Ucciso davanti alla discoteca

Aggredito e accoltellato da un gruppo di teppisti che cercavano di sfondare le porte del locale nel centro della città Aggredito e accoltellato da un gruppo di teppisti che cercavano di sfondare le porte del locale nel centro della città Ucciso davanti alla discoteca Dramma a Milano, la vittima è un giovane universitario MILANO. E' bastata un'occhiata. Un'occhiata di sghimbescio a quel gruppo di teppisti che cercava di sfondare le porte di una discoteca. «Cos'hai da guardare, con quella faccia di m...?» Neanche il tempo di rispondere e giù calci e pugni e poi anche i coltelli. Gaetano Labombarda, 24 anni, studente di informatica all'Università Statale di Milano è morto così: quattro coltellate al petto isolo perché passava di lì, nel momento sbagliato. Per lui e per altri sei suoi amici era il tranquillo ritorno a casa dopo una serata trascorsa in compagnia. Per una Iqnindicina di teppisti era il mo\ mento della rivalsa cieca, dopo essere stati sbattuti fuori da una discoteca. Tutto è avvenuto in via Larga, centralissima strada di Milano. Qui, in un bar tabacchi che usa affittare i propri locali, c'era appena stata una festa di compleanno. Settanta-ottanta giovani invi¬ tati da una ragazza che compiva 19 anni. Alle 2,30 di notte il bar chiude; quasi tutti salutano e vanno a casa. In una quindicina decidono invece di «restare in zona»: tutti ragazzi tra i 20 e i 25 anni sono un gruppo già ben affiatato, provengono dallo stesso quartiere (Pieve Emanuele, hinterland di Milano) dove godono di pessima fama e due di loro hanno anche precedenti per spaccio di stupefacenti e porto di coltello. In più, dopo la festa, sono tutti palesemente ubriachi o in preda a qualche eccitante. Si presentano così alla discoteca Underground, che si trova a due passi dal bar della festa. Visto il loro stato i responsabili del locale si rifiutano di farli entrare. Loro insistono, qualcuno media in loro favore e alle fine sono ammessi. Ma dura poco: urlano, spaccano e, tempo mezz'ora, i buttafuori della Underground li spingono in strada e sprangono le porte. La rabbia dei teppisti si scatena: divelgono dei paletti per strada e tentano di sfondere porte e finestre (blindate) della discoteca. Sono le 3,30 e proprio in quel momento passano di lì Labombarda e suoi amici. Anche loro tra i 20 e i 25 anni ma assai diversi da quel gruppo di teppisti. Tutti bravi ragazzi: «Basta guardarli in faccia», dicono i carabinieri che stanno conducendo le indagini. E proprio quelle loro facce, quel loro atteggiamento cosi «perbene» ha dato un gran fastidio ai teppisti. «Facce di merda» da punire solo per questo. «Non è stata una rissa, ma un'aggressione»: questa la prima conclusione dell'inchiesta. Labombarda e i suoi amici hanno cercato di difendersi come potevano. Ma poco si può, quando qualcuno tira fuori un coltello. Intorno a Labombarda erano in tre; non si sa se tutti o uno solo l'abbiano colpito. E, sul momento, neppure i suoi amici si sono resi conto della gravità delle sue condizioni. L'hanno portato al Pohclinico, che è poco distante; per due ore i medici l'hanno curato ma le ferite erano troppo profonde e, all'alba, il ragazzo è morto. I suoi amici per tutto il giorno di ieri sono rimasti nella caserma di via Moscova per aiutare i carabinieri a dare un volto e un nome agli aggressori, subito individuati in base alle targhe delle loro auto (una coinvolta pure in un incidente). Mentre il lutto entrava in quell'elegante appartamento dove Gaetano viveva con due sorelle e i genitori. Padre e madre originari della Puglia dove ancora ieri erano in vacanza. Poi quella telefonata da Milano. [r. m.] I carabinieri davanti alla discoteca Underground, nel centro di Milano E' il luogo dove è stato ucciso Gaetano Labombarda

Luoghi citati: Milano, Pieve Emanuele, Puglia