«lasciatemi in pace» le sue ultime parole

9 i medici: era molto agitata ma semincosciente: il volto intatto, sembrava ferita alle gambe «lasciatemi in pace», le sue ultime parole i 77 «Parisien»: cosa videro i primi soccorritori di Diana PARIGI NOSTRO SERVIZIO «Leave me alone!, leave me alone!». «Lasciatemi in pace»: sono le ultime parole di Diana, mormorate a diverse riprese prima che i soccorritori applicassero sul suo volto una maschera d'ossigeno, e che la principessa perdesse definitivamente conoscenza. Sono le 0,35 della notte fra il 30 e il 31 agosto. Dieci vigili del fuoco circondano i medici del pronto soccorso giunti da pochi attimi sul luogo dell'incidente. I sanitari hanno appena appreso che la giovane donna in jeans all'interno della Mercedes è la pricipessa di Galles. La trovano distesa: metà del corpo all'esterno della vettura, ma le gambe ancora posate sul sedile posteriore. Uno dei medici si avvicina. «Era molto agitata, semikappaò ma cosciente», racconta. Attorno alla vettura i fotografi, che la mitragliavano di flash. Erano a pochi centimetri dal suo viso, la fotografavano da capo a piedi. La principessa geme, accenna qualche debole movimento e mormora più volte "Oh mv God!" (Dio mio)». Il suo volto e intatto, solo due ferite risultano visibili: alla coscia e al braccio. «A dire il vero, il braccio era sbriciolato», spiega il medico. Si installano potenti proiettori, che illumineranno d'una luce cruda il luogo del dramma. Nell'urto, il compagno di Diana - Dodi - è stato scagliato fuori dell'automobile e il suo cadavere giace a una ventina di metri dal veicolo. Malgrado un massaggio .cardiaco, i medici non riusciranno a rianimarlo. Gli eventi si succedono'con grande rapidità. I soccorritori allontanano i fotografi, Diana pronuncia la sua ultima supplica: chiede, e ripete, che la si | lasci ih pace. Poi, calata la maschera d'ossigeno, le si prodigano le prime cure. I medici, che temono un'emorragia interna, le piazzano un catetere centrale per massicce trasfusioni sanguigne. La principessa viene infine caricata sull'ambulanza, che parte scortata da due motociclisti. La scena si svolge lontano dai paparazzi: cinque minuti dopo l'arrivo dei soccorsi sono già tenuti a distanza da un cordone di sicurezza. Su richiesta dei medici, l'ambulanza non supera i 40 km l'ora: le condizioni della paziente impongono di evitare il minimo scossone. La vettura si dirige verso l'ospedale della Pitié-Salpètrière, che dispone delle tecnologie sanitarie appropriate. Ma i rianimatori constatano presto caduta di tensione e indebolimento cardiaco. Giunti in prossimità dell'ospedale, all'altezza del ponte d'Austerlitz (XIII Arrondissement), il convoglio è costretto a fermarsi bruscamente. Il cuore di Diana non batte più. I medici le iniettano cinquanta fiale di adrenalina fino all'arrivo al pronto soccorso de la Pitie. La dose è enorme, ma è l'unico mezzo per tenere in vita la principessa. Un'ora dopo aver lasciato il tunnel dell'incidente, l'ambulanza si ferma infine sul piazzale del pronto soccorso. Il ministro dell'Interno Jean-Pierre- Chevènement e il prefetto di polizia PhiUppe Massoni - l'attendevano con inquietudine. Per qualche istante hanno temuto che il convoglio fosse «scomparso»: troppo rapidi, i moto¬ ciclisti incaricati di scortarlo, avevano «perduto» l'ambulanza sul ponte di Austerlitz durante la sosta forzata. Il cuore di Diana ha cessato nuovamente di battere. Si decide allora di praticare un massaggio cardiaco interno. I chirurghi aprono il torace, scoprendo l'estrema gravità del trauma: una vena polmonare è tranciata, sei litri di sangue - la quasi totalità - «allagano» la cassa toracica. La situazione è disperata, ma si tenta comunque di ricucire la vena. Alle quattro, tuttavia, l'esile filo della speranza si spezza per sempre. La principessa ha esalato l'ultimo respiro. Audrey Goutard Copyright «Le Parisien» e per l'Italia «La Stampa» A sinistra il tunnel del tragico incidente con l'auto distrutta A destra l'autista Henry Paul che sarebbe stato ubriaco al volante della Mercedes Fabio Piras si tocca la guancia dopo il pugno ricevuto da uno scozzese all'uscita dal tribunale

Persone citate: Audrey Goutard, Henry Paul, Mercedes Fabio Piras

Luoghi citati: Galles, Italia, Parigi