Diana: per l'assicuratore vale poco di Enrico Benedetto

«Non lavorava e non manteneva i figli». Alla guardia del corpo una somma maggiore «Non lavorava e non manteneva i figli». Alla guardia del corpo una somma maggiore Diana: per l'assicuratore vale poco Polemiche sull'indennizzo PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Diana lascia un vuoto incolmabile, ma non nelle casse degli assicuratori. L'indennizzo per il suo decesso sarà un'inezia; Vita da poco, la sua. Perlomeno in termini assicurativi. Quanto? Vale meno, per cominciare, del «gorilla» Trevor Rees-Jones. Secondo la giurisprudenza francese, l'unico sopravvissuto - non ancora interrogabile ma di cui gli investigatori già temono le amnesie da trauma - potrebbe incassare fino a tre miliardi qualora gravi handicap ne pregiudicassero le condizioni psicofisiche. Lady D, o meglio il suo entourage, riceverà invece una somma assai inferiore. Si sa, i «premi» delle polizze usano parametri di natura materiale, extraemotivi. E Diana non può accampare grandi atout. Regina? Doveva ormai scordarselo. Reddito? Nessuno, escluso l'appannaggio. La custodia-tutela dei figli? Le incombeva solo per un anno. Nemmeno il «pregiudizio morale» arricchirà peraltro gli eredi. La Francia è una Repubblica: principessa o clochard gli indennizzi - simbolici - restano eguali. Insomma, per l'assicurazione in causa è quasi una «morte indolore». Il discorso cambia per Dodi ai Fayed, imprenditore dalle fortune considerevoli e in prospettiva - grazie a papà - immense. Ma anche qui, il destino miracolerebbe la società assicuratrice. La «Mercedes 280» appartiene alla «Etoile Limousine», con re presso L'Auxiliaire Nouvelle Assurance. Ma l'Ana si rivarrà su «Monsieur Paul», la chaffeur dal tasso alcolico record nel sangue. Essendo il medesimo deceduto, ne risponde il suo datore di lavoro, cioè l'Hotel Ritz. Peccato lo possegga Al Fayed senior. In altri termini, sul pianò finanziario parte civile e indennizzatore coincidono. Il nababbo egiziano remunerebbe con i propri quattrini la perdita del figlio. Improbabile. Anche sul fronte degli organismi filantropici cui - grazie a Diana Spencer - non mancavano le oblazioni, l'Ana può dormire tranquilla. I suoi legali dimostrerebbero che, lungi dal sottrarre loro ogni risorsa, il decesso funge da incentivo per i doni. Morale: sommando le quattro persone in causa, giurano gli addetti ai lavori, il «sinistro» richiederà in definitiva un'esposizione massima di quattro miliardi e mezzo, inclusi i cinquantamila franchi reclamabili in teoria da Buckingham Palace per i funerali. Ma qualcuno immagina la Regina scrivere all'Auxiliaire Nouvelle Assurance reclamando quindici poveri milioni? No, ed è l'ultimo regalo del fato, implacabile con Diana e Dodi, ma oblativo e misericordioso per l'Ana. Se almeno la famiglia Spencer condividesse i diritti sul ed «Candle in the wind» che Elton John commercializza in Francia da ieri; la Gran Bretagna dovrà attendere stamani mentre in Italia l'uscita è prevista per primi giorni della prossima settimana. Invece no: i ricavi delle sue performance musicali a Westminster per le esequie finanzieranno le iniziative benefiche cui Diana teneva in modo particolare. Il disco si annuncia come il maggior successo planetario della rentrée musicale. Malgrado solo una piccola campionatura fra le rivendite parigi¬ ne l'offrissero alla clientela, lo smercio era valutabile nel pomeriggio sulle mille copie l'ora. Con un milione e mezzo di prenotazioni nel mondo, alle quali aggiungere gli acquisti spontanei, l'hit parade andrà in tilt sin dai primi giorni. La Dianalatria è dunque in pieno boom. A Maria Callas il sindaco Jean Tiberi ha appena dedicato una strada. Ma per Diana gli piacerebbe scovare qualche boulevard o avenue debattezzabile. Con la garanzia che gli spodestati non si leveranno dal sepolcro per protestare. Enrico Benedetto I '"a corsa a' cqI di Elton John «Candle in the wind», da ieri in vendita in Francia

Persone citate: Al Fayed, Diana Spencer, Elton John, Fayed, Jean Tiberi, Maria Callas, Trevor Rees-jones

Luoghi citati: Auxiliaire Nouvelle Assurance, Francia, Gran Bretagna, Italia, Parigi