PSICHE & ORMONI CONTRO NATURA

PSICHE Se ORMONI CONTRO NATURA PSICHE Se ORMONI CONTRO NATURA CONTRO NATURA Jenny Diski instar libri trad. L. Corradini pp. 298 L. 26.000 CONTRO NATURA Jenny Diski instar libri trad. L. Corradini pp. 298 L. 26.000 OLO il dittatore parla d'amore», afferma Lacan. E poi continua: «Ciascuno fa l'amore con il proprio cervello». Jenny Diski ha tradotto questi semplici e portentosi enunciati della psicoanalisi freudiana nel diario di un'ossessione che si fa carne e abisso. Per ridiventare ossessione. A un passo dalla morte, dove l'ironia e il precipizio si guardano in faccia per un attimo. Quell'attimo è la sopravvivenza, la sua insondabile necessità che vissuto e pensiero possono ridurre a inutile cianfrusaglia, deserto. Pro o contro la natura, allora. Pro o contro il suo semplice esistere e il nostro improvviso, indecifrabile farne parte come organismo o psiche. Psiche e ormoni, storia e carne. «Contro natura» (genialmente scritto al rovescio sulla copertina dell'edizione italiana) come ciò che del nostro cervello e della nostra storia si contrappone alle leggi della biologia e della razza, dove ovviamente istituzione e costumi determinano le direttive attraverso cui si dipana la matassa del reale e di ciò che di «naturale» in essa permane. «Contro natura» perché nulla, nel libro, si presenta come già acquisito, come risultanza di una legge che, se esiste, è già, a sua volta, deviazione. «Contro natura», infine, perché si parla di sadomasochismo. Con blanda, iUuminata ferocia. Nulla a che fare con le estasi isteriche e totalitaristiche di Venere in pelliccia o con le pruriginose perversioni di Historie d'O, tanto per citare due classici del genere. Masoch, quasi per contratto, scioglie il legame tra piacere e appetito sessuale, trasferendo l'oggetto del desiderio in una mistica dove l'agnizione è mortale. Il troppo considerato romanzo di Pauhne Réage, Historie d'O, è un viaggio dove la carne viene torturata e marchiata «verso la luce»: un polpettone di Jenny Diski: diario della dissoluzione di una Masoch inglese mistica altomedievale con intrecci amorosi un po' perversi e annoiati. O desidera essere posseduta per non immischiarsi nella faccenda del desiderio. O, in questo, non ha nulla d'erotico. Il sadomasochismo di Jenny Diski è funzionale alla scoperta dell'erotismo come ultima messa in scena dell'illusione di un compromesso tra i due poh (piacere e desiderio) che alla fine vengono resi autonomi, in un'altra forma di catastrofe. E si tratta di una catarsi che è sofferenza, cognizione e foiba. Jenny abbandona la teoria dei fantasmi per ritrovarsi, da sola, davanti alla concreta permanenza, alla sua quotidiana invasività, di Jenny Diski: diario della dissoluzione di una Masoch inglese mistica altomedievale con intrecci amorosi un po' perversi e annoiati. O desidera essere posseduta per non immischiarsi nella faccenda del desiderio. O, in questo, non ha nulla d'erotico. Il sadomasochismo di Jenny Diski è funzionale alla scoperta dell'erotismo come ultima messa in scena dell'illusione di un compromesso tra i due poh (piacere e desiderio) che alla fine vengono resi autonomi, in un'altra forma di catastrofe. E si tratta di una catarsi che è sofferenza, cognizione e foiba. Jenny abbandona la teoria dei fantasmi per ritrovarsi, da sola, davanti alla concreta permanenza, alla sua quotidiana invasività, di una vita posseduta dall'inconscio. Dall'Oscuro. In un unico delirio collettivo. In una progressiva discesa all'interno di un contemporaneo regno delle ombre. Assistenti sociali, amici, genitori, ragazzi fuorviati e istituzioni sfilano davanti agli occhi di una testimone che è essa stessa residuo organico di un progetto esistenziale logoro e inutile. E ne patisce fino all'internamento in manicomio l'improponibile perdurare, l'irrespirabilità. La questione ultima, in Contro natura, è che farne della vita. La protagonista del libro è una donna relativamente emancipata. Vive separata dal marito. Abita con la figlia, si occupa di ragazzi disagiati e, fino a un certo punto della sua vita, «tira avanti». Ma, dietro, ha una sua storia. E la racconta. In modo splendido. Fino al progressivo concretizzarsi degli incubi, alla loro trasmutazione in carne. Quella di Joshua, amante e causa della progressiva dissoluzione della donna. Con la stessa asciuttezza Jenny Diski fotografa le istituzioni inglesi e gli abissi dei propri ricordi infantili, la malattia della madre e la sua. Il morbo di un'intera società che si consola di un male di fondo insanabile prendendo the, facendo figli, guardando la tele, uccidendo, sparecchiando la tavola. Morendo. «La gente - racconta Jenny - prende certe abitudini, anche cattive, e poi finisce per non volere altro»: tutto ciò, Jenny Diski lo rende con lo spessore di un classico. ' Aldo Nove