Risparmi «vincolati»

Risparmi «vincolati» Risparmi «vincolati» EONO il figlio di due impiegati di medio-alta retribuzione mensile, con le mani fortemente bucate. Il conto è al massimo sul milione di lire. A ottobre mio padre riceverà una liquidazione, di cui circa 35-40 milioni saranno disponibili per essere «salvati». Di una cosa siamo sicuri: questa somma dovrà essere assolutamente vincolata per un periodo piuttosto lungo, in modo da arginare le nostre velleità spendatele. Ho tre quesiti cui dare risposta: 1) quale tipo di investimento ci consiglia (in banca o in posta)? 2) dovremo investire tutto in un solo prodotto o è meglio diversificare? 3) per quanti anni ci consiglia di vincolare la somma? A. Lafratta - Moncalieri Famiglia spiritosa e autoironica, non stupisce che preferisca spendere e godersi la vita. Ma il sussulto di «saggezza» del giovane erede impone ora il cambio di strategia. E allora veniamo alle risposte. 1) Un investimento azionario globale, piuttosto che un impiego nel reddito fisso, soprattutto se da oggi in poi i genitori intendono alimentare questo primo capitale con risparmi mensili in un piano di accumulo, sempre azionario e diversificato a livello internazionale. 2) Questa prima somma consente, al massimo, la suddivisione in un fondo in azioni italiane (IO milioni) e in un fondo globale mondiale (25-30). 3) Il numero di anni nei quali far «lavorare» il gestore non è una scelta mia ma il punto di partenza vostro. Proprio il fatto che lei abbia scritto di una somma «assolutamente vincolata per un periodo piuttosto lungo» mi ha orientato per le prime due risposte: concretamente, comunque, direi non meno di IO anni. Tenga presente, infine, che dai fondi comuni si può uscire quando si vuole: bastano pochi giorni per riavere (e spendere!) il capitale maturato. A CURA DI GLAUCO MAGGI Polizza per proteggersi dall'inquilino Ho letto da poco l'articolo apparso in cronaca di Torino su una «Villetta in fiamme per una sigaretta». Gradirei leggere su Tuttosoldi, che da sempre tiene aggiornati i lettori sui vari temi della casa, quali sono le garanzie che, negli altri Paesi europei e non, gli inquilini sono tenuti per legge a fornire ai proprietari, in caso di un evento dannoso per colpa propria. Se non vado errato, mi sembra di aver letto proprio su Tuttosoldi, tempo addietro, che in Francia gli mo^nlini sono tenuti per legge a stipulare un'assicurazione obbligatoria di responsabilità a garanzia di eventuali danni causati da imperizia o dolo. Il meccanismo deve essere molto simile alla nostra «re» automobilistica perché, se il conducente danneggia un'auto o una cosa di proprietà non sua, è tenuto al risarcimento. In caso, poi, di lesioni a persone il risarcimento è molto più elevato. Certamente non è la cauzione a tutelare i proprietari, in quanto talvolta non è sufficiente nemmeno a coprire i danni fatti dopo un uso sconsiderato di tasselli o infissi. Antonio Caresio Una polizza, in effetti, esiste e viene definita «Rischio locativo»: copre i danni causati dal locatario per incendio, scoppio, esplosione e altri fatti gravi. Il contraente della polizza è l'inquilino; il costo è molto modesto, variando, a seconda del bene locato, intorno alla 20/30.000 lire all'an- Chi desidera risposte In tema di risparmio e Investimenti, banca, casa, fisco, pensioni e previdenza scriva a: Tuttosoldi via Marenco 32 10126 Torino no per ogni 100 milioni assicurati. La polizza, peraltro, presenta il difetto che il proprietario non viene indennizzato se non riesce a dimostrare che il danno è chiaramente Imputabile alla condotta dell'inquilino. Inoltre, i danni debbono essere prima riparati e solo in seguito la compagnia provvede a liquidarli (la polizza è del tipo risarcitorio). Per ottenere una copertura più adeguata alle richieste del nostro lettore, sarebbe preferibile che il locatario stipulasse una polizza asssicurativa sull'appartamento «in nome e per conto di terzi» comprendente anche la responsabilità civile per fatti della sua vita privata. La polizza deve prevedere un'appendice con un vincolo a favore del proprietario (che incasserà così l'indennizzo) e deve essere rispettato un accordo tra le parti In base al quale l'inquilino annualmente paga la polizza ed esibisce la quietanza a conferma dell'avvenuto pagamento del premio entro i 15 giorni successivi alla scadenza. In questo caso il costo è più elevato (circa 85.000/ 100.000 lire per ogni 100 milioni assicurati) ma c'è un grossissimo vantaggio: non viene imposto l'onere della prova della colpevolezza a carico del proprietario dell'appartamento. Stessi Btp in 2 banche a prezzo diverso Ho sottoscritto a metà giugno, in riapertura d'asta Btp 1/2/2007 al 6,75% con valuta 18/6797 presso due banche. La prima mi ha calcolato il prezzo in 99 lire, la seconda in 99,10. Potete confermarmi qual è il prezzo effettivo del Btp in questione? B.T. - Savignano (FO) L'assegnazione del Btp all'asta segue il criterio del prezzo «marginale» (a differenza di quella dei Bot, fatta in base alla cosiddetta «asta competitiva»). Ciò significa che, mentre per i Bot ogni banca potrebbe ottenere un'assegnazione a costi diversi in funzione dei prezzi ai quali è disposta a sottoscrivere i titoli, per i Btp il prezzo d'asta è uguale per tutti; e non può essere maggiorato da commissioni in quanto le banche sono pagate direttamente dal Tesoro per il servizio effettuato. Poiché il prezzo d'asta dei Btp da lei sottoscritti è stato di 99,10 è possibile solo un'ipotesi, e cioè che la banca abbia voluto farle una sorta di «regalo» per invogliarla a fare più sottoscrizioni presso II suo sportello. Per azioni fuori listino si attende la liquidazione Posseggo, azioni Finbreda e Fornara, non più quotate in Borsa e sottoposte (Finbreda) a liquidazione coatta. Nessuna comunicazione ufficiale o ufficiosa sulla loro attuale posizione è giunta, per cui ignoro che fine abbiano fatto. La banca, presso la quale le azioni sono in carico in D.A., continua ad addebitarmi spese e bolli. Domando: a) è possibile conoscere la situazione di queste società e quali sono le probabilità di recuperare i propri soldi? b) è giusto pagare continuamente spese bancarie su titoli di società non più quotate in Borsa? Lettera firmata Finbreda e Fornara non sono più quotate e quindi non più soggette agli obblighi informativi imposti dalla Consob. Solo a chiusura della liquidazione si saprà se rimane qualcosa per gli azionisti. Ma le speranze sono molto poche. Le uniche spese addebitabili sono quelle relative al conto di deposito titoli. Hanno collaborato: GIANLUIGI DE MARCHI LORENZO IORI

Persone citate: Antonio Caresio, Fornara, Lafratta, Lorenzo Iori, Savignano

Luoghi citati: Francia, Torino