Un fantasma della Tienanmen: riabilitateci di Fernando Mezzetti
Bertinotti custode della Città Proibita Una copia non firmata consegnata alle agenzie, ma il partito nega di averla ricevuta Un fantasma della Tienanmen: riabilitateci Lettera dell'ex Segretario Zhao PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Dal fondo di una Cina senza voce salgono misteriosi appelli mentre il partito comunista a congresso celebra il grande sviluppo del Paese e si prepara a radicali svolte in campo economico tenendo fermo l'autoritarismo politico. Una lettera al massimo organismo del partito sarebbe stata inviata dall'ex segretario generale, Zhao Ziyang, per una revisione storica dei fatti della Tienanmen della primavera '89, durante i quali egli si oppose alla repressione delle manifestazioni studentesche, sfociata nel sangue il 3 e il 4 giugno. A fine giugno di quell'anno fu destituito, rimpiazzato con Jiang Zemin da allora capo del partito, e messo per anni agli arresti domiciliari. Nell'ottobre '92, alla vigilia del precedente congresso, il partito annunciò che si era conclusa «l'inchiesta a carico del compagno Zhao Ziyang», ma nessuna sanzione fu presa verso di lui. Che lo si chiamasse compagno significava che non era stato espulso, ma non ha mai poi avuto piena libertà di movimento. La missiva, dattiloscritta e non l'innata, col nome dell'autore scritto a macchina, è stata fatta pervenire in copia alle agenzie di stampa occidentali. Difficile stabilirne l'autenticità. Sull'originale, se veramente inviato alla massima assise, dovrebbe comunque esserci la firma. Il portavoce del congresso, in risposta a una domanda, ha dichiarato che il congresso stesso non ha ricevuto la lettera. Secondo altre fonti, essa sarebbe invece stata effettivamente mandata. Stando alla copia senza finna, Zhao Ziyang chiede una riconsiderazione degli eventi dell'89, allora giudicati controrivoluzionari e repressi coi carri armati. «Non ha senso determinare la natura del movimento come sommossa controrivoluzionaria - si legge nella copia in riferimento alle manifestazioni che scossero la capitale da aprile a giugno '89 -. Tutti sanno che la maggior parte degli studenti chiedevano la punizione della corruzione e riforme politiche, non il rovesciamento del partito. Poiché non si trattava di rivolta controrivoluzionaria, non si sa rebbe dovuto ricorrere-all'esercito. E' una questione che deve essere affrontata, meglio attiva mente che passivamente, prima che sia tardi, finché la situazione è stabile, senza aspettare disor dini. Spero che il partito decida, giudichi il momento e colga la situazione». Evocando rischi di proteste in controllabili, il documento si ri chiama significativamente alla lotta alla corruzione di cui l'at tuale vertice fa oggi una sua bandiera. Esso arriva pochi giorni dopo l'espulsione dal partito dell'ex sindaco e boss di Pechino, Chen Xitong, due anni fa caccia to dal Politbjuro e da allora agli arresti domiciliari. L'inchiesta interna lo ha giudicato colpevole di corruzione su vasta scala, e sarà processato. L'ex sindaco fu una delle figure maggiori della repressione, e fece lui il rapporto sugli eventi, messi in moto da proteste contro la corruzione. Il grande repressore di ieri bollato oggi come grande corrotto. Probabilmente questa decisione del partito, la più severa contro un membro del Politbjuro dai tempi della rivoluzione culturale, ha incoraggiato Zhao a prendere l'iniziativa di chiedere la revisione sulla Tienanmen, se la copia corrisponde all'originale. Ma ci sono serie implicazioni. Altro personaggio dell'ala dura fu l'attuale premier Li Peng, mentre Deng Xiaoping, che il congresso sta glorificando, dette il suo avallo finale alla repressione. Da questa si tenne fuori Jiang Zemin, allora capo del partito a Shanghai, dove le manifestazioni furono placate senza versare sangue. Nella primavera '92, nel suo viaggio a Sud con cui rilanciò la sua linea, Deng rilevò che Zhao pur essendo vacillato nella lotta al liberalismo, aveva comunque dato grandi contributi alle riforme, ed era perciò ora di chiudere il suo caso. Cosa che avvenne in ottobre, senza sanzioni. Alla morte di Deng, nel febbraio scorso, secondo fonti non ufficiali Zhao avrebbe voluto rendere omaggio alla salma del patriarca, ma il partito aveva respinto la sua richiesta. Fernando Mezzetti «Fu una protesta anti-corrotti Parliamone prima che sia tardi» f ì ¥ A centro pagina via della Pace Celeste a Pechino con il palazzo dell'Assemblea dei delegati del popolo Qui accanto l'ex segretario Zliao Ziyang (con la moglie) e Bertinotti
Persone citate: Bertinotti, Chen Xitong, Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Zhao Ziyang
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