Bufera su Borrelli interviene il ministro

Violante: su Previti parole inopportune. I legali del senatore: l'inchiesta va trasferita Violante: su Previti parole inopportune. I legali del senatore: l'inchiesta va trasferita Bufera su Borrelli, interviene il ministro Probabile un 'azione disciplinare MILANO. «Il ministro non parla mai delle cose specifiche di cui si sta occupando». Parla in terza persona, Giovanni Maria Flick, e la frase potrebbe sembrare sibillina. Ma poi dal ministero della Giustizia arriva la conferma che tra le «cose specifiche di cui si sta occupando» ci sono proprio le dichiarazioni rilasciate a un quotidiano dal procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli. E dal ministero trapela anche qualcosa di più: Borrelli è ad un passo, se non già dentro, un'iniziativa disciplinare per aver violato le direttive disposte dallo stesso Flick sulle «esternazioni» dei magistrati. Laddove è scritto che non devono parlare dei procedimenti del loro ufficio e, soprattutto, non devono «interferire» con l'attività degli altri organi costituzionali. La circolare viene ricordata anche da Grazia Volo, avvocatessa di Cesare Previti, per andare più in là di una richiesta di iniziativa disciplinare: «Queste affermazioni - sostiene - pongono il pool in evidente stato di inimicizia nei confronti di Previti e per ovvie ragioni di opportunità l'ufficio di Milano non potrà più proseguire l'inchiesta». E' la premessa della «legittima suspicione». Ma cosa ha fatto Borrelli? Intervistato da «la Repubblica» sulla richiesta di arresto per Previti, presentata dal suo ufficio, ha dichiarato: «Questo esito (la votazione alla Camera sulla richiesta, n.d.r.) non è ininfluente nemmeno dal punto di vista morale, sotto il profilo della percezione che il Parlamento non può non avere della gravità di determinati comportamenti». Questo si sono ritrovati scritto i parlamentari, proprio la mattina in cui la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera discuteva del «caso Previti» scoppiava il «caso Borrelli». Con un coro unanime di critiche. §al centrò destra, come"era prevedibile; ma anche da sinistra. E dal presidente della Camera, Luciano Violante; che dichiara: «Se'Borrelli ha detto davvero quelle cose, mi sembra un'intervista assolutamente inopportuna». «Inopportuna» è la stessa definizione data da Gianfranco Fini, leader di An, che aggiunge: «Dico che sarebbe invece davvero opportuno che ci si astenesse, quando si hanno incarichi così rilevanti come nel caso del dottor Borrelli, da pubbliche dichiarazioni». Del suo partito, Fini è il più cauto. Giulio Maceratine capogruppo al Senato, parla senza mezze misure di «khomeinismo giudiziario», affermando: «Sono bastati pochi giorni al procuratore per rivelare il carattere di sfida al Parlamento che ha la richiesta di arresto di Previti». «Sfida» è lo stesso termine adoperato da Fabio Mussi, capogruppo pds alla Camera: «L'intervista di Borrelli ha un po' il suono della sfida. Il Parlamento risponderà alla richiesta fatta dai magistrati. Non capisco perché ci si debba reciprocamente sfidare; ognuno faccia il suo mestiere». Ancora più duro Marco Boato (verde) relatore sulla giustizia alla Bicamerale: «Un indebito ten- tativo di condizionare il Parlamento». E certo non da meno i commenti raccolti in Forza Italia, il partito di Previti: «Il procuratore continua a ricattare il Parlamento», dicono all'unisono Giuliano Urbani e Marcello Pera; «Purtroppo alla disinvoltura di Borrelli fa da contrappunto il silenzio pusillanime del ministro Flick», sostiene Giuseppe Pisanu. Per finire con Enrico La Loggia «Auspico un intervento del Presidente della Repubblica». A difendere Borrelli, per ora, solo un non-politico, il vicepresidente dell'associazione magistrati Paolo Giordano: «Ormai sem¬ bra che i magistrati non possano più parlare. Borrelli ha espresso una sua opinione del tutto legittima». E' quanto sostiene anche il procuratore capo: «Mi sembra strano che tutti possano parlare sugli organi di informazione, dove si for¬ ma la pubblica opinione, e solo i magistrati debbano tacere». Difende le sue dichiarazioni, Borrelli, ma in parte rettifica il tiro. E' nel suo ufficio quando ancora non si sa cosa deciderà la giunta della Camera, ma quando già hanno «esternato» quasi tutti i politici, mtmùdazioni? Ricatti? Niente di tutto questo, secondo Borrelli: «Sarebbe irriverente verso il Parlamento pensare che si faccia influenzare o intimidire da quanto ho detto, dal fatto che 10 ho parlato di questione morale. 11 senso complessivo di ciò che ho dichiarato è di rispettosa attesa delle sue decisioni». Un passo falso, procuratore? «Forse non è il primo; e non sarà neanche l'ultimo». Sorride Borrelli, dicendo così. Sorridono un po' meno i sostituti del pool, cui Borrelli stesso aveva imposto il silenzio sul «caso Previti» e si trovano un po' spiazzati dalle sue dichiarazioni. Ma sul contenuto non hanno dubbi: la pensano proprio come il loro capo. In particolare quando sostiene che «questo è il capitolo più grave di Tangentopoli; la vendita della giustizia è la forma più tossica di corruzione». Susanna Marzolla Purtroppo alla disinvoltura di Borrelli fa da contrappuno il silenzio pusillanime del ministro Flick», ostiene Giuseppe Pianu. Per finire con Enrico La Loggia gani di informazione, dove si for¬ già hanpoliticiNienteBorrellverso isi faccida qua10 ho p11 sensdichiardelle suUn «Forseneanchrelli, dpo' meBorrellsilenzivano uchiaranon ha A sinistra: il procuratore Francesco Saverio Borrelli Sopra: il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

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