Bicamerale verso l'accordo sulla giustizia

Forza Italia valuta positivamente le nuove proposte di Boato. E anche Salvi dice sì Forza Italia valuta positivamente le nuove proposte di Boato. E anche Salvi dice sì Bicamerale, verso l'accordo sulla r ' "* Resta il no di Lega e Rifondazione E i magistrati per ora sono divisi ROMA. Un inatteso clima di distensione: a commentare così la lunga riunione durante la quale ieri in Bicamerale si è cercato un accordo sullo spinoso tema della giustizia è Cesare Salvi del pds. Ed in effetti l'accordo, cercato anche durante riunioni estive, e non trovato, è rispuntato ieri mattina. «Berlusconi ha fatto un discorso che valutava positivamente le nuove proposte di Boato», dice Pellegrino del pds. Marco Boato, relatore di innumerevoli bozze sul tema della giustizia, aveva intessuto nelle ore precedenti alla riunione un lungo lavoro diplomatico, raccogliendo obiezioni e desiderata. Quando ieri si è presentato con i suoi appunti, è poi tutto filato liscio. E' ancora il senatore Pellegrino a spiegare che i punti lungo i quali si potrebbe delincare l'accordo sono l'abolizione della doppia sezione del Csm, e la costituzionalizzazione del principio che i giudici sono soggetti soltanto alla legge, i magistrati inquirenti non sono soggetti ad altri poteri. La proposta Boato è molto più ampia, ma evidentemente questi sono i «punti caldi». Evitata «una guerra di religione», per usare le parole di Berlusconi, e grazie allo «sforzo apprezzabile di mediazione» attuato da Boato, sia pure «del tutto aperto a verifiche di qui al momento dei voti», per dirla con D'Alema, resta ferma e dura l'opposizione della Lega e quella di Rifondazione: «proposte filo-magistrati», ha detto il bossiano Fontan. Sul punto centrale dello scontro che ha animato gran parte delle passate sedute della Bicamerale, e cioè se il Csm dovesse essere o meno diviso in sezioni, l'accordo è stato trovato proponendo di rimandare tale valutazione alla legge ordinaria. E a tal proposito Giuliano Urbani, di Forza Italia, ha chiesto e ottenuto che questo impegno, politicamente vincolante, venga messo per iscritto. Il cammino resta lungo: per le riforme costituzionali in tema di giustizia ci si riunirà ancora una volta, prima di procedere alle vo- tazioni, che inizieranno il 16 settembre. E poi ci saranno ancora tre settimane di tempo: sulle garanzie, cosi si chiamano in Costituzione, si voterà alla fine, dopo aver varato la nuova forma di governo, di Parlamento, e di Stato. Ci sarà, dunque, ancora spazio di trattativa, per evitare quello che tutti temono, e cioè che l'accordo salti. E del resto, trovare troppo presto un accordo che rischia di scontentare per motivi uguali e contrari la maggioranza e l'opposizione, in questa fase potrebbe essere politicamente poco conveniente. Sia il Polo, con la questione della sua leadership sollevata da Casini, sia l'Ulivo, con i problemi con Rifondazione comunista, non godono infatti di perfetta salute. Boato, per giunta, ha introdotto ima novità, ancora tutta da discutere: l'esercizio dell'azione disciplinare contro i magistrati potrebbe venir esercitata da una personalità, per esempio da un senatore. E quali e quante perplessità un accordo potrebbe suscitare lo testimonia l'immediata reazione dell'associazione nazionale dei magistrati. «Ottima la scelta di non costituzionalizzare le due sezioni del Csm, discutibile l'idea di affidare ad un organismo ad hoc l'esercizio obbligatorio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati», ha detto il presidente dell'Anna, Elena Paciotti. Più esplicito il leader del cosiddetto «partito dei giudici», il direttore di MicroMega Paolo Flores d'Arcais: «Una figura che sembra ritagliata apposta per Cesare Previti». Positivo invece il giudizio, in merito, dell'ex presidente della Consulta Vincenzo Caianiello: «Una buona idea, purché si verifichi il nuovo ruolo del Senato come Camera delle garanzie». Contrario invece il parere di Magistratura Democratica sulla nuova definizione dei poteri della magistratura inquirente: «Così il pm avrebbe un potere illimitato», dice Vittorio Borraccetti. Mentre Vittorio Grosso, attuale vicepresidente del Csm, è più prudente. Ricorda di aver sempre manifestato parere contrario alla separazione in due distinte funzioni del Csm, ed esprime un giudizio cautamente favorevole circa la scelta di affidare ad un apposito organismo l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Si tratteij& diletificare, ha'aggiiJtoto, Come verrà specificato il funzionamene di questo organismo nella legge ordinaria. xlant.ram.] IriCQp pzfgzcgcAupricn Il verde Marco Boato relatore per la giustizia in Bicamerale L'ex ministro della Difesa Cesare Previti

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