«Niente da spartire fra i padani e l'Italia» di Giovanni Cerruti

IL LEADER DELLA LEGA «Niente da spartire fra i padani e l'Italia» IL LEADER DELLA LEGA OMILANO NOREVOLE Bossi, finita la sua tre giorni sul Po Romano Prodi ha detto che... «Non mi interessa, non lo voglio nemmeno sapere». Dice che la vostra manifestazione è stata un fallimento. «Ah sì? Meglio che non apra bocca, il signor presidente del Consiglio italiano. Perché lui, quando va a Venezia, più di quattro politicanti non riesce a raggruppare». Prodi aggiunge che... «Ma che dica quel che vuole, visto che non sono fascista dica pure quel che vuole». La Conferenza Episcopale Italiana e il Cardinal Rumi sostengono che... «Ah! ali!, Ruini, la mina dell'Italia, meno male che sta dall'altra parte, "Ruinàtt come l'Italia"». Lamberto Dini dichiara che... «Ci si mette pure quel lì?». Dichiara che le vostre elezioni padane del 26 ottobre vanno impedite. «Magari, magari ce le vietassero! Così raddoppieremmo il numero di chi vuol correre a dare il voto alla Padania!». A lei i commenti degli italiani non interesseranno, ma ammetterà che a Venezia non c'erano moltitudini padane. «E perché, mica doveva esserci l'adunata generale. La nostra macchina organizzativa non era lanciata a mille, lo è e lo sarà per le elezioni. E poi c'erano 22 feste padane lungo il Po». C'erano anche l'anno scorso. «Ma che c'entra? A Venezia si erano mobilitate solo due province. Rispetto all'anno scorso è stata un po' sottotono, ma lo sapevamo». Dunque è soddisfatto? «La scadenza vera resta quella del 26 ottobre, quando si vedranno gli effetti pratici di quel che è successo domenica a Venezia». Al momento gli effetti pratici sono le dichiarazioni di condanna. «Parole, parole, parole». Come avrà certamente calcolato la sua uscita sulla bandiera, sul tricolore che diventa «triculore», sulla bandiera che diventa carta igienica, ha colpito e anche offeso. «Io so che per la seconda volta in due anni avevo un tricolore appeso alla finestra, proprio davanti al nostro palco. Quel tricolore davanti agli occhi è mia provocazione, per i padani rappresenta oppressione e sfruttamento. E ho risposto alla provocazione». Un colonnello in congedo, per protesta, restituirà la sciabola al Presidente della Repubblica. «C'è chi sputa sulla bandiera e chi sputa sulla libertà. Le bandiere non sono eterne e io non sputo sulla libertà». Il pm di Verona Guido Papalia... «Per l'amor di Dio! A Venezia Maroni ha detto che i magistrati padani dovranno essere residenti da almeno cinque anni in Padania. Su questo non sono d'accordo, perché ci ritroveremmo ancora questo Pappallia!». Il risultato è che domani la Commissione affari costituzionali del Senato deciderà che il tricolore sarà su stazioni, porti, aeroporti, scuole eccetera. «Va bene, vuol dire che m Padania ci divertiremo a toglierle. La storia insegna che le bandiere non sono eterne, valgono per quel che rappresentano: per noi, ripeto, il "triculore" è la bandiera dell'oppressione e dello sfilittamento». «Dopo Venezia io e la Lega torneremo a Roma con le mani libere». L'aveva detto lei in agosto. Quando torna? «Errore. Dopo le elezioni padane di ottobre». Però, questa mattina, i suoi dovrebbero presentarsi in Commissione Bicamerale. «Mi pare di sì». Missione? «Far notare che il tempo era scaduto il 30 agosto, ad esempio. Far notare che D'Alema ci ha cancellato 0 referendum sull'autodeterminazione. Rispetti almeno la forma, D'Alema, visto che pretende che gli altri la rispettino». Tutto qui? «Capiscono che non concluderanno un tubo, ma è ancora aperta la faccenda degli emendamenti e dei subemendamenti. Vedremo...». Roberto Maroni, suo premier padano, annuncia che andrà in Bicamerale con ini ordine del giorno che ripropone il referendum sull'autodeterminazione. Speranze? «Per me nessuna e non mi dispero. Tanto, da domenica, la Repubblica Federale Padana è in atto. O vediamo dei fatti concreti oppure niente, le parole non ci fermano e andiamo dritti per la nostra strada. Questa Italia non l'amiamo più». Oggi lei riunisce il suo Consiglio Federale. Ordine del giorno? «Le elezioni amministrative di novembre. Finora ne hanno parlato solo i giornali, adesso ne parleremo tra noi». Ad esempio per Venezia, possibilità di intese con il Polo? «Non ne so niente. Però mi pare che si sia già espresso Gianfranco Fini con le sue dichiarazioni. Ha già provveduto lui a stoppare tutto, no?». Giovanni Cerruti

Persone citate: D'alema, Gianfranco Fini, Guido Papalia, Lamberto Dini, Maroni, Prodi, Roberto Maroni, Romano Prodi, Ruini