Parigi lo scandalo delle sterilizzazioni di Enrico Benedetto
1 Otto secoli di battaglie per non piegarsi all'invasore FRANCIA In molti casi l'intervento sarebbe avvenuto all'insaputa delle pazienti, i medici rischiano 10 anni Parigi, lo scandalo delle sterilizzazioni Coinvolte 15 mila donne con handicap, il governo ordina un'indagine PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per sterilizzare - spesso a loro insaputa - le 15 mila donne con handicap mentali più o meno gravi di cui il periodico «Charlie Hebdo» rivelava ieri il calvario i medici francesi non possono giustificarsi invocando leggi eugenetiche sull'esempio svedese. E tuttavia, malgrado la legge protegga i cittadim (incluse le persone più deboli) contro le «mutilazioni», la pratica sarebbe tuttora diffusa. Non solo. Il fenomeno era da anni a conoscenza di associazioni, ricercatori e politici - perlomeno alcuni - senza che nessuno o quasi ritenesse opportuno intervenire. C'è voluto un outsider come il settimanale satirico, sceso in campo con veemenza l'anno scorso nella vicenda sans-papier, per far deflagrare l'affaire e scuotere l'establishment. Il superministro Marti¬ ne Aubry (Lavoro, ma con delega alla Solidarietà) ha disposto un'ampia indagine. Qualora le sue risultanze giudicassero arbitrarie le sterilizzazioni coatte, i medici rischieranno il carcere fino a dieci anni e ammende per 300 milioni. Una simile eventualità appare tuttavia improbabile. Sono talora le famiglie a esercitare pressioni per sterilizzare le handicappate, si mormora. Anche quando sarebbero ipotizzabili metodi contraccettivi efficaci. E da istigatrice, la classe medica si ritrova complice. La cifra di q^iindicimila sterilizzazioni, ripresa da «Le Monde» parrebbe attendibile. Copre, in definitiva, l'ultimo trentennio, provando che tale politica sanitaria - ammettendo vi fosse un disegno preciso - non ha conosciuto differenze sensibili secondo l'alternanza politica. In altre parole, se lo scandalo «sangue contaminato» (cui circa mil¬ le emofiliaci debbono il contagio da Aids) fu l'appannaggio della sinistra.l'attuale sembra ripartirsi fra gauche e destra, unanimi perlomeno nel disinteressarsi al tema «lasciando fare» i medici. Chi sono le vittime? Ragazze trisomiche, ma pure donne «caratteriali» o dal quoziente intellettivo modesto. «Charlie Hebdo» raccoglie qualche testimonianza. Alla ventiduenne Cécile, che narra la grave depressione successiva, hanno legato le trombe di Falloppio. Per ingannare Virginie - «volevo essere mamma» - le dissero che era necessario operarla all'anca. In realtà, la sterilizzarono. L'agenzia «France Presse» espone inoltre la storia di Michelle. Sorda, voleva sposarsi e procreare. La madre ottenne che la sterilizzassero. Stupisce, in definitiva, che la nozione di «handicap mentale» cui si ricorre per invocare l'in¬ tervento chirurgico copra stadi eterogenei dalla gradazione assai estesa. Le patologie gravi sul piano clinico s'intrecciano con altre dalla consistenza - si direbbe - più sociale. Le basse votazioni scolastiche, una famiglia incapace di seguire l'adolescente, il carattere aggressivo... inducono a preconizzare la sterilizzazione. E l'avviso dell'interessata (qualora la si informi, il che non accade sempre) è solo consultivo. La questione appare complessa e multiforme. Vengono messi in causa l'aspetto legale e clinico, l'assistenza scolastica e sanitaria, la tutela familiare e quella che incombe a tutori esterni. Ma pur evitando schematizzazioni e condanne unilaterali è difficile non interrogarsi su di un metodo che - volendo proteggere le donne - finisce con il mutilarle. Non si può peraltro escludere che la piaga sia ancor più estesa. Sarebbero migliaia le immigrate da Maghreb e Africa sterilizzate nei primi Anni 60 per evitare loro (o meglio allo Stato assistenziale transalpinouna prole troppo numerosa. Enrico Benedetto Il ministro Martine Aubry
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