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ALGERIA SORPASSO USA ALL'EUROPA COMEINBOSNIA ALGERIA SORPASSO USA ALL'EUROPA Aprima vista sembra inesplicabile l'orrore che sta vivendo l'Algeria: gli eccidi di interi villaggi, le donne sventrate, i feti gettati nei forni, i bambini mutilati con l'arma bianca, gli uomini decapitati, e tutto questo sotto gli occhi impassibili delle caserme, che inviano i gendarmi sempre troppo tardi, sempre quando la mattanza è quasi finita. Sembra inesplicabile l'ampiezza dei massacri, e anche il modo: l'uso sistematico del coltello, la predilezione per la lama che sgozza, mutila. Dall'altra parte del Mediterraneo si compiono oscuri riti di morte, e centinaia di esseri umani sono trascinati su macabri altari immaginari, per essere smembrati come capri. Dal punto di vista dei massacratori non può che esser olocausto: olocausto coranico, sacrificio per ingraziarsi Dio attraverso il baccantico sparagmos di Euripide, il baccantico smembramento della vittima viva. L'olocausto algerino è assassinio politico-religioso, e nulla in esso è inesplicabile per chi lo compie. E' la conseguenza del progetto islamista dell'ultimo decennio: progetto che prevede la presa del potere in Algeria, in nome di una giustizia divina - di una sharia - superiore a ogni costituzione terrena. Un nuovo Stato islamico deve nascere da tutto questo furore, e il panico seminato nei villaggi e ormai nel cuore di Algeri deve servire al suo avvento. I testimoni che abbiamo ascoltato narrano di psicosi: la gente fugge dalle periferie massacrate, verso il centro di Algeri. Parla con orrore dei modi in cui avvenne l'eccidio di Rais, dove perirono 357 persone il 28 agosto. Gli assassini incendiano le case dei villaggi che circondano la capitale, per evitare che i superstiti tornino a casa e l'esodo si arresti. C'è anarchia, terrore, e il Fronte Islamico di Salvezza (Fis) invita i villaggi a armarsi, senza nominare gli islamici. E' una delle possibili strategie belliche dell'integralismo: trasformare Algeri in Kabul. Creare le premesse di un caos informe, delegittimare ogni \ Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA