Feltri: un gran direttore di Vittorio Feltri
Feltri: un gran direttore Feltri: un gran direttore «Ha restituito verve al settimanale» GRAFHANTE C©&8 IA@»1DAE»QII! Il direttore del Giornale Vittorio Feltri VROMA ITTORIO Feltri, ha sentito che il suo collega e amico Giuliano Ferrara lascia «Panorama» dopo soli dieci mesi? «L'ho saputo dalla televisione, e dall'anticipazione del Corriere che lo lasciava intendere». Insomma, non era al corrente. E come lo giudica? «Una grossa perdita. Ferrara è un grande giornalista e si è dimostrato un grande direttore, sia al "Foglio' che a "Panorama", anche se praticamente non l'aveva mai fatto». Già. Il concorrente di Ferrara all'«Espresso», Claudio Rinaldi, sostiene che sia un politico prestato al giornalismo. «Che sia stato e sia anche un politico, non c'è dubbio. Resta il fatto che ha dimostrato di saper fare il direttore, anche da un punto di vista tecnico, restituendo a "Panorama", che peraltro era fatto bene anche con Monti, una verve polemica indispensabile per un newsmagazine che voglia contare sulla scena politica». I crìtici dicono che era un po' troppo schierato. «Tutti siamo schierati. Poi c'è chi finge di non esserlo, e chi lo è apertamente, come Ferrara e come ritengo di fare anch'io. E'un problema di onestà». Ferrara non perde occasione per dirsi nemico di ogni ipocrisia. «Chi è ipocrita si nasconde dietro a un dito, e magari lavora per De Benedetti e si dichiara indipendente». De Benedetti però non è in politica. «Però ha i suoi interessi. Il punto è ammetterlo, o far finta di niente», n linguaggio di Ferrara giornalista. Ce chi lo trova a volte troppo «alto», a volte troppo fazioso. <(Alto? Non credo a queste distinzioni fra alto e basso. Il linguaggio di Ferrara lo considero chiaro, cri stallino. Io lo capisco, e non mi considerao un intellettuale. E co munque, i lettori dei news maga zines, come quelli dei quotidiani, sono un'elite». Fazioso, mai? «Rifiuto l'aggettivo per principio E poi, basta pensare ai roghi della Lega con le tessere del sindacato: tutti si sono indignati, ma nessuno si era scandalizzato per i roghi in effigie di Berlusconi». I roghi di Berlusconi? «Sì, quando i sindacati bruciarono in piazza un fantoccio di Berlusco- ni con un cappio al collo. Stamattina ho visto che D'Alema dichiara addirittura che bruciare Berlusconi è mi gesto liberatorio, bruciare le tessere è un gesto liberatorio». Torniamo a Ferrara. Dicono che facesse scrìvere molto personaggi suoi amici. «Io collaboravo a "Panorama" da un anno e mezzo, e con Monti avevo una rubrica chiamata "Caravanserraglio". Con Ferrara è mutato il titolo. Ma il resto, argomenti, stile, non è cambiato di una virgola». La scelta di eliminare i nudi in copertina? «Perfetta. Quando dirigevo l'Europeo non li ho mai messi». Le cassette dei film però sono rimaste. «I gadget sono un problema che riguarda più l'editore. Io li abolii, e so che anche Ferrara era contrario, ma la concorrenza con l'Espresso forse non poteva prescindere dai gadget». Gli scoop sulla Somalia, un po' a doppio taglio. «Li ho trovati ottimi. Un margine di errore c'è sempre. Se un testimone poi non era attendibile pa¬ zienza, gli altri lo erano». La cassetta dell'Ariosto? «Strepitosa. Soprattutto ho ammirato il coraggio di Ferrala che l'ha mandata in edicola nonostante le solite minacce dei magistrati». La Mondadori però pare non sia stata così soddisfatta «Di quel che dice la Mondadori non mi importa un gran che, visto e considerato come va l'azienda». Non va bene? «Non mi sembra sia un trionfo. So anche che il mio amico editore Leonardo Mondadori si è lagnato perché Ferrara fa scrivere me. Per cui pensi cosa mi vien voglia di rispondergli». Cosa vorrebbe dirgli? «Che se c'è qualcuno che fa danni, sicuramente non sono io». Pensare che lei vien dato nella rosa dei papabili alla successione di Ferrara «Io dirigo il "Giornale', e non capisco perché un vescovo possa desiderare di fare il parroco. Io a "Panorama" voglio collaborare. Se poi non sarà possibile, non piangerò». Maria Grazia Bruzzone «Troppo schierato? Tutti lo siamo Poi c'è c^i fìnge corion esserlo, e chi lo è apertamente, come fa Giuliano e come faccio anch'io» «Prendere il suo posto? Io dirigo il "giornale", e non capisco^- ■—perché un vescovo possa desiderare dito il parroco» a^— Il direttore del Giornale Vittorio Feltri
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