BASTANO VENTIMILA PAROLE PER FARE SCUOLA D'ITALIANO?

BASTANO VENTIMILA PAROLE PER FARE SCUOLA D'ITALIANO? BASTANO VENTIMILA PAROLE PER FARE SCUOLA D'ITALIANO? La selezione di Tullio De Mauro per i ragazzi dell'obbligo DAIC Dizionario avanzato dell'italiano corrente e Dizionario Visuale pp. I38S e pp. 155 Paravia, L. 60.000. Quali e quante sceglierne? Due tesi a confronto: chi cerca le più difficili e chi preferisce limitarsi a quelle più comuni TUTTO INTERNET INFORMA DI BIBLIOTECA Lf IDEA di BrewsterKahleè affascinante, ma un po' folle: registrare e archiviare tutto quanto si trova sulla Rete. Un'impresa quasi impossibile, se si pensa che il World Wide Web, la «ragnatela che avvolge il mondo», conta oggi più di 50 milioni di pagine e che queste sono destinate a raddoppiare ogni anno. Le pagine web inoltre non sono stabili, ma scompaiono o vengono sostituite al massimo dopo due o tre mesi. Ancora più breve è la vita delle parole a ruota libera dei ventimila gruppi di discussione, che vengono cancellate dopo una sola settimana. Risulta quindi estremamente diffìcile inseguire tutte le pagine dei tanti servizi presenti su Internet e riuscire a creare un archivio della Rete di cui non si conoscono neppure le dimensioni reali. Le stime più attendibili parlano di una grandezza di questo mare di informazioni di ogni genere variabile fra i 2 e i 10 terabyte, dove un terabyte equivale a mille miliardi di byte, cioè di «unità di informazione» o, praticamente, a una biblioteca di 100 mila libri. Kahle ha iniziato a costruire il suo archivio l'anno scorso, dopo aver venduto per 15 milioni di dollari la sua azienda, la Wais Ine, proprietaria in esclusiva di un sistema di editoria in rete che conta fra i suoi clienti l'Enciclopedia Britannica e il New York Times. Attualmente vengono archiviati 35 Gigabyte (un Gigabyte è un miliardo di byte) di dati al giorno, con un sistema messo a punto dallo stesso Kahle. Non sa ancora bene come possa essere utilizzata questa massa enorme di dati che sta raccogliendo nella sede dell'archivio, a San Francisco, né quale selezione sia necessario operare fra materiali che sono in parte zavorra, pornografia o sproloqui inutili, ad esempio, e neanche come superare i problemi di censura, dei diritti d'autore o più in generale di intromissione nella vita privata di persone che possono aver scritto qualcosa su Internet, ma che devono poi avere il diritto di cancellarlo Per ora ha selezionato tutto il materiale passato in rete, lo scorso anno, sulle elezioni presidenziali americane, documenti audio e video compresi, mettendoli a disposizione nel suo sito, dove si trova anche un'ampia presentazione dell'operazione «Archivio Internet». http://www.archve.org/ Federico Peiretti UALI e quante parole devono stare nei dizionari? E' una questione se non vecchia come il mondo, almeno vecchia quanto la comparsa delle prime raccolte scritte di parole, avvenuta più di tremila anni fa. Gli antichi ci mettevano solo quelle rare, «difficili». Con l'avvento della stampa e l'affermarsi dei dizionari colti e corposi, come quello dell'Accademia della Crusca (1612), sono entrate anche le parole comuni, più che altro per farne vedere l'uso nella fraseologia. Arrivando ai tempi nostri, l'allargamento del pubblico e l'irruzione delle scienze e delle tecniche nell'istruzione di base hanno riproposto il problema con particolare virulenza. Da secoli si sa che la risposta non è una: il tipo e il numero delle parole dipende dall'età e dalla cultura dell'utente. Nel selezionare le parole si sono sempre scontrate due scuole di pensiero: quella che ritiene che nei dizionari ci debbano stare soprattutto le parole difficili (cioè rare, disusate, specialistiche) e quella che ritiene che ci debbano stare soprattutto le parole comuni e poi un certo nu¬ mero delle altre. Sul mercato italiano negli ultimi decenni ha fatto notizia soprattutto l'ampliamento e l'aggiornamento continuo delle voci contenute in dizionari con più di 100.000 parole. I dizionari selettivi, quelli che trattano 20.000 o 60.000 parole, hanno un loro mercato rispettivamente di giovani e giovanissimi e di cosiddetti adulti frettolosi, ma non hanno mai, a torto, suscitato grande interesse. Con la pubblicazione del DIB, Dizionario di base, l'anno scorso e ora col nuovo DAIC, Dizionario avanzato dell'italiano corrente, De Mauro e la casa editrice Paravia richiamano prepotentemente l'attenzione sui dizionari selettivi e mettono a disposizione del grande pubblico i risultati di esperienze sull'apprendimento graduato del lessico iniziate negli Anni 80. Se il DIB è per ragazzi e ragazze dagli 8 agli 11 anni, il DAIC si rivolge a quelli fra gli 11 e i 15. Il DIB comprende le 7000 parole del vocabolario di base più una selezione di altri 8000 vocaboli. Il DAIC porta questa selezione a 13.000 parole, attraverso lo spoglio dei testi di tutte le discipline della scuola media inferiore. Le lezioni di lingua italiana si fanno sempre di più con esercizi creati dall'insegnante partendo da testi presi al di fuori dei libri scolastici: per venire incontro a queste esigenze De Mauro e i suoi collaboratori hanno introdotto il concetto di parola chiave (e il segno di una piccola chiave) per contrassegnare un migliaio di parole fra le più importanti di ogni ambito specialistico. Ovviamente, come nel DIB, continuano ad indicare a fianco di ogni voce se questa fa parte delle 2000 parole fondamentali (luna piena), delle 3000 di uso frequente (mezzaluna), delle 1500 cosiddette strategiche perché poco frequenti ma utilizzate nella vita quotidiana (falce di luna). E, quasi a voler coinvolgere tutti nel serissimo gioco della selezione, gli elenchi delle parole distinte da questi segni sono pubblicati in appendice al fondo del DAIC. Se confrontiamo il DIB e il DAIC per le voci comprese fra lettera e lingua, vedremo che fra le parole nuove vi sono leucocita, liberalismo, liberalizzare, liberto, liberty, lied, limatura, limbo, limpidezza, lineare, linfocito, linfonodo, linguaccia, scioglilingua. Eccezion fatta per liberty e lied, prestiti da lingue straniere e limbo, si tratta di parole specialistiche e di parole derivate. Come mai troviamo anche scioglilingua? Al posto giusto dell'ordine alfabetico, alla lettera

Persone citate: De Mauro, Federico Peiretti, Kahle, Tullio De Mauro, Wide

Luoghi citati: San Francisco