IL DOPPIO PERICOLO DELLA VIOLENZA di Massimo Giannini

IL DOPPIO PERICOLO DELIA VIOLENZA IL DOPPIO PERICOLO DELIA VIOLENZA c j E' un preoccupante deficit di attenzione sull'escalation dello squadrismo anti-sindacale che dilaga al Nord. Di fronte alla truce cerimonia leghista di Mestre, con i fantocci di Cofferati, D'Antoni e Larizza dati alle fiamme e le tessere di Cgil, Cisl e Uil bruciate nell'«urna cineraria» durante l'ennesima «liturgia pagana» delle camicie verdi di Bossi, qualcuno ha rievocato i «roghi» nazi-fascisti. Ma forse in pochi, mentre li esecravano, riandavano davvero con la memoria inquieta ai roghi del passato. Alle squadracce in camicia nera che, dal febbraio del '21, incendiarono le Camere del Lavoro di mezza Italia, all'eccidio di Torino del dicembre '22, con un'altra Camera del Lavoro bruciata e il capomanipolo fascista Brandimarte che rivendicò fiero la «caduta di 22 nemici»; o alle sedi sindacali devastate dal terrorismo rosso negli Anni 70, al sacrificio di Guido Rossa, delegato-simbolo dell'Italsider assassinato dalle,Br nel '79. E comunque, è stata que stione di un giorno. Poi si lenzio. Eppure il fenomeno è in evoluzione. Con il letame sulla Camera del Lavoro di Varese, con i volantini tipo «Occhio alle famiglie» e le lettere minatorie, l'attacco al sindacato travalica le dimensioni del «simbolico», e prefigura uno sbocco «fisi co» del conflitto. E' un «salto di qualità» che non do vrebbe essere sottovalutato. Il problema principale ri guarda la Lega. Colpendo il Vaticano prima, il sindacato poi, Bossi affonda la lama Massimo Giannini CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bossi, Brandimarte, Cofferati, D'antoni, Guido Rossa, Larizza

Luoghi citati: Delia, Italia, Torino, Varese