Flick: non sono il difensore del Pool di Maria Grazia Bruzzone

3 Il ministro sulla polemica dopo le frasi del Procuratore. Taormina: via da Milano quei giudici Flick; non sono il difensore del Pool Già avviate alcune azioni: «Non cedo all'emotività» ROMA. Nella ridda di critiche e repliche nei confronti del procuratore di Milano Borrelli, che ha chiesto «un gesto morale» al Parlamento sul caso Previti, scende in campo il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick. Tirato in ballo pesantemente dal capogruppo di Forza Italia Beppe Pisanu, che lo aveva accusato di essere troppo debole verso le continue esternazioni del pool milanese, e dopo la richiesta di un'azione disciplinare da parte degli avvocati, approvata ieri per acclamazione durante un congresso a Gorizia, Flick risponde per iscritto. E afferma di aver avviato, senza clamore, azioni disciplinari nei confronti di magistrati milanesi (più d'uno, si desume dal plurale). Che non sono Borrelli, sul quale il Guardasigilli compirà «nei prossimi giorni una precisa valutazione». «Le prerogative del ministro, specie quelle di natura disciplinare, non si esercitano in modo emotivo o per le pressanti richieste individuali e perfino, secondo l'inedita procedura di cui si è avuta oggi notizia, deliberate per acclamazione nei congressi», premette Flick nella sua lettera, indirizzata al capogruppo di Fi. E aggiunge: «Se così fosse, allora sì sarebbe vera l'accusa da Lei rivoltami di agire come un "apparecchio a bottone"». Il ministro risponde poi puntualmente a Pisanu, riportando alcuni passi delle sue dichiarazioni larvatamente minacciose: «Resta il fatto che Ella conferma di avermi suggerito di "stare attento", avvertendo che "prima o poi mi chiederà conto in Parlamento di quello che tutti mormorano lì su di me e sul pool. Con qualche carta in mano però". Perché prima o poi? chiede Flick -. Lo faccia prima, e con tutte le carte che possiede». Alla fine arrivano i fatti, «gli atti attraverso cui un ministro Guardasigilli parla»: «Di azioni disciplinari, che non costituiscono la mia unica attività, ne ho esercitate oltre settanta in poco più di un anno - racconta Flick -. Molte di loro non sono ancora note, perché il destinatario dell'iniziativa non è l'interessato, ma il procuratore generale presso la Cassazione, o il Csm. Esse hanno riguardato magistrati di ogni parte d'Italia, compresi quelli appartenenti all'ufficio dal quale, secondo le Sue insinuazioni, non sarei autonomo». «I fatti addebitati - continua il ministro - non riguardano inadempienze o violazioni dei doveri d'ufficio, ovvero l'esercizio improprio dei poteri-doveri del magistrato. Non di rado si riferiscono alle cosiddette esternazioni». Ma, precisa ancora Flick, «non sempre ho esercitato l'azione disciplinare in occasione di dichiarazioni anche da me considerate inopportune, perché il criterio di opportunità, da solo, non ha rilevanza disciplinare». Le stesse parole, queste ultime, con cui la presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Elena Paciotti inverviene negando che vi siano gli estremi di un'azione disciplinare contro Borrelli. Contro il procuratore capo di Milano, e contro lo stesso ministro Flick ieri è intervenuto Cesare Previti, parte in causa nel caso che ha provocato l'ennesima polemica sul pool di Mani pulite. L'ex ministro di Fi, oggi indagato, accusa Borrelli di «usare argomentazioni extraprocessuali e financo extraprofessionali, che attengono al campo della morale e non del diritto». Quanto al Guardasigilli in carica «ognuno dovrebbe conoscere i propri doveri e agire di conseguenza, ma non mi illudo: Flick indagherà, prenderà tempo, sino a quando interverranno fatti importanti e si dimenticherà di tutto». Nel coro anti-Borrelli, tutto targato Fi, si segnalano Marcello Pera, che considera «doveroso» un provvedimento disciplinare, l'avvocato Carlo Taormina per il quale non serve l'azione di disciplina perché «i componenti del pool devono essere mandati via da Milano con un decreto che introduca la rotazione degli incarichi». Per il pm Carlo Nordio «Borrelli ha dimostrato che la separazione delle carriere è un imperativo morale più che mai attuale». Un'opinione condivisa dal senatore del pds Giovanni Pellegrino, per il quale però un'azione disciplinare «sarebbe un'ipocrisia». Quanto a Mario Borghezio, rapresentante della Lega nella Giunta per le autorizzazioni alla Camera «le polemiche sull'intervista di Borrelli sono pretestuose. I partiti di Roma si stanno precostituendo un alibi per respingere la nuova richiesta di arresto di Previti, che certamente arriverà». Maria Grazia Bruzzone Paciotti contro ogni azione disciplinare «Sì alla rotazione dei pubblici ministeri» Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick A sinistra Borrelli con D'Ambrosio

Luoghi citati: Gorizia, Italia, Milano, Roma, Taormina