la figura degli imprenditori è stata rivalutata dalla propaganda, giunta ad affermare che essi svolgono una funzione sociale anche quando si svagano, perché provvedono posti di lavoro, continuando essi stessi a lavorare. Veniva citato il caso dei molti Golf Club sorti un po' ovunque: nuovi posti di lavoro, e luoghi di trattative di affari per capi d'impresa. Al congresso in corso si ripete che la Cina è «allo stadio primario del socialismo», e che per arrivare alla società socialista ci vorrà lungo tempo, almeno un secolo. In nome di una coesione nazionale sarà quindi certamente trovata la sistemazione dottrinaria per i compagni miliardari, mentre si ribadisce che obiettivo generale è lo sviluppo economico per potenziare la patria, non la lotta di classe. L'appello alla coscienza na- : zionale invece che proletaria contribuisce a spiegare il fatto che all'apertura dei lavori sia stato suonato appunto l'inno i nazionale invece chi1 l'Interna- j zionale. Al congresso del 1992, come confermano giornali dell'epoca e videoregistrazioni dell'evento ! a sostegno della memoria di chi 1 vi ha assistito come il sottoscritto, fu suonata solo l'Internazionale, Viene ora precisato i che lo storico inno della sinistra sarà suonato in chiusura, men- | tre si cerca la sistemazione dot- i trinaria per i compagni miliar- ; dari, che fanno da traino alla crescita della potenza cinese. ! [f. m.]

Persone citate: Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Mao

Luoghi citati: Canton, Cina, Pechino