« Per 4500 dollari ho terrorizzato Cuba» di Franco Pantarelli

E' un salvadoregno, secondo il regime è stato addestrato da istruttori Usa a Fort Benning E' un salvadoregno, secondo il regime è stato addestrato da istruttori Usa a Fort Benning « Per 4500 dollari ho terrorinato Cuba» L'Avana: il terrorista ha confessato NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ha un nome il misterioso attentatore degli alberghi cubani. Si chiama Raul Ernesto Cruz Leon, è un cittadino salvadoregno ed è arrivato a Cuba come turista, proveniente dal Guatemala, il 31 agosto. Ha confessato, dicono le autorità cubane, di avere messo la bomba che una settimana fa, esplodendo nell'hotel «Copacabana» dell'Avana, ha ucciso Fabio di Cehno, un imprenditore itabano di 32 anni, nonché le altre tre bombe esplose lo stesso giorno in altri due alberghi, lo «Chateau» e il «Triton», e nel ristorante «Bodeguita del Medio», famoso perché un tempo vi passava le serate Hemingway e frequentato dagli stranieri. Ma l'uomo - secondo quanto il ministero degb Interni cubano ha comunicato attraverso una dichiarazione ufficiale che è stata letta nel notiziario televisivo di mercoledì sera - ha confessato anche tante altre cose: che è un ex soldato dell'esercito salvadoregno (quello famoso per i massacri di contadini); che è stato addestrato all'uso degli esplosivi da istruttori americani; che ha seguito un corso nella famosa «Scuola delle Americhe» di Fort Benning in Georgia (quella che da quando è stata istituita nel 1947 ha accolto almeno 60.000 ufficiali latinoamericani, il fior fiore dei «golpisti» degli Anni 60 e 70); e che anche le bombe di luglio, quelle esplose negli albergi «Nacional» e «Capri», provocando tre feriti, erano opera sua. Per ogni esplosione, ha detto, gli erano stati promessi 4500 dollari di compenso. Da chi esattamente? Qui le autorità cubane non sono state precisissime. «Abbiamo ulteriori elementi di giudizio che per ragioni operative non riteniamo conveniente rivelare in questo momento perché le indagini continuano con il valido aiuto del nostro popolo», dice il comunicato fatto leggere alla televisione. Ma l'indicazione che hanno fornito è comunque abbastanza concreta. «La preparazione e l'esecuzione degli attentati - dice il ministero degli Interni - è stata organizzata fin nei minimi dettagli a Miami, negli Stati Uniti, da una struttura collegata alla cosiddetta Cuban American National Foundation». La Canf è la più forte e la più di destra organizzazione anticastrista e il suo leader, Jorge Mas Canosa, è noto per i suoi collegamenti con i repubblicani americani. Tutti sanno che la legge Helms-Burton, che estende l'obbligo dell' embargo economico contro Cuba anche alle compagnie non americane e che Bill Clinton ha sospeso in extremis per evitare una guerra commerciale con l'Europa, è stata ispirata da lui. La settimana scorsa la Canf aveva salutato come «estremamente posit:%*i> gli attentati perché «qualunque iniziativa che accelera la caduta di Fidel Castro è benvenuta. Ieri un suo portavoce, Ninoska Perez, ha definito «ridicole» le accuse dell'Avana, sostenendo che in questo modo si cerca di «trasferire all'estero i problemi interni» e adombrando la possibilità che gli attentati siano opera delle stesse forze di sicurezza cubane. «Chi altro, a Cuba, ha accesso agli esplosivi?», ha detto. Ma qui la risposta dell'Avana è decisa. All'arresto di Raul Ernesto Cruz Leon, dice ancora il ministero degli Interni, si è arrivati grazie ad alcuni testimoni che lo hanno visto nei luoghi degli attentati. Con sé aveva una lista delle istallazioni turistiche cubane (quelle che nel 1996 hanno attratto un milione di persone dall'Europa e dal Canada e che hanno relegato l'esportazione dello zucchero al secondo posto fra i fattori economici che consentono l'acquisizione di valuta pregiata), dei detonatori elettrici e un libretto di istruzioni su come usarli. Inoltre, nelle sue unghie e nello zaino di Cruz Leon sono state tro¬ vate tracce di C-4, l'esplosivo usato in tutti questi attentati ma anche l'esplosivo che due anni fa fu trovato in possesso di due anticastristi di Miami, Armando Martinez Rueda e Jorge Enrique Ramirez, che furono presi mentre tentavano di introdursi clandestinamente a Cuba. Ne avevano 25 chili. A suo tempo, dicono ora i cubani, queste attività furono segnalate alle autorità di Washington, ma nulla fu fatto per bloccarle. James Foley, portavoce del Dipartimento di Stato, ha commentato che gli Stati Uniti hanno offerto a Cuba la loro cooperazione nelle indagini sugli attentati dell'Avana e che stanno aspettando una risposta. Franco Pantarelli llllllill llili L'albergo Copacabana nel quale è morto un turista italiano Sotto, una nave della Costa e il leader dell'Avana Fidel Castro