frate confessa mi ricattava l'ho uccisa

Bergamo, lei lo avrebbe minacciato: «Se non mi aiuti a rimanere in Italia, dico che mi hai violentata» Bergamo, lei lo avrebbe minacciato: «Se non mi aiuti a rimanere in Italia, dico che mi hai violentata» frate confessa: mi ricattava, l'ho uccisa Strangolata ragazza della Sierra Leone BERGAMO. Quando i carabinieri sono riusciti a sfondare la porta, frate Fabrizio era ancora lì, inebetito di fronte al cadavere della donna che aveva appena strozzato. Un raptus, tre minuti di follia: il cappuccino ha perso la testa e ha ucciso l'amica che l'aveva minacciato di dire a tutti che tra loro due c'era una storia. Dicono che davanti alla bellezza di Aminata Harding, 25 anni, della Sierra Leone, fosse difficile resistere. Ma chissà se davvero quel fraticello timido e belloccio era segretamente innamorato di questa donna, capitata nella sua vita quasi per caso. Lei cercava di usare l'arma della seduzione per riottenere quello che aveva perso: i due figlioletti affidati all'ex convivente bergamasco, il lavoro, il permesso di soggiorno che stava per scadere proprio in questi giorni. Sì, perché lui, Fabrizio Moretti, 32 anni (gli ultimi dieci passati in convento), originario del Cremonese, frate cappuccino all'Ospedale Maggiore di Bergamo, non si era tirato indietro quando quella giovane di colore, conosciuta tramite un'assistente sociale, gli aveva chiesto aiuto. Lei era in Italia dal '91, e da pochi mesi aveva affittato una stanza ammobiliata al piano terra di un caseggiato di via Mazzini ad Alzano Lombardo, paesotto industriale alle porte di Bergamo. Svolgeva lavori saltuari presso alcuni ristoranti della media valle Seriana, e aveva pochissimi contatti con gli inquilini del palazzo. Il religioso incontrava spesso Aminata, anche se tra i due non c'era nessuna relazione sentimentale. Martedì sera la donna invita frate Fabrizio nel suo modesto appartamento. Lui si presenta in borghese, lei lo accoglie con abiti succinti: reggiseno, mutandine e una vestaglietta trasparente. I due si siedono sul divano del salotto e cominciano a parlare. Poi, probabilmente, accade qualcos'altro. Aminata passa al contrattacco, pretende che l'amico l'aiuti a superare le sue difficoltà burocratiche; frate Fabrizio fa presente che non è così semplice. E così lei inizia a ricattarlo, gli dice che se non si adopera al più presto racconterà a tutti che qualcosa è accaduto sul divano di casa sua. Il religioso si sente con le spalle al muro, perde la testa, afferra la donna e comincia a picchiarla. Lei reagisce, nasce una colluttazione durante la quale il cappuccino si ferisce leggermente. «Era da poco passata l'una di notte - racconta Denise Tombini, 24 anni, che abita nell'appartamento al piano di sopra -, mia madre ha sentito rumore di suppellettili rotte e di mobili che si spostavano. Poi la voce di una donna che gridava aiuto. Io ho appoggiato un orecchio sul pavimento e ho cercato di ascoltare: sentivo qualcuno ansimare forte e così mi sono preoccupata. Ho pensato subito a qualcosa di grave, anche perché quella ragazza, che fino a venti giorni fa aveva convissuto con un altro giovane, non aveva mai dato problemi: mai nessuna lite. Insomma, una brava ragazza, ecco, forse un po' stravagante: una volta l'ho vista spazzare il cortile con la minigonna e un cappello strano. Sembrava una uscita da un film, e mi mettevo a ridere quando la vedevo vestita così. Ma quando ho sentito quegli ansimi ho capito immediatamente che c'era qualcuno che stava male e così l'ho detto a mia madre, che ha avvertito i carabinieri». Nel frattempo di sotto i rumori si sono attenuati: il frate è riuscito a immobilizzare la donna, le ha stretto il collo con le mani. Lei ha perso i sensi, ma l'uomo, come impazzito, ha continuato a stringere, sempre più forte. In quel momento i militari chiamati dai vicini sono arrivati al palazzo di via Mazzini. Bussano alla porta della ragazza africana. Nessuno, però, risponde. Con una torcia puntata attraverso le finestre cer¬ cano di capire se in casa c'è qualcuno, sino a quando il fascio di luce non illumina un corpo di donna disteso sul pavimento. A questo punto i carabinieri decidono di sfondare la porta e quando entrano nell'appartamento trovano il cadavere di Aminata. Indosso ha ancora la biancheria intima e la vestaglietta. Il volto presenta alcune ecchimosi, e nell'alloggio ogni cosa è a soqquadro. Poco più in là, in un angolo buio, c'è frate Fabrizio, pallido e impietrito. Non si muove, non prova nemmeno a spiegare perché si trova lì. I militari lo portano via, in caserma dove, un paio d'ore più tardi, confesserà tutto. «Un racconto lucidissimo il suo, interrotto solo da qualche pianto - spiega l'avvocato difensore Nino Scopazzo dopo l'arresto -, è un uomo distrai¬ to, si è reso conto di quello che ha fatto. Ha raccontato tutto agli inquirenti e mi ha dato l'impressione che mentre parlava invocasse una punizione». Stefano Serpellini Alla giovane stava per scadere il permesso di soggiorno I due si incontravano spesso nella casa di lei I FRATI IN ITALIA Quante sono le vocazioni? Ogni anno i nuovi frati sono più di cinquanta Quanti sono? I Francescani: 5000 minori conventuali 11.500 cappuccini 18.000frati minori Come si diventa? Un ragazzo che intende entrare nell'ordine francescano arriva in convento dopo avere compiuto 18 anni. Deve seguire inizialmente due anni di ricerca, ce n'èpoi uno di noviziato, durante il quale si riflette sulla scelta da fare, ed un successivo periodo di approfondimento A destra la casa dove è stata uccisa la ragazza extracomunitaria li frate che ha ucciso la ragazza era originario del Cremonese o lavorava all'ospedale Maggiore di Bergamo

Persone citate: Denise Tombini, Fabrizio Moretti, Harding, Nino Scopazzo, Stefano Serpellini

Luoghi citati: Alzano Lombardo, Bergamo, Italia, Sierra Leone